Lo dicono le verifiche sulla sostenibilità finanziaria per il Comune di Verzasca: salta l’acquisto dell’ostello Ocst, in forse la copertura della pista
Un passo indietro per andare avanti. Si potrebbe riassumere così la prospettiva del nuovo Centro polisportivo di Sonogno, da sempre indicato quale progetto faro del Masterplan Verzasca 2030 ma che, nonostante dall’inizio del Piano di sviluppo coordinato siano passati ormai cinque anni, stenta a decollare. Questo anche (soprattutto) perché il Comune di Verzasca è sempre stato chiaro: si tratta sì di una proposta chiave per il futuro dell’intera valle – che offrirebbe la possibilità di praticare vari sport tutto l’anno, oltre che posti letto e ristorazione –, ma non si vuole fare il classico passo più lungo della gamba, in particolare dal punto di vista finanziario. Lo ha ribadito appena qualche settimana fa alla Regione anche il coordinatore del Masterplan Alessandro Speziali, che facendo il punto della situazione a cavallo tra il (primo) ciclo concluso e quello appena apertosi, ha sottolineato proprio come “il Municipio ne sta ancora valutando la sostenibilità finanziaria”.
Ebbene, la situazione di stallo potrebbe presto sbloccarsi, anche se per andare avanti sarà giocoforza necessario rinunciare a qualche pezzo di un puzzle che, nella sua forma originale, prevedeva tra le altre cose la copertura della pista di ghiaccio, il rinnovo di spogliatoi e ristorante e di tutta la logistica, la realizzazione di un’area-palestra coperta o semi-coperta, nonché l’acquisto dall’Ocst (Organizzazione cristiano-sociale ticinese) del vicino ostello S. Angelo… «Dalla verifica della sostenibilità finanziaria appena conclusa emerge che il piano allestito dall’allora Comune di Sonogno è da rivedere – ci conferma il sindaco di Verzasca Ivo Bordoli –. Ad esempio prevedeva di spendere 9 milioni solo per la copertura della pista, arrivando a un investimento totale, comprendente anche l’acquisto dell’ostello, di circa 12 milioni di franchi, una cifra decisamente troppo alta. Come Comune non abbiamo infatti la forza finanziaria per sostenere un progetto del genere e quindi ora, grazie anche al rapporto appena ricevuto dalla fiduciaria che ha effettuato l’analisi, cercheremo di capire fin dove possiamo arrivare. Di certo però sappiamo che dobbiamo ridimensionare un po’ il progetto, altrimenti rischieremmo di fare la fine di Campra (la nuova struttura del Centro di sci nordico ha appena annunciato una nuova gestione dopo il fallimento della precedente, ndr)».
Il punto di domanda forse principale riguarda proprio l’eventuale tetto della pista… «Bisognerà innanzitutto capire se farlo o no e in seguito di che tipo, se una copertura totale (comprensiva quindi di tutti i lati) o parziale. Le variabili sono molte, perché ad esempio una chiusura completa costerebbe molto di più, ma permetterebbe tra le altre cose di risparmiare un bel po’ dal punto di vista energetico. Senza dimenticare che l’idea è proprio quella di destagionalizzare e non concentrarsi unicamente sulla parte invernale legata a pattinaggio e hockey su ghiaccio, per cui dovremo rivalutare anche tutte le altre strutture, dagli spogliatoi alla palestra fino al ristorante. L’idea è di mantenere l’ossatura del progetto, ma tenendo sempre i piedi ben piantati a terra e facendo il passo secondo la gamba».
Pochi dubbi invece sulla citata colonia Casa S. Angelo, da sempre indicata quale tessera indispensabile del mosaico proprio per garantire sostenibilità finanziaria al progetto, ma il cui acquisto sembrerebbe ormai fuori dalla portata del Comune di Verzasca, che rinunciando all’operazione risparmierebbe «tra prezzo d’acquisto e interventi di manutenzione, circa 3-3,5 milioni di franchi. Molto probabilmente dovremo rinunciare».
Tutto finito quindi? No, perché se è vero che il futuro Centro polisportivo di Sonogno non può prescindere dalla struttura ricettiva – che dopo essere stata ristrutturata negli anni Novanta, offre un centinaio di posti letto in camerate da 6 letti doppi (a castello) con bagno e doccia al primo piano, altre camere doppie senza servizi nella parte vecchia dell’immobile, un grande refettorio con cucina industriale, dispensa, grande salone multiuso, magazzini e depositi vari –, allo stesso tempo la stessa Ocst si è sempre detta pronta a trovare una soluzione alternativa alla cessione, come ad esempio l’affitto, una gestione in proprio o condivisa (compresa quindi l’opzione pubblico-privato)... «Da parte loro c’è sempre stata grande disponibilità e probabilmente andremo nella direzione di una collaborazione».
Disponibilità confermata anche dal segretario Ocst per il Sopraceneri Marco Pellegrini, che sottolinea come «siamo sempre aperti a discuterne e a trovare una soluzione che vada bene a tutti. Senza la disponibilità della struttura ricettiva il progetto cadrebbe e non è quello che vogliamo, anche perché rappresenta una bella opportunità pure per noi».
Ad esempio sarebbe un assist per ristrutturare la parte vecchia dell’immobile, ora utilizzata principalmente da chi la sfrutta come base per le escursioni sulle montagne della zona, ma che con un restyling potrebbe permettere all’Ocst sia di accogliere i nuovi ospiti del futuro Centro polisportivo, sia di continuare a proporre l’offerta attuale che comprende, oltre alla colonia estiva per bambini, l’affitto a gruppi e per congressi, conferenze, riunioni aziendali, teatri e via dicendo… «Sì, a mio avviso le diverse proposte potrebbero convivere».