Nelle gole della Maggia equilibristi dinamici in azione. Disciplina di corpo libero, richiede capacità di concentrazione, postura e assicura benessere
Acrobati in azione nelle gole di Ponte Brolla. Nelle scorse settimane, in questo spettacolare angolo del fiume Maggia, più testimoni avranno scorto all’opera un gruppo di ‘slackliner’ intenti a esercitarsi sospesi tra le rocce. Si tratta di atleti equilibristi, che col tempo hanno reso familiare il significato del termine vertigini e che praticano una disciplina ancora ai più sconosciuta, consistente in un esercizio di equilibrio e di bilanciamento dinamico.
A tre di loro, Lukas Zavodsky, Guillaume Nicaty e Luca Zanetti, abbiamo chiesto di svelarci i segreti di questo sport estremo. Il nome di quest’attività, innanzitutto, deriva dalla slackline, una sorta di fettuccia di poliestere o nylon (o più raramente altri tessuti sintetici, come kevlar o dyneema) tesa tra due estremità sulla quale si cammina. Si discosta dal funambolismo per alcuni aspetti fondamentali: si cammina su una stretta superficie piatta e non su un cavo o su una cordina in tensione permanente; inoltre non si ricorre all’uso del bilanciere ma semplicemente a movimenti stabilizzanti delle anche e delle braccia.
Nato in California, nel Parco nazionale dello Yosemite, luogo d’ispirazione per tutti gli appassionati di arrampicata alla fine degli anni Ottanta, lo slacklining (tradotto con "linea allentata") in origine serviva da allenamento dell’equilibrio a scalatori e freeclimber, che nei loro ritagli di tempo, per tenersi in forma univano a due alberi delle corde per poi salirci sopra e fare pratica. Col passare degli anni, le funi hanno lasciato il posto a delle fettucce elastiche di circa 2,5 centimetri, le tecniche si sono evolute e l’interesse ha spinto molte aziende a investire in questo settore, contribuendo così al suo successo.
Diffusosi in Europa e poi nel resto del mondo, lo slacklining fondamentalmente si compone, oggi, di tre discipline. La trickline, che consiste nel creare evoluzioni (trick) su di una fettuccia della larghezza di 3,7-5 cm e lunghezza approssimativa che va dai 10 ai 25 metri posta a un’altezza non troppo elevata. La particolare elasticità consente di compiere delle acrobazie notevoli e voli acrobatici. A tutta fantasia e abilità.
La seconda categoria è la longline, per la quale si impiega una fettuccia di 2,5 centimetri, con una distanza tra i due punti particolarmente lunga (in alcuni casi si passano facilmente i cento metri); la sfida sta proprio nel saper camminare su corde sempre più lunghe e resistere il più possibile. Uno sforzo prolungato e insidioso, anche perché la fettuccia tende a diventare instabile più è lungo il tratto da percorrere. A volte viene impiegata anche la rodeoline, che con la sua forma convessa data dalla totale assenza di tensione, è pratica da montare e regala grandi emozioni durante gli allenamenti, perfetta per introdurti nel mondo degli esperti.
Infine, in cima alla scala delle difficoltà, la regina delle discipline, ecco la highline, dove l’altezza diventa veramente impressionante. Questa richiede, tra le altre cose, un’imbracatura di sicurezza. Roba da esperti, in ogni caso. In Ticino, spiegano i nostri interlocutori, non ne vengono quasi mai posizionate, ma dal momento che l’associazione è sempre più affiatata sono in programma progetti che mirano ad avere highline più sovente anche sul nostro territorio, talvolta montate in collaborazione coi colleghi della Svizzera interna. Oltre al materiale di primissima qualità, certificato dall’associazione slackline internazionale (Isa), per poter permettere la posa della fettuccia ad alta quota (sospensione ad altezze sopra i 60 m, ad esempio tra due versanti di una vallata o tra due cime) è necessario disporre anche dell’autorizzazione dall’Ufac all’uso dello spazio aereo.
Non è una tecnica a sé stante, invece, la waterline, apprezzata soprattutto durante i mesi caldi, nella quale la linea viene tesa sopra uno specchio d’acqua. Si presta per fare pratica con salti, trick e acrobazie in sicurezza, dal momento che se si perde l’equilibrio si vola letteralmente nell’acqua per un tuffo rinfrescante.
Se l’interesse per questa disciplina adrenalinica e spettacolare al Sud delle Alpi sta crescendo, oltre Gottardo da anni si è affermato. Prova ne è che la Svizzera vanta addirittura alcuni tra i maestri e gli atleti migliori al mondo. Luca Zanetti, ad esempio, patito degli sport sulla neve, vi è arrivato quasi per caso, seguendo la trasmissione televisiva della Rsi ‘Sottosopra’. «Mi ha subito colpito e affascinato. In quel periodo avevo la compagna infortunata; il fisioterapista che la curava nella fase di riabilitazione le aveva consigliato, guarda caso, proprio di far pratica con lo slacklining. Ho provato anch’io a metter piede su quella linguetta e da lì, superate le difficoltà iniziali, non mi sono più fermato. Mi trasmette delle emozioni che nemmeno gli sport sulla neve mi hanno dato, è un continuo percorso di crescita interiore personale. E questo dal momento in cui, per la prima volta, appoggi il piede sulla fettuccia traballante».
Per Guillaume, invece, appassionato di arrampicata, è bastato vedere i suoi idoli cimentarsi su questo nastro per far scoppiare la scintilla: «Piano piano, caduta dopo caduta, ci sono arrivato. È un’attività che aiuta l’equilibrio, che fa lavorare tutti i muscoli del corpo, che porta benefici oltre che al cervello (concentrazione) anche alla colonna vertebrale, che genera benessere. Ognuno di noi poi la vive a modo suo. Devi imparare ad ascoltare il tuo corpo. È uno sport riconosciuto a livello di federazione svizzera e che probabilmente diventerà disciplina olimpica».
Lo slacklining può essere praticato da chiunque, bambini e adulti, sportivi e non. «Nel nostro team abbiamo anche due persone con disabilità. Quando tendiamo le nostre fettucce per allenarci nei giardini pubblici riscontriamo sempre molto interesse da parte di giovanissimi sì, ma soprattutto di mamme e papà». Chi si avvicina a questa disciplina inizialmente lo fa su corde tese a pochi centimetri da terra, e lunghe una decina di metri. Poi, man mano che si acquisisce pratica, ci si lancia su percorsi più lunghi, fino ad arrivare a quelli in montagna, che rappresentano la sfida principale.
Sport che si pratica all’aria aperta, spesso in luoghi panoramici affascinanti (in montagna, in campagna, sulle creste o sopra i corsi d’acqua come a Ponte Brolla), lo slacklining non teme le bizze del tempo. Solo il vento forte è nemico della linea e del materiale di ancoraggio, i quali potrebbero subire danni irreversibili. Anche quando piove ci si diverte, perché l’acqua elasticizza il materiale e rende più morbida, piacevole e gestibile la traversata.
Il sodalizio, intanto, è alla ricerca di una palestra dove potersi allenare in tutta sicurezza e fornire corsi a coloro che intendono fare pratica con questo sport. Da quest’anno l’associazione avrà due istruttori certificati Isa, precisano Luca e Guillaume: «Non c’è, al contrario di altre discipline sportive, la necessità di una programmazione. Sulla fettuccia devi improvvisare, essere creativo, lasciarti andare, ricercare l’equilibrio correggendo con dei movimenti del corpo, così da fermare l’oscillazione. Piano piano inizi a gestire, a capire come procedere, tenendo ben presente che siamo noi a far muovere l’elastico. Lui se traballa ti dice che stai facendo qualcosa di sbagliato. Chiaro che richiede pazienza, come quando si impara ad andare in bici. Le cadute fanno parte della crescita. Le soddisfazioni arrivano con l’allenamento, non ci scappi. Potremmo definire questa disciplina un po’ come lo specchio di noi stessi. Quando riesci ad andare oltre la camminata, ti siedi e rialzi sulla fettuccia, compi delle evoluzioni e inizi un tuo viaggio introspettivo verso la completezza di questa incredibile attività».
Dal punto di vista della sicurezza, l’attenzione è massima. Per le highline, ci si muove con un’imbracatura collegata da una piccola corda (leash) a due anelli nei quali scorre al loro interno la linea principale e a quella di backup, la fune di sicurezza che corre sotto. La fase più pericolosa, è più che altro rappresentata dalla preparazione delle linee: non dimentichiamo che stiamo parlando di uno sport estremo e il montaggio degli ancoraggi, per ovvie ragioni, nel caso della highline avviene ad altezze rilevanti, su strapiombi, spuntoni di roccia o nelle gole. Per questa ragione viene solitamente affidato a esperti con attrezzature specifiche. Non pone invece problemi il materiale, frutto di continue ricerche da parte delle ditte del ramo.
Lo slacklining ti aiuta a superare le tue paure e a non aver timore dell’ignoto. Un gioco di equilibrio di corpo, mente e anima, adatto per tutte le età scegliendo la specialità che più giova alla persona. Il segreto è non arrendersi, continuare a esercitarsi, cercare di andare oltre i propri limiti. Fisicamente richiede un notevole sforzo perché tutti i muscoli del corpo sono messi al lavoro. Occorre mantenere in tensione solo i muscoli necessari alla postura, mentre si devono rilassare tutti gli altri. Mentalmente lo sforzo non è da meno poiché la concentrazione deve essere alta dall’inizio alla fine. Ogni passo presuppone tranquillità e rilassatezza, il respiro deve essere stabile, calmo e non affannoso. È anche un modo per scaricare lo stress e le tensioni accumulate durante la giornata.