Presentato per la prima volta al pubblico il grande progetto di riordino degli spazi pubblici del centro urbano, dal Debarcadero alla Rotonda
«Un progetto corale e interdisciplinare, che sottolinei l’importanza dello spazio pubblico per l’identità dei luoghi, torni ad evidenziare il ruolo dell’acqua e crei nuove gerarchie, ma nel rispetto e nell’amore di ciò che c’è già». Non poteva presentarlo meglio, l’architetta Ludovica Moro, il concetto alla base del grande progetto “La Nouvelle Belle Époque”, che a tappe interesserà poco meno di 50mila metri quadrati di terreno cittadino dal Debarcadero fino alla Rotonda di Piazza Castello, passando naturalmente per Piazza Grande, Piazza Remo Rossi e il grande e complesso comparto Muraccio.
Non sono mancati gli spunti di riflessione, ieri durante la serata pubblica organizzata dal Municipio nella sala della Ses. Per il team di progetto, oltre a Moro, hanno preso la parola gli architetti Felix Wettstein e Giovanni Guscetti e l’ingegnere forestale e in scienze ambientali Pippo Gianoni.
In apertura il municipale capodicastero incaricato, Bruno Buzzini, aveva ricordato lo studio urbanistico preliminare commissionato a suo tempo dal Municipio per «gettare le basi per la nascita di un progetto globale; uno studio che garantisse un chiaro indirizzo di sviluppo e unitarietà dei futuri interventi, con cui – per riprendere le parole del coordinatore architetto Paolo Canevascini – “si possa finalmente assistere alla rinascita di un processo di qualcosa che stava già prendendo vita con il progetto di sistemazione degli stessi spazi di inizio anni ’90 dell’architetto Luigi Snozzi, di cui oggi rimane evidente traccia nell’attuale status pianificatorio”».
Quindi, ha ribadito, «la “Nouvelle Belle Époque” nasce da un concetto unitario, emerso dal concorso di architettura conclusosi nella primavera del 2021 con l’attribuzione del primo premio al team di progettisti capitanato dallo studio WE di Lugano, dell’architetto Felix Wettstein: un gruppo, appunto, interdisciplinare che si è avvalso della competenza di Pool architekten, del consorzio di Rotzler, Land e Linea Landscape Architecture e dello studio d’architettura di Giovanni Guscetti, con l’apporto degli studi Dionea e Andreotti & Partners». L’obiettivo, per il municipale, è «mettere in valore le aree pregiate per la popolazione e gli eventi, anche grazie allo spostamento delle linee di trasporto fortemente voluto dal Municipio e dal Consiglio comunale».
Un altro elemento sottolineato da Buzzini è l’attenzione del progetto al tema delle isole di calore e della mitigazione dei cambiamenti climatici in senso lato, «ma non solo: è attento pure alle predisposizioni di tutte le infrastrutture necessarie per il supporto tecnico ad eventi e manifestazioni. V’è anche una completa riorganizzazione dell’illuminazione grazie ad uno studio illuminotecnico molto approfondito».
Per Gianoni l’obiettivo è determinare «una città più accogliente e resiliente», con spazi verdi differenziati e una rinnovata presenza dell’acqua del lago, sia in una affascinante relazione mutevole con Largo Zorzi (l’acqua che arriva, l’acqua che riparte verso il lago), sia in una forma più ludica, con i giochi d’acqua previsti in Piazza Remo Rossi. Guscetti ha invece circostanziato i pochi ma puntuali interventi di cui sarà oggetto Piazza Grande, dove le tracce del tram e le lastre di granito verranno salvaguardate, così come tutte le facciate e naturalmente la pavimentazione. Importanti, anche, l’apparato illuminotecnico, che varierà di presenza e intensità in base alle zone, e un canale tecnico previsto a valle, che servirà tutti i settori tramite pozzetti invisibili.
Alle domande, qualche perplessità è stata espressa dal presidente degli Amici del Teatro Diego Erba riguardo alla presunta «ingabbiatura» dello spazio pubblico davanti al Kursaal a causa della fascia alberata (che correrà tra l’altro fino all’area antistante la Posta, cancellando l’attuale spazio Magnolia; il che ha spinto a farsi delle domande l’architetta Giulia Augugliaro). Erba ha poi auspicato un riordino delle tende di Piazza Grande, una rivisitazione dei contenuti dei portici (ma c’è un’Ordinanza apposta, ha fatto notare il capotecnico André Engelhardt) e una Piazza Remo Rossi «più incentrata sull’artista».
Alla richiesta di chiarimenti sulla tempistica da parte di Luca Renzetti, è emerso che una volta elaborato il progetto di dettaglio per tutta l’area si passerà alla richiesta del primo credito di costruzione (che, è parso di capire, non riguarderà forzatamente Largo Zorzi). Tutto sommato, “La Nouvelle Belle Époque” durerà anni e costerà circa 20 milioni, di cui circa 9 investiti proprio in Largo Zorzi.