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‘Aggregazioni? Parliamone, ma serve una visione collinare’

La sindaca Samantha Garbani Nerini: ‘Non ci basta uno sportello, ecco le nostre prerogative per affrontare qualsiasi progetto’

La Clinica Santa Croce, un ‘atout’ per la collina locarnese
(Ti-Press)
18 giugno 2024
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«Se c’è un progetto realistico - e con realistico penso con Locarno, Muralto, Minusio, Brione e Orselina - siamo disponibili a parlarne. Ma dev’essere anche un progetto concreto, che sia un dare per avere. Non ci interessa insomma che con un’aggregazione Orselina rimanga con un suo sportello e basta».

Ha fatto i compiti, il nuovo Municipio di Orselina capitanato dalla sindaca Samantha Garbani Nerini. In preparazione del giro di incontri promossi dalla Sezione degli enti locali per sondare necessità, progetti embrionali, speranze e visioni in ambito aggregativo, l’esecutivo ha puntato essenzialmente sulle ultime.

Samantha Garbani Nerini, Orselina, come altri Comuni della cintura, è atteso al varco dal Cantone, che alla regione chiede di destarsi da un torpore molto locarnese, in ambito aggregativo. In che modo siete pronti a rispondere?

Per noi ogni progetto aggregativo che ci contempli deve basarsi su un concetto, una visione collinare, che vada quindi ben oltre i confini del nostro Comune e abbracci Locarno Monti, Orselina, la parte alta di Minusio, Brione, Contra e Mergoscia. La collina ha infatti una sua dinamica specifica e peculiare che può e dev’essere mantenuta. Ne è un perfetto esempio il discorso della scuola, che guarda all’Istituto unico con Locarno, cui aderiranno appunto Orselina e Brione s/Minusio. Nel nostro caso, il messaggio è già passato all’unanimità in Consiglio comunale, mentre a Locarno sappiamo che c’è l’avallo della commissione della Gestione in vista del voto in legislativo. Concretizziamo un’idea che rincorriamo da circa 10 anni: un unico Istituto, con il mantenimento delle sedi nei vari Comuni. Infatti avremo la Scuola dell’infanzia al Castello bernese di Orselina, un primo ciclo a Brione s/Minusio e il secondo ciclo a Locarno Monti. Parliamo di un passo avanti molto importante, che fa gli interessi di tutti i Comuni in gioco (quindi anche di Locarno). Ma aggiungerei altro.

Prego.

Quando parlo di dinamica specifica della collina parlo di ruoli delle singole componenti che non vanno semplicemente ad aggregarsi al polo. La nostra visione in questo senso, per quello che sarà un giorno il quartiere di Orselina, è composita e parte da un grande desiderio.

Quale?

Riassuntivamente lo si può esprimere in 4 punti: diventare una zona prevalentemente residenziale primaria, sviluppare il settore sanitario (polo geriatrico, clinica psichiatrica, clinica omeopatica e turismo della salute), sviluppare il settore alberghiero e creare aree di svago di prossimità. L’idea è quella di mantenere la nostra vocazione turistica, ma cercando di ridimensionarla, nel senso di diventare progressivamente una zona in prevalenza residenziale primaria, che consenta di portare nuove entrate fiscali al polo. Il “come” è un tema sicuramente non facile e soprattutto di non immediata fattibilità, ma che può e dev’essere senz’altro affrontato, ad esempio concentrandosi su determinate norme pianificatorie che già esistono in tutta la fascia collinare.

Privilegiare la residenza primaria sarebbe, per la collina, pressoché rivoluzionario e per certi versi “anti-storico”. Come pensate di riuscirci?

Come accennato, utilizzando strumenti pianificatori già esistenti e rendendo il nostro territorio collinare attrattivo. Ma questo, ripeto, è un discorso che andrà affrontato a medio termine, perché una vocazione come quella per le residenze secondarie, che rimarrà in percentuali ridotte rispetto a quella attuale, non si cambia dall’oggi al domani. Ciò non significa per altro che non sia giusto cominciare a ragionarci e muoversi di conseguenza. Ad esempio considerando lo sviluppo di nuove aree di svago di prossimità come parchi e parchi gioco, che si aggiungano alle aree boschive con la loro rete sentieristica. In questo contesto penso al nuovo bellissimo parco giochi di Brione s/Minusio, appena realizzato, ma anche al potenziale ancora inespresso del Parco di Orselina. Se vogliamo in futuro più residenza primaria, dobbiamo predisporre i servizi indispensabili affinché essa si possa insediare. Se poi vogliamo proseguire nel solco degli “atout” specifici della collina, abbiamo sicuramente la parte sanitaria. In questo senso l’obiettivo è sviluppare sul nostro territorio un polo geriatrico, ma anche il segmento del turismo della salute.

In questo senso avete già “in casa” Rahim Houshmand, l’imprenditore a capo della Clinica Santa Croce, che sorge su un comparto con un notevole potenziale di sviluppo.

Dice bene. Houshmand dispone di possibilità edificatorie adiacenti al nosocomio e funzionali ad un ampliamento della struttura. In quest’ambito potrebbe appunto venire sviluppato un nuovo segmento legato al turismo del benessere, che ricalcherebbe del resto i fasti del passato, quando la collina era arrivata ad ospitare poco meno di una decina di strutture curative. E se parliamo di turismo, si può sicuramente sviluppare quello alberghiero. Non mi riferisco al secondario o agli affittacamere, ma proprio a nuovi alberghi. Si tratta di un settore economico trainante per la regione, e che vede la collina in una posizione assolutamente privilegiata per fare la differenza. Aggiungo che, nell’ambito delle nostre riflessioni sul futuro della collina legato a uno sviluppo del polo, abbiamo anche considerato la presenza di due istituti di carattere scientifico molto importanti come MeteoSvizzera e l’Istituto ricerche solari (Irsol), che sono due motori fenomenali per un segmento che storicamente appartiene alla collina.

L’auspicio del suo Municipio per le discussioni che verranno intavolate?

Poter discutere con gli altri Comuni una visione per la nostra regione dove assieme ai progetti del polo ci siano anche quelli per la collina: l’unione fa la forza quando tutti sono disposti ad ascoltarsi a vicenda.