Locarnese

Lo ‘scacco’ dei pannelli solari: l'ideale è rimpiazzarli tutti

Nel Locarnese dopo la grandinata si stimano danni per svariati milioni di franchi, anche perché non è sempre facile capire quali parti si possano salvare

31 agosto 2023
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Proseguono senza sosta la conta dei danni e i lavori di ripristino in seguito all'eccezionale grandinata (oltretutto seguita da ulteriori abbondanti piogge) che venerdì scorso ha investito parte del Locarnese. I chicchi di grandine, che hanno raggiunto dimensioni fino a 5-7 cm, hanno danneggiato in modo importante veicoli ed edifici, ma non hanno risparmiato nemmeno gli impianti solari. Resistenti sì, ma fino a un certo punto, tanto che diversi tetti assomigliano ormai a una scacchiera, con moduli praticamente distrutti affiancati ad altri che sembrano (sembrano) non aver subito danni.

«I collettori solari termici e i moduli fotovoltaici presenti sul mercato sono certificati per resistere alla grandine fino a una certa dimensione, ma non per palline di ghiaccio di questa portata, che impattano con una velocità ben superiore a 100 km/h – spiega Claudio Caccia, responsabile regionale Svizzera italiana Swissolar, l'Associazione di categoria che rappresenta tutte le aziende, le istituzioni e le organizzazioni nel settore solare elvetico –. Si è trattato di un evento eccezionale e anche le cifre in ballo lo sono: stimiamo che siano circa 500 gli impianti danneggiati nel Locarnese e calcolando che il costo di ognuno ammonta in media sui 25mila franchi, stiamo parlando di danni per svariati milioni. Oltretutto non c’è la garanzia che moduli fotovoltaici apparentemente intatti vicini a moduli completamente danneggiati, siano privi di difetti inizialmente invisibili ma che potrebbero manifestarsi anche molto tempo dopo, per cui in linea di massima è consigliato, se possibile, cambiare tutto l'impianto. Eventualmente in caso di un solo pannello danneggiato e situato in zona periferica, si può pensare di procedere alla sostituzione di quell'unico elemento, tenendo però ben monitorata la situazione nei mesi seguenti e con il rischio che per l'assicurazione l'eventuale danno non individuato subito, finisca in una sorta di prescrizione».

In caso di danni evidenti spegnere l’impianto, altrimenti può esserci rischio d'incendio

L'associazione mantello del settore ha emesso una sorta di guida per chi ha subito danni legati al maltempo... «Dopo una forte grandinata, è necessario effettuare in ogni caso un'ispezione visiva del sistema solare. Se non si riscontrano danni visibili, si può presumere che non si siano verificati danni diretti rilevanti per la sicurezza dell’impianto. In questi casi, può comunque essere utile confrontare per almeno 2 anni la resa energetica con quella degli anni precedenti e, se necessario, far scattare immagini termiche dalle ditte del ramo per identificare eventuali Hotspots (punti caldi)».

Se invece in un impianto si rilevano danni ai vetri o se uno o più moduli sono gravemente deformati o presentano altri danni visibili, «si consiglia di spegnere l’impianto e di contattare per un’ispezione una ditta specializzata del ramo, al meglio quella che ha posato il sistema. In un impianto danneggiato possono in effetti sussistere vari tipi di pericoli. In primis quello di rottura dei vetri e di caduta di elementi dal tetto, come pure, a seconda del tipo di impianto, di infiltrazioni di acqua. In situazioni particolari, se i moduli hanno subito danni anche a livello del circuito elettrico, nei casi peggiori può anche sussistere un certo rischio di incendio. Dopo l'ispezione, in accordo con la ditta specializzata, si potrà decidere se è sicuro rimettere in funzione il sistema o se sono necessari interventi particolari».

In ogni caso, «il proprietario deve documentare attentamente il danno e segnalarlo alla compagnia di assicurazione. I danni causati dalla grandine, anche agli impianti solari, sono solitamente coperti dall'assicurazione sugli edifici o dall'assicurazione sulla proprietà privata o sulle installazioni tecniche. È importante che l'impianto solare sia registrato presso la compagnia assicurativa appropriata, così come che i componenti siano iscritti nel registro della grandine (o che lo fossero al momento della costruzione). Il sistema danneggiato deve essere ispezionato da uno specialista e la procedura successiva deve essere discussa con la compagnia assicurativa responsabile. Le valutazioni e i lavori di riparazione devono poi essere eseguiti da specialisti e nel rispetto di tutte le norme di sicurezza. In ogni caso, nel limite del possibile l’esercizio dell'impianto (o di parte di esso) deve essere ripristinato il più rapidamente possibile, sempre in accordo con la compagnia di assicurazione. Ci vuole comunque una certa pazienza, poiché le ditte che effettuano le ispezioni del caso sono chiamate a verificare in breve tempo centinaia di impianti».

Una carta della grandine per stabilire il livello di resistenza degli impianti

In Svizzera, le esigenze riguardanti la resistenza alla grandine degli elementi costruttivi, collettori solari termici e moduli fotovoltaici inclusi, sono definite nella norma “Azioni sulle strutture portanti”. «Tale norma specifica ad esempio a quale classe di resistenza alla grandine devono resistere gli elementi solari installati su un edificio di una certa categoria, in una certa regione. A livello di abitazioni monofamiliari, in gran parte della Svizzera attualmente è richiesta una classe di resistenza alla grandine HW3. Ciò significa che gli elementi devono resistere all’impatto di chicchi di grandine con un diametro di 3 cm. Dal 2019, sotto la guida di MeteoSvizzera, è tuttavia in corso il progetto “Climatologia svizzera della grandine”. Esso ha portato ad esempio a un adeguamento della cosiddetta “carta della grandine”, che tiene conto dell’evoluzione della frequenza (probabilità) e intensità dei fenomeni di grandine. Una volta che tale carta verrà adottata formalmente nelle normative, per diverse zone varranno pertanto nuove classi di resistenza alla grandine, più elevate rispetto a quelle attualmente in vigore».