Da domenica 17 settembre al Monte Verità di Ascona una serie di appuntamenti organizzati dalla locale Fondazione e da Insubrica Historica
“Il Percorso della Speranza”: questo il titolo dell'itinerario simbolico proposto dalla Fondazione Monte Verità e da Insubrica Historica riguardo al viaggio di ebrei, partigiani e fuggiaschi che tra il 1943 e il 1945, partendo dall’Italia dilaniata dalla guerra e dalle leggi razziali, hanno trovato rifugio nella vicina Svizzera. La fratellanza e l’accoglienza che hanno caratterizzato le relazioni tra le popolazioni dei due Paesi confinanti hanno consentito alla maggior parte delle persone giunte di essere ospitate nella Confederazione Elvetica, salvandosi la vita.
Il progetto, curato da Nicoletta Mongini – direttrice Cultura della Fondazione Monte Verità – e Raphael Rues – fondatore di Insubrica Historica –, verrà presentato il prossimo 17 settembre ed è stato reso possibile grazie al sostegno dell'Ente regionale per lo sviluppo Locarnese e Vallemaggia, del Borgo di Ascona, del Comune di Brissago, nonché dei Comuni di Cannobio e Verbania.
L’idea parte dal presupposto che i luoghi siano sempre più i custodi di una memoria importante da mantenere, poiché i testimoni diretti sono sempre più rari. Nonostante la letteratura sia ricca di testi e testimonianze, i luoghi possono trasmettere con maggior efficacia e calore una storia che lega i due Paesi e che, sempre più, evoca i principi di accoglienza e di solidarietà che li ha uniti e che oggi si ripresentano necessari in molti Paesi del mondo.
Ritratti di grandi donne e di grandi uomini, episodi drammatici, storie di speranza e di sconfitta caratterizzano questa narrazione, che emblematicamente è tracciata da 17 targhe metalliche dotate di un QR Code, che collega a un sito web con le notizie storiche in più lingue (in questa prima fase in italiano, inglese e tedesco). Le targhe poste nei comuni di Ascona, Brissago, Cannobio e Verbania permettono di ricordare e mantenere viva la memoria su quanto avvenne 80 anni fa in queste località di confine.
I profili di Lilly Volkart, Wladimir Rosenbaum, Silvio Baccalà e Vincenzo Martinetti, eventi tragici come l’eccidio di Fondotoce e le fughe tra le montagne a cavallo della dogana, contribuisco a consolidare una narrazione perché questa memoria possa sopravvivere. Il proposito del “Percorso della Speranza” è quello di dare l’opportunità al pubblico di poter ripercorrere, a piedi o con mezzi pubblici e privati, o semplicemente di conoscere, trovandovisi per caso, i luoghi storici che hanno visto la presenza di profughi e rifugiati sulle sponde del Verbano durante il periodo dell’ultimo conflitto mondiale.
Lo scopo principale è quello di illustrare come l’intera regione insubrica abbia vissuto momenti drammatici ma condivisi, animati dalla speranza di un migliore futuro. Vuole essere un rito collettivo di conoscenza del passato e un contributo all’identità del nostro territorio. Appare chiara la vicinanza che caratterizzava le popolazioni dei due Paesi, in particolare nel Cantone Ticino. Oltre l’85% degli ebrei che vi ha cercato rifugio è stato effettivamente accolto e nei due momenti in cui le frontiere sono state chiuse per indicazione della Confederazione (occupazione tedesca in Italia dopo l’8 settembre e decreto della Repubblica Sociale del novembre ’43 in cui si imponeva l’arresto di tutti gli ebrei), il ruolo delle autorità ticinesi e della stessa popolazione è stato significativo per la successiva riapertura.
Il percorso verrà presentato al Monte Verità domenica 17 settembre con una conferenza (ad entrata libera) in cui verranno ricostruiti gli eventi e le memorie di chi li ha vissuti. Dalle 17 interverranno Edoardo Charbon (professore ordinario Epfl di Losanna, nato in una famiglia che ha portato in Svizzera diversi rifugiati ebrei), Nicoletta Mongini (Monte Verità), Gianmaria Ottolini (Casa della Resistenza di Fondotoce), Roberto Pontremoli (figlio di Mario Pontremoli, che ha ospitato ebrei e partigiani presso il Posto Comando 24, oggi Casa Anatta sul Monte Verità), Marino Viganò (storico) e Raphael Rues (Insubrica Historica).
Giovedì 21 settembre dalle 20.30 al Cinema Otello di Ascona verrà invece offerta la proiezione di “Arzo 1943” di Ruben Rossello, una produzione di “Storie” (Rsi). Il film ricostruisce il caso della tredicenne ebrea Liliana Segre, in fuga dalla persecuzione nazista e respinta alla frontiera svizzera di Arzo nel dicembre del 1943 insieme al padre Alberto. Saranno presenti il regista e Alberto Belli Paci, figlio della senatrice Liliana Segre, tra i protagonisti del documentario insieme al fratello Luciano. Al termine verrà offerto un piccolo rinfresco dall’Associazione Amici del Museo di Ascona. Info e iscrizioni: info@monteverita.org o 0041 91 785 40 40.
Le attività proseguiranno in ottobre (venerdì 13 e sabato 14) con un convegno internazionale in occasione dell’80° anniversario della strage del Lago Maggiore, organizzato dalla Casa della Resistenza di Fondotoce (Verbania).