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Opere edilizie private abusive: le Fart alzano la voce

Alcune situazioni lungo la linea della Centovallina. Blotti: ‘Questione di sicurezza. Trenta giorni per rimuoverle o interverremo noi fatturando i costi’

La Centovallina a Corcapolo
(Ti-Press)
20 luglio 2024
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«Le situazioni di potenziale pericolo per persone, oggetti e infrastrutture vanno assolutamente eliminate. Non si tratta di mancanza di sensibilità verso i privati, ma di una questione di sicurezza. Purtroppo, a volte bisogna diventare decisionisti».

I toni del direttore delle Fart, Claudio Blotti, rispetto alla necessità di mettere ordine laddove i privati si sono presi delle libertà sul sedime ferroviario – realizzando opere edilizie di fatto abusive – tradiscono fastidio. Fastidio di dovere, in qualche modo, alzare la voce, andare contro gli interessi propri di persone anziane, suscitando magari le piccate reazioni delle autorità locali. È successo ad esempio nel Comune di Centovalli, lungo la tratta ferroviaria verso Intragna: un cavo per il trasporto di materiale e una piattaforma con scale di accesso, realizzati sul sedime Fart da un privato, hanno determinato uno scambio epistolare piuttosto ruvido.

Direttor Blotti, cosa è successo?

Preferisco non entrare nello specifico. Ma di fatto stiamo parlando di opere edilizie realizzate abusivamente su nostri sedimi; opere che, per questioni di sicurezza, vanno evidentemente rimosse. Ma il discorso è più ampio rispetto al singolo caso e ha ripreso vigore con le forti precipitazioni del settembre 2023 fra le Centovalli e la Vallemaggia. A noi come Fart quegli eventi avevano causato danni ingentissimi, con le relative spese di ripristino.

Entrando nel dettaglio?

Sul percorso della Centovallina v’erano state conseguenze particolarmente pesanti. Dal profilo economico, quella più importante era stata una frana fra la galleria Sassalto di Fuori e la galleria Monda di Dentro. Un palo della linea di contatto aveva subìto un piegamento e uno strappo, danneggiando la linea stessa su una lunghezza di circa 100 metri. Per il ripristino e la messa in sicurezza della scarpata e del versante erano stati spesi 250mila franchi. Ma non era che una situazione. Le altre, complessivamente, a causa di ulteriori scoscendimenti, sradicamenti di vegetazione, intasamenti di tombini eccetera, avevano generato danni quasi equivalenti. E non è finita qui.

Continui.

Oltre agli interventi appena citati e condotti a protezione della messa in sicurezza dell’infrastruttura ferroviaria, le Fart intervengono annualmente con altri lavori come lo sfalcio delle scarpate ferroviarie, il controllo e la pulizia delle reti paramassi, il controllo e l’eventuale rimozione di vegetazione pericolante, nonché il monitoraggio dei versanti lungo la linea, dove non di rado troviamo massi o rocce pericolanti che richiedono anche loro una messa in sicurezza.

A tutto ciò si aggiungono dunque i privati, con i loro interventi spesso finalizzati, come nel caso citato in entrata, non tanto a commettere l’abuso, quanto a facilitarsi la vita. Qual è la soglia di tolleranza che vi siete posti?

La risposta è che non possiamo più tollerare situazioni dove, sul sedime ferroviario, sono presenti da decenni opere edilizie pericolose per la sicurezza ferroviaria o sprovviste di licenza edilizia, quindi di fatto abusive. Questa linea è stata confermata e anzi anticipata dall’Ufficio dei corsi d’acqua del Dipartimento del territorio.

Complice, anche, una meteorologia oggettivamente sempre più imprevedibile e ‘cattiva’.

Esattamente. Dall’evento del settembre ’23, e alla luce delle recenti e sempre più violente precipitazioni, abbiamo deciso di ulteriormente ispezionare l’infrastruttura ferroviaria allo scopo di individuare situazioni di potenziale pericolo per strutture e persone, e definire le necessarie misure di intervento. In particolare, l’ispezione si è concentrata nelle zone considerate critiche per la morfologia dei luoghi in rapporto all’infrastruttura ferroviaria Fart. Mi riferisco nello specifico alla tratta di linea da Intragna a Camedo.

Cosa avete trovato?

Al momento sono state individuate tre situazioni particolarmente critiche, concentrate tra Corcapolo e Sassalto e sono in corso ulteriori approfondimenti per individuare eventuali altre criticità che richiedono l’adozione di misure.

Quali, in particolare?

Qui voglio essere molto chiaro. Ossequiando all’obiettivo strategico “mantenere la sicurezza”, definito dal Consiglio di amministrazione, l’azienda ha deciso di ordinare la rimozione delle opere edilizie ai rispettivi proprietari, concedendo loro un termine di 30 giorni. In caso di inadempienze, le Fart, proprietarie delle particelle interessate, provvederanno in modo autonomo a eseguire i lavori di ripristino, fatturando poi i costi vivi ai proprietari interessati. Lo scopo è uno solo, molto semplice, ma estremamente importante: garantire la protezione e la messa in sicurezza dell’infrastruttura ferroviaria e degli spazi adiacenti.