Limitazioni provvisorie e sperimentali per le bici su via alla Riva: nel primo weekend tutto come prima. Da chiarire la questione della base legale
«Già il solo fatto che se ne parli così tanto, e che emergano più punti di vista, significa che il problema esiste, è reale, ma soprattutto irrisolto. È quindi importante sfruttare la segnaletica provvisoria e sperimentale per lavorare di sensibilizzazione e cercare tutti insieme la migliore soluzione possibile». Paolo De Giorgi, capodicastero Mobilità a Minusio, non credeva forse che a cavallo del primo weekend di limitazioni per le bici su via alla Riva giungessero tante e tali reazioni a favore ma anche contro la misura (bici non ammesse – se non spinte a mano – dal confine con Muralto all’incrocio con via Verbano/via Remorino, tutti i fine settimana e i festivi dalle 10 alle 18, da metà luglio sino a fine agosto).
La prima considerazione è che nel primo fine settimana assolutamente nulla è cambiato rispetto a prima: malgrado la nuova cartellonistica, le bici hanno continuato a circolare liberamente lungo tutta la tratta, da Muralto a Mappo, sia sabato, sia domenica. Il perché è presto detto: non abitudine alle nuove regole, ma soprattutto nessun controllo sul territorio. Assenza di controlli che De Giorgi ammette, circostanziando la questione: «Non si tratta di pensare a un’azione repressiva da parte della Polizia intercomunale (di cui Minusio fa parte, ndr); questo, anche perché si tratta di una misura provvisoria e sperimentale». Misura che non avrebbe inoltre al momento una solida base legale, anche se il tema appare controverso. «Serve, piuttosto un’azione di sensibilizzazione – aggiunge De Giorgi – perché una certa tipologia di ciclisti veloci mette oggettivamente in pericolo i pedoni (famiglie comprese) sfrecciando a velocità eccessive anche quando v’è una forte presenza di persone a piedi. E questo non è più tollerabile, oltre che pericoloso».
Per il prossimo fine settimana, anticipa il capodicastero di Minusio, «abbiamo chiesto alla polizia di fornire al Municipio un preciso piano di intervento finalizzato alla sensibilizzazione dei ciclisti su via alla Riva. È fondamentale sapere quando e dove verranno effettuati dei controlli. Ripeto: il problema non solo esiste, ma è anche annoso e irrisolto. Ora, con il benestare del Cantone, abbiamo potuto affinare il concetto elaborato nel 2018. Tutti assieme dobbiamo fare in modo che si vada verso la miglior soluzione possibile».
“Tutti assieme” significa anche il “côté” delle bici, ovverosia Pro Velo Ticino, che tra l’altro con il suo intervento in difesa della categoria ha dimostrato di aver male interpretato (o semplicemente non capito) le misure introdotte. A partire dalla tratta interessata, che non è la Tenero-Locarno come indicato da Pro Velo, ma, appunto, quella fra il confine con Muralto e la costruenda fermata Tilo in via Remorino a Minusio (poco dopo il Portigon). «Va ribadito che ciò permette ai “ciclisti lenti” (famiglie comprese) di raggiungere via alla Riva da via Remorino o via Verbano, per poi dirigersi verso Mappo, su un tratto dove è ancora prevista la presenza sia di pedoni, sia di ciclisti – sottolinea De Giorgi –. Chi desidera invece percorrere via alla Riva a piedi, senza il rischio di essere travolto da ciclisti noncuranti della presenza dei pedoni, potrà percorrere la stessa Rivapiana in senso inverso, ovverosia dalla stazione Tilo in costruzione in direzione di Muralto».
Peraltro, Pro Velo ammette l’esistenza di un problema, che però, secondo l’associazione, sarebbe già in via di risoluzione grazie a campagne di sensibilizzazione come “Cortesia”, se del caso completate “con misure di controllo più severe, e, se necessario, con multe ai ciclisti più indisciplinati”. Per Pro Velo va migliorata la segnaletica orizzontale, “accentuando la doppia presenza di pedoni e ciclisti e, dove possibile, separando i flussi”.