Alle 11 in punto la luce verde del semaforo ha dato il via al transito dei veicoli sulla struttura provvisoria. Piccola cronaca di un momento tanto atteso
«Mi sento come un bambino che aspetta l'arrivo di Babbo Natale», a dirlo è un uomo, padre di famiglia, che abita nel comune di Lavizzara. È sceso fino a Cevio, insieme al figlioletto più piccolo, e ora si è radunato con altre persone per attendere l'apertura del ponte provvisorio di Visletto. Mancano pochi minuti alle 11, ora in cui i veicoli potranno iniziare a transitare sulla struttura.
Gli operai del cantiere si apprestano a fare gli ultimi controlli. Le sbarre vengono alzate. Il semaforo da rosso, diventa giallo e poi verde. Il primo attraversamento è quello fatto dai rappresentanti delle autorità, i sindaci di Cevio e Lavizzara Wanda Dadò e Gabriele Dazio, accompagnati dal Presidente del Gran Consiglio Michele Guerra. E poi è il turno delle automobili. Il loro passaggio viene immortalato dalla folla che, munita di cellulare, scatta foto o registra dei video.
L'attesa per questo giorno era tanta, come ci racconta un cittadino di Cevio: «Venivo qui quasi ogni sera per vedere lo stato dei lavori al ponte. Non ero il solo. Qui la notte c'era molto movimento. C'erano i soldati che lavoravano dall'altra parte del fiume e poi c'eravamo noi che li guardavamo».
Anche una coppia di signori svizzero-tedeschi si ferma a osservare le carovane di macchine formatesi da entrambe le sponde. Sono incuriositi e, parlando con altri presenti, si soffermano sull'aspetto della segnaletica: «Speriamo che la gente presti attenzione e non si confonda. Da questo lato (ndr. Cevio) è difficile sbagliarsi ma per uno che viene da fuori non è immediato capire che bisogna seguire la direzione della strada cantonale. Ci sono stati alcuni tentennamenti. Però su una cosa non c’è dubbio: anche se il ponte è a una sola corsia ti fa risparmiare molto tempo rispetto a quando si passava per la ciclabile», ci dice la moglie.
Le fa eco un operaio: «Non c’è paragone. Per lavoro devo fare su e giù dalla Valle. Passando per la ciclabile i tempi si allungavano di molto. Ci sono state volte che sono rimasto incolonnato anche per una buona mezz'oretta. Iniziava a essere pesante come situazione. Mentre ora è molto più veloce, devi giusto attendere due o tre minuti al semaforo».
Una compaesana assiste all'apertura del ponte in disparte, sotto a una pianta, forse per cercare di sfuggire al caldo afoso, forse per non farsi vedere dagli altri con gli occhi lucidi. Trattiene l'emozione a stento ma decide comunque di confidarsi con noi: «È un primo passo verso la normalità. Sono state tre settimane molto difficili, cariche di sofferenza ma anche di speranza e voglia di rialzarsi. Certo, ci vorrà ancora tanto tempo per ritornare a com'era prima di quel disgraziato 29 giugno, però oggi siamo qui e abbiamo un ponte che ci permette di riconnetterci con la parte bassa della Valle – spiega la donna, che conclude –: oggi sono felice e penso che, dopo quanto abbiamo patito, anche noi valmaggesi ci meritiamo un po' di gioia».