Il partito invita il Cantone a concentrarsi sulle prospettive di sviluppo delle zone alluvionate per evitare che vadano incontro a un inesorabile declino
Le regioni di montagna non hanno il destino segnato e non bisogna pertanto accettare l’idea di un loro abbandono. Lo sottolinea il Plr cantonale in relazione ai fatti valmaggesi, avanzando una serie di richieste alle istituzioni. Dopo la solidarietà, nota il Plr, “diventa essenziale garantire aiuti concreti, pragmatici ed efficaci ai territori e alla loro popolazione. Bisogna inoltre concentrarsi sulle prospettive di sviluppo, per evitare che questi eventi naturali segnino il declino di regioni preziose per tutto il cantone. Iniziando dalle opere di sgombero, per passare poi alla ricostruzione e alla pianificazione chiara e rapida delle azioni necessarie per garantire un futuro fatto di sicurezza e opportunità di crescita”. Secondo i liberali radicali “i piccoli Comuni delle nostre Valli non possono affrontare da soli i costi derivanti da questi eventi catastrofici. È quindi necessaria una nuova strategia di collaborazione e protezione della popolazione, con l’impiego di forze militari e mezzi tecnici per gestire le emergenze, soprattutto nell’arco alpino, nonché gli enormi sforzi di ricostruzione e premunizione”.
Vanno quindi considerati alcuni “fattori chiave”, che il Plr riassume in 13 punti. Innanzitutto è necessario “proseguire e confermare la rapida erogazione degli aiuti in modo mirato e non burocratico da parte di Cantone e Confederazione e promuovere l’apertura di un canale privilegiato per eventuali crediti ricostruzione (come l’iniziativa di BancaStato) per privati e aziende (aiuti mirati per rilancio e ripresa delle attività)”. Inoltre, è essenziale “ribadire il ruolo centrale della Confederazione nel garantire le principali opere strutturali”, così come “impostare una rapida delibera tecnica (permessi e autorizzazioni) per i lavori di sgombero e ricostruzione”. Priorità, prosegue il Plr, “va data alla ricostruzione, alle opere di protezione e all’estrazione di inerti dai greti dei fiumi a titolo preventivo, rispetto agli ostacoli ricorsuali delle associazioni ambientaliste, anche a tutela dei collegamenti Nord-Sud”.
Quanto alla pista di Prato Sornico, va assolutamente ricostruita, e per questo va garantito “un chiaro sostegno”. La pista è infatti “catalizzatore regionale delle attività sportive, sociali e culturali di molte società del territorio e in favore dei giovani”. Poi c’è il patrimonio storico e culturale, che dev’essere tutelato.
Il Plr chiede poi di “investire sulle vie di comunicazione e in particolare su nuove forme di trasporto pubblico per ridurre i tempi di collegamento con le valli più discoste e favorirne l’accesso (ad esempio riprendendo in mano il progetto di collegamento mediante funivia tra Vallemaggia e Leventina) e sostenendo il trasporto pubblico su chiamata che in zone come la Verzasca si è dimostrato misura assai efficace”.
Non è tutto, perché i liberali radicali auspicano anche una rivalutazione degli attuali strumenti perequativi – “perlomeno per un periodo transitorio” – onde “sostenere gli enormi costi a carico degli enti locali colpiti e prevedere in futuro maggiori introiti per le valli attraverso i profitti dello sfruttamento delle acque, in particolare dopo il grande processo di riversione idroelettrica che ci si appresta ad affrontare”.
Ancora a livello fiscale, per il Plr è necessario “ripensare la fiscalità dei villeggianti in base alla loro presenza nei comuni di valle (così che possano contribuire a coprire i costi delle infrastrutture)”. Accelerare e semplificare le procedure di sussidio e sostegno finanziario per i progetti di sviluppo regionale attuali e futuri sono altre priorità da considerare, così come, “per non perdere importantissime eredità e testimonianze del passato, dal punto di vista pianificatorio ed edilizio è da privilegiare il diritto di poter ricostruire quanto è andato distrutto – rinunciando alle note rigidità normative e anzi, attivandosi con le autorità federali per permetterne il recupero e la ricostruzione, pensando anche ai fuori zona”.
Infine, bisogna investire altre tre vole: “Nella prevenzione, privilegiando le opere di cura del territorio; su tecnologie come il sistema d’allarme per la popolazione ‘Cell Broadcast’ (come chiesto dalla Mozione Riniker); e sul principio della ridondanza per i sistemi di comunicazione, puntando sulla formazione e la sensibilizzazione della popolazione a titolo preventivo”.