Locarnese

Cabina di trasformazione a Solduno, dal Taf ‘scossa’ giuridica

Tutto (o quasi) da rifare nella vertenza che vedeva opposti i proprietari di un sedime e la Ses, che aveva lasciato decadere il diritto di servitù

Dal cavo al... cavillo
(Ti-Press)
31 gennaio 2024
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Scintille (giuridiche) su una cabina di trasformazione per l'elettricità a Solduno (territorio di Locarno). La costruzione risale al 1968, quando era stato costituito un diritto di superficie su un sedime privato per consentire alla Società elettrica sopracenerina (Ses) di edificare il manufatto, grande quanto un garage. Per permettere l’aerazione del trasformatore era stato posto, sul medesimo fondo, un ulteriore diritto di servitù, per un pozzetto con griglia. In contropartita la Ses era stata chiamata a versare un’indennità annua di 1'200 franchi.

Alla scadenza del termine di 50 anni (il 31 dicembre 2018) i diritti, iscritti a Registro fondiario, sono stati cancellati d’ufficio. Una cancellazione dovuta a una dimenticanza da parte della Ses, che non aveva richiesto il rinnovo. In teoria, a quel punto i proprietari del sedime sono entrati in possesso della cabina. Sono iniziate le trattative tra le due parti, ma non è stato trovato un accordo. Il 9 giugno 2020 la Ses si è quindi rivolta alla Commissione federale di stima (Cfs) del 13esimo circondario, chiedendo una procedura abbreviata d’espropriazione per il rinnovo del diritto di superficie così da poter mantenere la cabina.

La decisione della Cfs è arrivata il 18 febbraio 2022: in sostanza ha confermato l'iscrizione della servitù di superficie, con durata fino al 31 dicembre 2045 e con un’indennità annua di 2'178 franchi a favore dei proprietari del fondo, ma dal gennaio 2019, quindi con arretrati da pagare.

Un mese dopo, contro questa decisione la Ses ha fatto ricorso al Tribunale amministrativo federale, chiedendo in via principale di riformare la decisione, stabilendo il proprietario della cabina di trasformazione, il diritto di servitù da iscrivere a Registro fondiario e l’indennità dovuta ai proprietari del fondo. In via subordinata, di retrocedere gli atti all’autorità inferiore (Cfs).

Ora arriva la decisione del Taf, che in sintesi afferma che la Cfs non aveva “la competenza di esprimersi sull’oggetto litigioso, ovvero il rinnovo del diritto di superficie per la costruzione e il mantenimento della cabina di trasformazione Solduno Sotto Chiesa e del diritto di posa di una tombarella con griglia sulla particella”. A dirimere la questione doveva essere l’Ispettorato o l’Ufficio dell’energia (Ufe). La decisione del 18 febbraio 2022 viene quindi annullata e “spetterà ora alla Ses inoltrare una richiesta d’approvazione dei piani all’autorità competente, ovvero l’Ufe, il quale dovrà pronunciarsi sull’espropriazione”.