Locarno

Pompieri, un ’22 in prima linea e qualche sassolino nella scarpa

Per il Corpo cittadino il lavoro sui vari fronti è stato notevole. Il congedo del comandante Alain Zamboni, che torna su alcune criticità ancora irrisolte

(Archivio Ti-Press)
8 marzo 2023
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L’ultimo di Alain Zamboni. Il comandante dei Civici pompieri, che nel corso dell’anno lascerà la conduzione del Corpo cittadino (carica assunta quasi vent’anni fa, nel 2004), si congeda allegando come da prassi, al corposo rapporto annuale d’attività, una sua riflessione. Nel saluto, oltre ai ringraziamenti di rito a colleghi, alle famiglie dei militi e alle autorità politiche, non manca infatti di togliersi qualche sassolino dallo scarpone. In particolare su due temi che sottopone all’attenzione del lettore: l’introduzione graduale nelle zone residenziali del limite di 30 km/h e la "silente mancata volontà, da parte di coloro che sono stati, a furore del popolo, deputati a concretizzare la nuova Legge sui pompieri". Nel primo caso, spiega Zamboni nel suo intervento, il problema di questo limite è legato alla tempistica d’allarme. I pompieri volontari devono infatti correre in centrale in tempi rapidi per poi cambiarsi e trasferirsi coi mezzi sul luogo dell’evento, transitando su strade soggette ai 30 km/h.

Quei fatidici dieci minuti e quella Legge che ancora attende

Consapevole della necessità di tutelare gli utenti deboli della strada, l’alto graduato osserva come questo provvedimento metta in serie difficoltà l’organizzazione, che si basa su un volontariato spinto e che è ‘vincolata’ dai tempi indicati dal dispositivo valido su scala nazionale che fissa in 10’ il tempo massimo dalla mobilitazione all’arrivo sul luogo dell’evento per azioni di salvataggio di persone e animali. Muovendosi a velocità ridotte, è quasi impossibile per i soccorritori raggiungere la destinazione in tempo utile. Il rischio, per i pompieri, è quello d’incappare in qualche multa con tutto quanto ne consegue. "I tempi, così, si dilateranno, con il rischio di fallimenti, avvio d’indagini da parte dell’autorità inquirente proprio per il mancato rispetto di quanto stabilito nel Concetto Pompieri 2030".
Altro nodo al pettine, la nuova Legge sui pompieri, ferma al palo da ben tre anni. "I corpi pompieri di Categoria A, che svolgono mediamente il 75% degli interventi, sono in balia di quelle realtà che effettuano il rimanente 25% degli interventi annuali. Paure ancestrali! In parte implose, a cui si aggiungono questioni finanziare, alla faccia della solidarietà cantonale; aspetti che perturbano il licenziamento del Rapporto commissionale all’attenzione del Gran Consiglio".
Mancando questo nuovo strumento giuridico, tra l’altro già superato dagli eventi, dobbiamo per forze di cose operare con l’attuale Legge di riferimento risalente al 1996. In questo ampio lasso di tempo, la nostra società e cambiata radicalmente: mobilità, tempo libero, disponibilità dei datori di lavoro privati e pubblici, interesse per la cosa pubblica e chi più ne ha più ne metta. Tutti fattori che hanno cambiato l’approccio organizzativo dei centri di soccorso cantonali, i quali sono a loro volta ingessati da procedure burocratiche che portano quasi allo sfinimento. Quindi ennesima dimostrazione di come gli attuali strumenti giuridici non permettono quella flessibilità indispensabile per affrontare le nuove sfide che la nostra organizzazione ha bisogno". A titolo di confronto, ricorda Alain Zamboni, "in diversi cantoni, le modifiche di leggi legate all’attività dei pompieri si concretizzano in mesi e non come da noi in più lustri. Con quanto precede ho voluto evidenziare come il rispetto delle leggi sia un dovere, ma come queste non aiutino, in taluni casi, il nostro operato, anzi lo penalizzano fortemente".

Interventistica oltre la media degli ultimi anni

Intanto dal rendiconto 2022 del Corpo civici pompieri è possibile osservare una crescita degli interventi, attestatisi a quota 487, di parecchio superiori alla media degli ultimi 5 anni. Gli incendi sono stati 321, 74 i casi d’inquinamento, 38 gli allagamenti. Nei dettagli, spicca che è il giovedì il giorno più ‘caldo’ sul fronte allarmi, luglio il mese più impegnativo per i pompieri. Locarno è la destinazione dalla quale è giunto il maggior numero di richieste di aiuto (158); precede Ascona (78) e Losone (57). Per gli amanti delle statistiche aggiungiamo che nel 2022 i 23 veicoli in dotazione al Corpo hanno percorso complessivamente 60’580 km.

Per quanto attiene al lavoro della Sezione di montagna, con caldo e siccità il picchetto è stato messo a dura prova. Va agli archivi quella che può essere considerata come l’annata più impegnativa degli ultimi 20 anni. I militi hanno dato man forte anche al di fuori del territorio di competenza, durante l’incendio sul Monte Gambarogno. "Presumibilmente con il passare degli anni – scrive il Capo Sezione montagna, aiutante sottufficiale Marco Losa – questo diverrà consuetudine e permetterà di avere sempre uomini riposati a disposizione e visionare altre idee d’intervento. Oltre a ciò, da segnalare tre interventi a supporto dei corpi viciniori. A tutto ciò va aggiunta una nuova esperienza: lavorare con l’esercito in una manovra congiunta".
Accanto all’interventistica e al quadro numerico esposto, da non dimenticare, vi sono poi le centinaia di ore di faticosa e impegnativa formazione/istruzione di militi, capigruppo e ufficiali; un lavoro ‘silenzioso’ ma indispensabile per prepararsi al meglio ed essere al fianco di chi ha bisogno d’aiuto, di chi è in difficoltà, a tutela delle persone, del patrimonio pubblico e dell’ambiente.