Prorogata la carcerazione preventiva per l'uomo che aveva procurato la Glock utilizzata nel delitto al Centro scolastico della Bassa Vallemaggia
Dovrà restare in carcere fino alla fine di dicembre l'uomo che ha venduto la pistola al 42enne, autore dell'omicidio del custode delle scuole comunali dei Ronchini di Aurigeno l'11 maggio scorso. La carcerazione preventiva dell’impresario di origini balcaniche, già noto alle cronache per lo scandalo dei permessi facili e finito di nuovo nei guai per una serie di furti, avrebbe dovuto interrompersi a fine settembre, ma c'è stata una richiesta di proroga, accolta dal Giudice dei provvedimenti coercitivi.
L'uomo ha ammesso di aver ceduto, contro pagamento, la Glock, ma ha sempre negato di aver saputo quali erano le intenzioni del 42enne titolare di un negozio di informatica a Locarno e autore dell'efferato delitto al Centro scolastico della Bassa Vallemaggia. Il passaggio dell'arma, ora, potrebbe costargli caro: sarà chiamato a rispondere di complicità in assassinio.
La Glock, recuperata dopo l’omicidio, era stata rubata tempo fa in un’abitazione privata del Locarnese. L’autore del furto, a sua volta arrestato alla fine dello scorso mese di maggio, abitava a Bellinzona, presso l’impresario e in quella casa custodiva la pistola. A far da tramite tra il venditore e l'acquirente – stando agli inquirenti coordinati dal procuratore pubblico Roberto Ruggeri – sarebbe stata una 33enne, dipendente del negozio di telefonia mobile del 42enne omicida. Il ruolo della donna, pure finita in manette con l’accusa di complicità in assassinio, rimane ancora da chiarire.
L'11 maggio scorso, lo ricordiamo, il 42enne si presentò a scuola e, per ragioni passionali, esplose contro il custode – rivale in amore – tre colpi a distanza ravvicinata. Uno andò a vuoto, mentre gli altri due colpirono la vittima, che morì sul posto. L'omicida salì quindi in auto e si diede alla fuga. Una latitanza breve: qualche ora più tardi si consegnò spontaneamente agli agenti di polizia in un supermercato di Losone.