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Dopo pale, ruspe e ponti, pure il Masterplan servirà a rialzarsi

Per il coordinatore Timo Cadlolo, il piano di sviluppo dell'alta Vallemaggia sarà uno strumento importante per aiutare la regione sul medio-lungo termine

13 luglio 2024
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Seppur in parte frenate dalla nuova allerta maltempo – che fortunatamente, secondo quanto riferitoci dalla Sezione del militare e della protezione della popolazione, fino a ieri sera tardi non aveva causato particolari problemi, tanto da revocare dalle 6 di stamattina l’ordine di evacuazione delle zone di pericolo –, proseguono le operazioni di ripristino in alta Vallemaggia.

E guardare avanti è quello che vuole (e deve, visto il suo ruolo) fare anche Timo Cadlolo, coordinatore del Masterplan alta Vallemaggia, il piano di sviluppo programmato che mira a valorizzare le potenzialità proprio della regione messa in ginocchio dal maltempo, ma che come detto sta già lavorando sodo per rialzarsi. Un atteggiamento questo sposato per natura da uno strumento come il Masterplan, pensato proprio per sostenere e trainare a livello socioeconomico, attraverso piccoli e grandi progetti legati a svariati ambiti, le zone periferiche. Un traino che, una volta lasciata alle spalle la fase di emergenza, sarà più che mai fondamentale non solo per il territorio da Cevio in su, ma per l’intera Vallemaggia.

«L’attività quotidiana dell’alta valle è stata completamente stravolta, ma la visione e la strategia non cambiano, anzi il supporto di tutti gli enti coinvolti anche attraverso il masterplan sarà importantissimo per aiutare la regione a rialzarsi – conferma Cadlolo, che è anche segretario dell’Ascovam (Associazione comuni valmaggesi) –. Ancora una volta la comunità locale ha dato prova di grande resilienza, andare avanti e non abbandonarsi allo scoramento è qualcosa che fa parte del carattere dei valmaggesi e in questo senso è giusto che, dopo la fase di ripristino nella quale si avanza giorno per giorno – io stesso mi sono messo a disposizione per aiutare dove serve, con un occhio particolare alla raccolta fondi promossa dai Comuni di Cevio e Lavizzara –, bisognerà guardare avanti, sia nel breve sia nel medio-lungo termine».

‘Non è tutto distrutto’

A tal proposito, il coordinatore del Masterplan vuole lanciare subito un messaggio… «L’alta Vallemaggia è sempre stata un importante attrattore turistico per tutta la regione, in particolare per il suo paesaggio unico e ora, se penso ad esempio alla Bavona, questo paesaggio è a dir poco mutato, cancellato in alcune zone, per cui si tratterà di reinventarlo. Non deve però passare l’immagine di un territorio ormai abbandonato a sé stesso e completamente inospitale e pericoloso, perché ci sono dei luoghi che fortunatamente sono stati toccati molto marginalmente, penso ad esempio a Brontallo, Menzonio, o ancora alla Val Rovana, pronta a catalizzare l’attenzione dei turisti appena la situazione lo permetterà (e mi riferisco in particolare alle limitazioni legate al ponte di Visletto). Sì, anche il turismo potrà, anzi dovrà contribuire – grazie anche alla sensibilità dell’Organizzazione turistica regionale – a portare un’immediata boccata d’ossigeno a tutti gli operatori economici che sono stati frenati da questa disgrazia».

Una tragedia che ha messo in luce, anche «attraverso la grande solidarietà sia interna alle zone colpite, sia esterna, da parte di singole persone così come da enti, aziende e via dicendo», come vi sia «un’interdipendenza tra realtà contigue come la Vallemaggia e il resto del Locarnese. Quanto capitato ha avuto un impatto su tutta la regione, oltretutto in piena stagione turistica e dopo una primavera difficile a causa del meteo e anche per questo abbiamo veicolato i messaggi, o meglio le richieste di solidarietà attraverso i grandi eventi come ad esempio Luci e Ombre. E continueremo a farlo, perché questa è una ferita che necessiterà di molto tempo (e sostegno) per rimarginarsi».

Funivia Fusio-Ambrì, affossamento o accelerazione?

Tra i progetti faro del Masterplan (assieme ad esempio allo sviluppo di Bosco Gurin e al Centro ricreativo-turistico di Bignasco) anche il discusso collegamento via teleferica tra Fusio e Ambrì, che aveva già dovuto accusare uno stop poco meno di un mese fa, quando il Consiglio di Stato ha ritirato il messaggio relativo al credito di 800mila franchi per il progetto di massima. Qualcuno teme ora che tra le pesantissime conseguenze del maltempo in alta Vallemaggia, possa rientrare anche il definitivo affossamento di tale collegamento, ma Cadlolo non la vede così e anzi rilancia… «Magari invece quanto capitato farà prendere coscienza dell’importanza dei flussi turistici e di un’apertura della Vallemaggia anche verso nord, dando un’accelerazione al progetto».

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