Sono le parole della 58enne ferita seriamente a una gamba sabato sera a Moghegno da un 62enne (entrambi della zona), accusato di tentato omicidio
“Mi ha sparato davanti alla porta di casa mia, tre colpi, due mi hanno colpita, il terzo mi ha mancata”. A parlare, o meglio a scrivere su Facebook, è la 58enne cittadina austriaca a cui sabato sera a Moghegno un 62enne svizzero ha sparato con una pistola di piccolo calibro (22 per la precisione), ferendola a una gamba in maniera seria, ma non tale da metterne in pericolo la vita. La stessa vittima sul social network aggiunge che il peggio è stato evitato grazie all’intervento di una terza persona che ha trattenuto l’aggressore fino all’arrivo della polizia, perché quest’ultimo “voleva farmi più male, aveva altre cartucce nella pistola”.
Iniziano dunque a delinearsi i contorni del secondo fatto di sangue capitato nel Locarnese nel giro di una settimana, dopo l’accoltellamento dello scorso weekend in un locale notturno di Muralto, per il quale ricordiamo un 36enne cittadino italiano, domiciliato nella regione, si trova in carcere con l’accusa di tentato omicidio per aver appunto ferito a un braccio con un coltello un 30enne di origine caraibica residente nel Bellinzonese. E tentato omicidio (subordinatamente tentate lesioni gravi), lesioni semplici e infrazione alla Legge federale sulle armi è anche l’accusa di cui dovrà rispondere lo sparatore di Moghegno, come confermato da Ministero pubblico e Polizia cantonale, quest’ultima intervenuta sul posto poco dopo le 23.30 con il supporto della Polizia Città di Locarno e della Polizia comunale di Ascona, nonché dei soccorritori del Servizio Ambulanza Locarnese e Valli (Salva).
Pensare che la giornata nel paesino della Valle Maggia si era aperta in festa, con la manifestazione “Natàl in Piàzza” che, grazie anche alla presenza dell’ormai tradizionale “Via dei Presepi”, dalle 16 fino in serata aveva attirato per i vicoli di Moghegno una piccola folla. E secondo nostre informazioni, anche le due persone poi coinvolte nella sparatoria – che non avevano particolari legami, se non quello di abitare entrambi nel nucleo del paese – avrebbero partecipato alla festa, che tra le altre cose prevedeva la possibilità di gustare cicitt, raclette e l’immancabile vin brûlé.
Proprio l’abuso di alcol potrebbe quindi, come confermano alcuni testimoni da noi contattati, essere all’origine di quanto capitato a tarda sera, quando ormai i festeggiamenti si erano conclusi e per le vie del paese non girava anima viva, salvo il 62enne e la 58enne, ritrovatisi faccia a faccia in una stradina non lontana dalla piazza del paese in seguito a una lite scoppiata sembrerebbe per futili motivi.
Spetterà ora all’inchiesta, coordinata dalla procuratrice pubblica Marisa Alfier, fare ulteriore chiarezza.