La ragazza era stata vittima di un approccio ‘hot’ nella sua camera da parte di un compagno. Non vi fu alcuna denuncia. Entrambi lasciarono la scuola
Cala definitivamente il sipario su uno spiacevole episodio che ha visto protagonisti un'allieva e un suo compagno di studi dell'Accademia Teatro Dimitri di Verscio. Fatti risalenti a due anni fa, avvenuti, è bene sottolinearlo, fuori dall'orario scolastico e non all'interno dell'istituto, che hanno trovato spazio di recente anche nelle pagine del quotidiano svizzero-tedesco ‘Tages Anzeiger’. Il caso si è chiuso con una transazione privata, come spiega l’avvocato luganese Paolo Bernasconi, che tutela legalmente (pro bono) gli interessi della scuola universitaria artistica con sede a Verscio, nelle Terre di Pedemonte. La ragazza, vittima delle eccessive attenzioni moleste del collega e che qualche tempo dopo aveva lasciato la Scuola, ha accettato un ‘contributo di solidarietà’. L’Accademia, dal canto suo, le aveva già restituito il pagamento della retta.
Pure lo studente dell’Accademia che tentò l'approccio sessuale nell'appartamento della ragazza aveva immediatamente abbandonato la Scuola. Anche se non vi fu, come è stato chiarito, violenza sessuale, la vittima, visibilmente scossa per l'accaduto, raccontò delle molestie subite dapprima a un’assistente sociale esterna, quindi a una docente della scuola. Ma non denunciò però l’accaduto alla Magistratura. ‘La condotta riprovevole dello studente – osserva Bernasconi – poteva semmai essere oggetto di denuncia penale per violazione di domicilio e per molestie sessuali. Trattandosi di reati punibili soltanto a querela di parte, solamente la studentessa era legittimata a presentare una denuncia penale ciò che però non è avvenuto. È pertanto infondato il rimprovero nei confronti della Accademia di avere omesso di presentare denuncia penale’.
La direzione dell'Istituto propose comunque un risarcimento alla giovane, affidatasi anch’essa a un legale ticinese. Proprio negli scorsi mesi le parti hanno raggiunto un'intesa, con appunto il versamento di un contributo di solidarietà alla giovane per il disagio patito. Non corrisponde invece al vero quanto riportato dal ‘Tages Anzeiger’ in merito alla partenza da Verscio della giovane dovuta a una sensazione di imbarazzo e disagio. La scelta di lasciare il Ticino è da ricondurre alla sua decisione di cambiare ambito lavorativo, rileva e conclude l'avvocato Bernasconi.