Una Mozione del gruppo Sinistra Unita chiede al Municipio di Locarno di inserire una base legale sul tema nel proprio Regolamento comunale (Roc)
La Città di Locarno deve fare di più per promuovere la conciliabilità famiglia-lavoro e un primo passo in questo senso dovrebbe essere l'inserimento nel Regolamento comunale (Roc) di una base legale volta proprio a perseguire tale obiettivo, in modo da impegnare la Città "a raggiungere questo obiettivo fondamentale per il futuro della nostra comunità". A chiedere di compiere tale passo al Municipio è il gruppo in Consiglio comunale Sinistra Unita, attraverso una mozione (primo firmatario Pier Mellini) dal titolo “Per la conciliabilità famiglia-lavoro”.
Fatta la premessa che sul tema "a Locarno parecchio è stato fatto e molto deve essere ancora fatto", gli istanti sottolineano l’aumento del tasso di povertà tra la popolazione – dal 6,1% del 2017 al 7,4% per quel che riguarda le persone il cui reddito disponibile è inferiore al minimo vitale, dato che salirebbe sino al 14,6% senza le prestazioni sociali –, tanto che in Ticino una persona su quattro è a rischio di povertà (nel resto della Svizzera una su sette). O ancora la quota crescente di genitori, in particolare madri, che esercitano un’attività lucrativa.
Situazioni che richiedono "condizioni quadro che permettano alle famiglie di conciliare meglio la vita familiare e quella professionale" – aspetto quest'ultimo fondamentale sia per le persone con responsabilità familiari che per l’economia –, tra le quali ad esempio la custodia di bambini complementare alla famiglia; l’introduzione di condizioni di lavoro favorevoli alle famiglie (per esempio orari di lavoro flessibili e lavoro a domicilio); la concessione di congedi dopo la nascita o l’adozione di un figlio; l’adozione di misure che consentano di sgravare le persone esercitanti un’attività lucrativa che assistono i propri familiari; l’eliminazione di disincentivi finanziari presenti nel sistema fiscale (in modo da promuovere l’esercizio di un’attività professionale da parte delle madri); la parità salariale, per far sì che i padri partecipino maggiormente ai compiti familiari e le madri siano più attive sul piano professionale senza che i genitori subiscano una diminuzione sostanziale del reddito familiare.
"L’articolo proposto – concludono i rappresentanti della Sinistra Unita – impegna la Città a promuovere la conciliabilità lavoro-famiglia in tutti gli ambiti di sua competenza e specifica in particolare che la Città deve provvedere (direttamente o tramite sussidiamento di enti no profit riconosciuti dalla legge), a realizzare una rete di strutture scolastiche o extrascolastiche per la fascia di bambini da tre mesi fino alla fine della scuola dell’obbligo (nidi, mense, servizi pre-scuola e doposcuola), che siano di qualità e accessibili a tutti".