Il video del rocambolesco inseguimento è diventato subito virale. I giovani si stavano cimentando in alcune spericolate acrobazie con le proprie bici
Un poliziotto della Polcom di Locarno che, in sella alla sua bici, si dà all'inseguimento di un gruppo di giovani ciclisti poco inclini al rispetto delle regole della strada. E poi quel grido, fatto per intimar loro di fermarsi che termina in un'uscita alquanto volgare e discutibile. La vicenda potrebbe essere facilmente confusa con una di quelle barzellette che si raccontano nei bar e che vedono come protagonisti carabinieri e vigili urbani.
Eppure è tutto vero e a testimonianza di ciò vi è un video che, va da sé, ha fatto subito il giro dei social ticinesi.
Il particolare – quanto rocambolesco – inseguimento è avvenuto il 23 aprile scorso. Il tutto è iniziato in via Largo Zorzi, dove un gruppo di ragazzi, circa una decina, si stava cimentando in alcune spericolate acrobazie con le proprie biciclette: impennate, salti, corse ad alta velocità. Un comportamento questo che, stando al comandante ad interim della Poliza di Locarno, Simone Terribilini: «Non era idoneo alle regole della strada».
Allora l'intervento delle autorità e del malcapitato poliziotto della comunale. «Vedendo arrivare gli agenti, i giovani si sono divisi in due gruppetti distinti: il primo è stato subito fermato, mentre il secondo si è diretto verso la Piazza Grande», spiega il comandante. Ed è proprio in piazza che verrà girato, dagli stessi spericolati protagonisti, il filmato.
Il fatto – mettiamo le mani avanti – di eclatante ha poco e anzi, se guardato nel suo complesso, potrebbe anche far sorridere. È altresì vero però che il tono usato dal poliziotto lascia a desiderare, soprattutto per l'utilizzo di un linguaggio poco consono nello svolgimento dei propri doveri. Un modo di porsi che stona soprattutto con il bilancio positivo (pubblicato un paio di giorni fa), tracciato fra Esecutivo, sindacati e vari attori coinvolti, riguardante proprio la gestione della Polizia cittadina, dopo le traversie vissute negli ultimi mesi. In particolare il passaggio in cui si rivolgeva un esplicito richiamo a tutto il personale affinché si attenesse con rigore e professionalità alle direttive e ai valori etici del Corpo. «Sì, è vero; è stato un comportamento discutibile – ammette l'intervistato, che continua – purtroppo le circostanze lo hanno reso nervoso e si è lasciato andare a un'espressione infelice. Ma non lo scusiamo. Verrà ripreso per questo».