Locarnese

Consorzio depurazione, è necessario adattarsi ai tempi

Depositata all'Ufficio tecnico comunale di Locarno la domanda di costruzione per l'aggiornamento tecnico dello stabile amministrativo dell'Ida Foce Ticino

(Studio Arch. Bardelli e Associati Sagl, Locarno)
10 gennaio 2024
|

È stata depositata la domanda di costruzione per l'aggiornamento tecnico dello stabile amministrativo dell'impianto Foce Ticino del Consorzio depurazione acque del Verbano (Cdv), ubicato sul Piano di Magadino. “L'edificio va allineato, da un lato, all’incremento del numero di collaboratori e, dall’altro, all’evoluzione delle attività operative che il Consorzio svolge – rileva lo stesso Cdv in una nota –, avendo attenzione di assicurare un equilibrio tra la sostenibilità finanziaria e quella ambientale”.

«Per le realtà attive capillarmente sul territorio, ma con un profilo discreto, come la nostra, che svolgono un importante e costante lavoro con un concreto impatto sulla quotidianità di ogni abitante, famiglia, turista o esercizio pubblico, è fondamentale aggiornarsi e dotarsi di strutture adeguate, così da svolgere in modo efficiente ed efficace il compito a noi delegato dai Comuni consorziati, garantendo un servizio di costante qualità così come buone condizioni di lavoro per i nostri dipendenti che sono una risorsa preziosa», dice il presidente della Delegazione consortile, Carlo Carafa.

Sotto il cappello, 22 Comuni

Il Cdv nasce nel 2010 e riunisce oggi ben 22 Comuni del Locarnese e del Bellinzonese in quello che è il più vasto consorzio di depurazione di tutta la Svizzera. Con i suoi 120 km di rete di canalizzazioni, si inserisce nel ciclo dell’acqua raccogliendo acque di scarico e restituendo ai bacini imbriferi l’acqua depurata da Brissago a Cadenazzo, dalla Vallemaggia al Gambarogno, per un totale di circa 110mila abitanti equivalenti.

Il lavoro svolto dal Cdv è quindi “necessario e importante, quand’anche svolto in modo discreto, che suddivide presso i suoi due impianti di depurazione delle acque (Ida) – l'Ida Foce Maggia situato a Locarno in zona Saleggi e l’Ida Foce Ticino sul Piano di Magadino – il carico di attività”, ricorda il Consorzio. Entrambi gli impianti, realizzati nei primi anni 80 del secolo scorso e in esercizio dal 1984, hanno vissuto un’evoluzione nei compiti e nelle infrastrutture, necessitando periodicamente investimenti da parte dell’ente pubblico. Se da un lato l’Ida Foce Maggia è l’impianto più grande per quanto concerne il trattamento delle acque e rappresenta la sede del Consorzio con tutti gli spazi amministrativi, dall’altro lato l’Ida Foce Ticino è il fulcro operativo del Consorzio, dove è stato concentrato il processo di disidratazione dei fanghi dei due Ida consortili, e in cui sono presenti la stazione di ricezione dei substrati e l’impianto di cogenerazione, che grazie alle quattro microturbine riesce a coprire la metà del fabbisogno elettrico e a garantire l’energia calorica necessaria al mantenimento delle temperature dei due digestori.

Spazi sottodimensionati

L’aumento dell’organico complessivo e una maggiore dislocazione di collaboratori operativi in tale sede ha ora reso indispensabile un adeguamento, già solo se si considera che gli attuali spazi di lavoro e amministrativi sono dimensionati per 6 persone, mentre in realtà vi operano ben 12 dei 20 collaboratori del Consorzio. Il direttore svolge la sua attività da ormai diversi anni all’impianto di Foce Ticino facendo capo – quale soluzione interinale – a due container. Gli spazi destinati ai lavori tecnici e amministrativi presso l’Ida Foce Ticino appaiono oggi inadeguati, in particolare quelli inseriti nello stabile esistente risultano insufficienti per quantità e qualità rispetto alle oggettive necessità amministrative, operative e logistiche attuali, di modo che i dipendenti sono chiamati a prestare i loro servizi in condizioni non allineate agli standard correnti.

Per rispondere a questa evoluzione, già nel corso del 2022 la Delegazione ha quindi avviato una fase di progettazione preliminare dell’aggiornamento strutturale e funzionale dello stabile amministrativo presso l’impianto di depurazione di Foce Ticino, affidata allo Studio di architettura Bardelli Architetti associati Sagl di Locarno. Il Consiglio consortile ha successivamente approvato il credito per la progettazione definitiva, stanziando un importo di 190mila franchi durante la seduta straordinaria del 28 settembre 2022, sulla scorta del quale sono stati allestiti i piani di progetto definitivi e la domanda di costruzione, depositata in questi giorni presso l’Ufficio tecnico di Locarno. L’intervento prospettato prevede, premessa una positiva delibera del Consiglio consortile, un investimento di circa 3 milioni.

Dovrà esprimersi l'Assemblea consortile

Parallelamente e nel rispetto delle procedure, la Delegazione consortile sta seguendo l’allestimento del preventivo dei costi dell’opera, indispensabile presupposto per formulare il necessario messaggio di credito d’opera all’indirizzo del legislativo consortile e postulare il preavviso presso i Municipi di tutti i Comuni consorziati secondo i disposti della Legge sul consorziamento dei Comuni, avuto riguardo dei rispettivi ruoli istituzionali. La scelta di attivare la procedura volta al rilascio della licenza edilizia, che conferisce un diritto (ma non impone un obbligo) di edificazione a chi ne beneficia, è giustificata dalla volontà di ottimizzare i tempi, permettendo al Consorzio – questo è l’auspicio di fondo – di ottenere le necessarie autorizzazioni edilizie prima di sottoporre all’Assemblea consortile la richiesta per il credito d’opera di cui in precedenza.