laR+ Locarnese

Apre al pubblico il parco del Papio di Ascona

Restaurato, con una spesa di 1,8 milioni di franchi, l'antico giardino borromaico. Inaugurata la mostra dedicata ai lavori iniziati nel 2021

Il porticato al centro del giardino
(Ti-Press/Alessandro Crinari)
8 settembre 2024
|

Ha riaperto al pubblico sabato 7 settembre scorso il parco del Collegio Papio. Un giardino antico, nel centro di Ascona, cinto da alte mura: è stato realizzato 400 anni fa e ha attraversato i secoli immutato nella sua forma. Ma il tempo, così come alcuni interventi edilizi e botanici, ha lasciato il segno...

Per ridare bellezza all'area verde, iscritta nell’Inventario dei giardini storici della Svizzera (Icomos), nell'autunno del 2021 sono iniziati importanti lavori di restauro, riqualifica e recupero, per un investimento complessivo di 1,8 milioni di franchi. Una cifra sussidiata da Cantone e Confederazione, da enti locali (Comune, Patriziato e Parrocchia di Ascona), dalla Fondazione del collegio e da donazioni private.

L'opera è stata certosina, con un cantiere eccezionale, sia per l'importanza storica e architettonica, sia per le dimensioni degli spazi. Alcune cifre: oltre seimila metri quadrati, decine di metri di percorsi lastricati, un lungo pergolato, 120 pilastri in granito di Montorfano alti circa tre metri, centinaia di piante e ampie aree prative. Senza dimenticare una cappella religiosa (riattata) e i muri di cinta in sasso.

Una mostra per documentare i lavori eseguiti

I lavori sono stati documentati e le immagini più interessanti delle diverse fasi del cantiere sono diventate oggetto di una mostra allestita all'interno del Museo d'arte sacra nella chiesetta di San Sebastiano, in via delle Cappelle 6B, a ridosso del collegio. L'esposizione, inaugurata sabato 7 settembre, resterà aperta fino alla primavera del 2025 (quando il giardino verrà inaugurato ufficialmente) ed è visitabile ogni mercoledì, giovedì e venerdì dalle 17 alle 18.30 (entrata libera, eventuali prenotazioni scrivendo a parrocchiaascona@gmail.com).

Sempre sabato, nell'aula magna del collegio, al termine dell'Assemblea degli Amici del Papio (associazione presieduta dal municipale Maurizio Checchi), Carola Lodari, storica e botanica, ha proposto una conferenza dedicata al giardino borromaico del Papio, inserito nel contesto dei giardini del Lago Maggiore: «Questa perla incastonata al centro dell'abitato di Ascona è lì da 400 anni; il parco era stato voluto dal cardinale Carlo Borromeo nel 1584 – ha spiegato –. Fu lui a individuare il luogo ideale per il collegio vicino alla chiesa di Santa Maria della Misericordia, su un'area che forniva la possibilità di creare un giardino che rientrava nei canoni architettonici della Controriforma. In sostanza dovevano essere spazi adatti a glorificare Dio attraverso la preghiera e il lavoro. La realizzazione del giardino, nel 1624, si deve a Federico Borromeo, cugino di Carlo, che lo creò come luogo di raccoglimento, di silenzio e di preghiera per i seminaristi». Nel tempo, ha aggiunto Lodari, è stato trasformato in un luogo da “reddito”, con la coltivazione per il cibo destinato al convento: «Un orto utilitario che non ha rovinato la conformazione originale: un trapezio diviso in quattro, con percorsi centrali e pergolato». La relatrice, infine, ha portato altri esempi di giardini di grande importanza storica: da quelli sulle Isole Borromee, a quelli d'impronta medievale alla Rocca di Angera.

A rappresentare chi si è occupato in prima persona dell'opera di recupero del parco è intervenuto l’ingegnere Pippo Gianoni (Dionea Sa, Locarno), che ha annunciato l'apertura al pubblico del giardino: con lui hanno lavorato gli architetti Thomas Radczuweit e Sandra Giraudi di Lugano (entrambi progettisti della nuova mensa del collegio) e l’ingegnere Stanislao Pawlowski di Losone. Tra gli specialisti che hanno contribuito, lo storico Flavio Zappa di Orizzonti Alpini, Maggia; senza dimenticare la collaborazione con l’Ufficio dei beni culturali del Cantone.

Quali sono le modalità di fruizione degli spazi verdi? «Un po' come avviene per il chiostro del collegio, saranno accessibili solo durante le ore diurne, quando il cancello che si affaccia su viale Papio sarà aperto», spiega il rettore dell'istituto don Patrizio Foletti. L'utilizzo dovrà essere in linea con la funzione dello stesso giardino: silenzio, riflessione e contemplazione. Per altri scopi (matrimoni, incontri, manifestazioni o altro ancora) occorrerà chiedere le necessarie autorizzazioni al Papio.

Una visita permette a chiunque d'immergersi in uno spazio che è stato curato nei minimi dettagli. Le parti mancanti dei muretti che delimitano i camminamenti sono state ricostruite con bocce di fiume, mentre le parti in ferro battuto sono state forgiate a mano da una ditta locale. Per ripristinare alcune zone dell’intonaco dei muri di cinta sono state eseguite una ventina di prove, con misture e materiali diversi, mentre i due pilastri che mancavano sono stati rifatti da un artigiano scalpellino di Montorfano. Tra le curiosità: hanno trovato posto persino i gradini in granito delle scale delle ex scuole comunali della Città di Locarno (oggi Palacinema).

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔