L'ex sindaco (e fratello di quello attuale) Michele Gilardi è il coordinatore della petizione ‘salva viale Cattori’: ‘Un segnale per Bellinzona’
«Le firme sono un’espressione del malcontento e delle speranze non solo di Muralto, ma di tutta la regione. È incredibile il sostegno che stiamo ottenendo anche fuori dal Comune. Il motivo è molto semplice: la stazione Ffs di Muralto è centrale per tutto il Locarnese».
A una settimana dal lancio della petizione che a Muralto – e nella regione – chiede al Cantone di bloccare lo sviluppo della variante di base di nodo intermodale (quella che sacrifica viale Cattori, facendola percorrere da 250 bus al giorno), Michele Gilardi si palesa come coordinatore del gruppo apartitico promotore. Nel sito dedicato www.salvavialecattori.ch il suo nome figura infatti unitamente a quelli degli altri componenti il comitato – Andrea Gasser, Anton Froschauer, Bibiano Monotti, Diego Olgiati, Fernando Brunner, Flavio Magri, Gianluigi Varini, Luca Conti, Marco Garbani Nerini, Marco Pelosi, Michele Franscini, Monique Fransioli e Renza De Dea – ma appunto con la qualifica di “coordinatore”, che potremmo anche tradurre in “quello che ci mette la faccia”.
Da qualunque punto di vista la si voglia guardare, questa situazione è particolare e a suo modo delicata: da una parte c’è Michele, ex sindaco di lunghissimo corso (dopo il papà Arnoldo); dall’altra il fratello Stefano, attuale sindaco, il cui fronte in Consiglio comunale (non senza l’aiuto di parte dell’opposizione, vuoi per assenza, vuoi per astensione) aveva votato compatto contro il credito per l’affinamento della variante 1A, ovverosia quella che salverebbe viale Cattori.
Michele Gilardi, la contrapposizione familiare non può passare inosservata.
La raccolta di firme è un segnale per Bellinzona, non contro le persone. È un segnale a favore del territorio e delle prossime generazioni, che chiedono e meritano di ereditare viale Cattori e un lungolago vivibili per tutti.
Va però sottolineato che il Consiglio comunale, con il suo voto contro il credito per l’approfondimento della variante 1A, aveva deciso di vanificare tutto quanto fatto a seguito delle concessioni cantonali di attendere finché in Comune non si raggiungesse un consenso. Perché continuare a contestare?
Perché con ogni evidenza quanto deciso dal Consiglio comunale non rispecchia la volontà popolare. Lo vediamo dal ritmo con cui stiamo raccogliendo le adesioni e dall’entusiasmo con cui la gente si sta interessando alla questione. La petizione ha il vento in poppa: l’obiettivo è raggiungere e superare le 1’000 sottoscrizioni, e siamo a buon punto. Ed è un trasporto, ripeto, che va molto oltre Muralto, riconoscendo al nostro Comune il suo ruolo: per traffico, commerci e turismo, siamo a tutti gli effetti un quartiere centrale di Locarno.
Cosa pensa della situazione viaria attuale attorno alla stazione, che il nodo intermodale dovrebbe concorrere a migliorare?
Non è certamente ottimale, ma gestibile. I parcheggi esistenti consentono alle persone di usufruire dei commerci. Per quanto attiene alle manovre dei bus, le alternative a monte della stazione ci sono, ma i politici non hanno saputo cogliere l’occasione di sfruttarle. Il coinvolgimento popolare che stiamo osservano è tale che non si può soprassedere a un ripensamento del progetto. Il messaggio di chi sta firmando è questo.
Intanto, sul tema, dalla lista civica d’opposizione (Muralto Democratica) arriva una mozione che chiede al Municipio di “dare una svolta alla progettazione del nodo intermodale del comparto stazione di Muralto”, sviluppandolo “sul sedime a monte della stazione come oggi si presenta, lasciando invariata la situazione viaria oggi presente su Piazza Stazione, viale Cattori, lungolago di Muralto e zona Debarcadero”. Andrebbe “stanziato il credito di almeno 162mila franchi per la progettazione, in maniera che si migliori l’attuale variante, a monte della stazione, che ha dimostrato di funzionare perfettamente nell’arco di un anno dall’introduzione del nuovo piano viario pubblico”. In più, i 7 mozionanti – Cora Bresciani, Linda Broggini, Monique Fransioli, Guglielmo Braguglia, Flavio Magri, Bibiano Monotti e Gian-Luigi Varini –chiedono di “stanziare un credito per permettere lo studio di soluzioni da implementare per migliorare il passaggio pedonale” fra la stazione a l’autosilo, attivando “immediatamente” un impianto semaforico per regolare i flussi di pedoni.