Le stime di spesa indicano un disavanzo di 285mila franchi
Una situazione finanziaria che, se da un lato non preoccupa più di quel tanto, dall’altro rende comunque necessaria un’attenta politica di contenimento delle spese, per non ritrovarsi tra le mani, fra qualche anno, una qualche spiacevole sorpresa. Conscio delle dimensioni della ‘coperta’, il Municipio di Cevio si appresta a discutere, con il legislativo (seduta lunedì 27 febbraio), il conto preventivo 2023 del Comune. Le stime di spesa indicano una chiusura con un ‘rosso’ assai marcato (disavanzo superiore ai 285mila franchi) e un aumento delle uscite totali, rispetto allo scorso anno, pari a circa 430mila franchi (più 7,2 per cento). Le cifre, in sintesi: ricavi per 3,7 milioni, spese per 6,3, fabbisogno d’esercizio di 2,6 milioni e gettito d’imposta di 2,3.
Tuttavia, annota l’esecutivo nel messaggio, il Comune dispone di riserve (capitale proprio) e potenzialità "non meglio definite..." che consentono, regolarmente, di aggiustare le previsioni negative e parare, parzialmente, il colpo. Anche perché poi, a far stato è comunque sempre il consuntivo (quello del 2021 presentava un disavanzo di 276mila franchi), dove il risultato complessivo è migliore. Insomma a detta dell’Amministrazione almeno a corto termine non c’è da spaventarsi e c’è tempo a disposizione per elaborare adeguate manovre di rientro. Per quel che attiene all’aumento delle spese, vi sono alcuni fattori che vanno evidenziati; l’incremento della massa salariale (più 200mila), l’impennata dei costi dell’energia (più 55mila, con sgradevoli ripercussioni in altri settori) e il progressivo incremento degli ammortamenti (siamo oltre la soglia dei 600mila franchi), conseguenza dei molteplici investimenti effettuati in passato.
Questo per dire che, in ogni caso, anche se la situazione delle casse non è certo disastrosa, le future spese andranno attentamente soppesate. Non si potrà insomma sgarrare rispetto a quanto previsto dal Piano finanziario 2023-2026 (presentato ai consiglieri proprio quella sera). Scelte operative ponderate e fatte in modo oculato accompagneranno anche i prossimi anni. Dal punto di vista della pressione fiscale, il Municipio ritiene sia necessario mantenere il moltiplicatore d’imposta al 90 per cento; condizioni fiscali favorevoli per i contribuenti malgrado quella di Cevio sia una realtà periferica economicamente debole.
Tra le altre trattande che i consiglieri comunali saranno chiamati a votare il 27 febbraio figurano pure il credito supplementare per la riqualifica ambientale del comparto di Riveo (2,2 milioni, con una quota di 370mila franchi supplementari a carico di Cevio) e la bonifica del sedime ex Bionda (altri 50mila franchi). Per l’aggiornamento del Piano regolatore (Pr) del comparto Valle Bavona (discorso che si trascina da tre decenni) la richiesta è di 30mila franchi.
Iscritta dal 1983 nell’Inventario federale dei paesaggi, siti e monumenti naturali d’importanza nazionale, la Valle Bavona ha un suo Piano regolatore dal 1985. "La pianificazione – specifica il Municipio nella sua richiesta di credito – non ha consentito soltanto la salvaguardia della valle e delle sue componenti, ma ha anche permesso ai privati, generalmente, di poter usufruire concretamente delle loro proprietà, che hanno potuto essere trasformate con regolari procedure edilizie. Altrimenti, come è avvenuto nelle zone non edificabili, sarebbe mancata la base legale per intervenire sulle costruzioni di questo comparto e sarebbe stato il caos, con gravi conseguenze facilmente immaginabili". Va detto che, nel rispetto delle particolarità e peculiarità della pittoresca valle, le modalità d’intervento sono state limitate e vincolate, "forse a volte anche in modo fin troppo rigoroso ma per giusta causa".
Per quanto riguarda il 30mila franchi richiesti, l’esecutivo aggiunge: "Da lungo tempo si sta cercando di rimediare a talune normative che si sono dimostrate inadatte o da aggiustare, oppure occorre adottare cambiamenti opportuni o divenuti necessari. Ma, come abbiamo già avuto modo di affermare in altre circostanze, la procedura pianificatoria si è trasformata in una lunga, laboriosa e inconcludente corsa con ostacoli sempre più difficili e complicati da superare. Dal momento che abbiamo ormai capito che la revisione generale del Pr si protrarrà ulteriormente negli anni, in quanto è praticamente impossibile soddisfare tutte le esigenze e le richieste che vengono poste, abbiamo deciso un cambiamento di strategia, auspicando che sia davvero la volta buona per giungere agli obiettivi pianificatori che sono in discussione da ben 30 anni. Vogliamo infatti provare a portare avanti tema per tema, a tappe, auspicando che in questo modo, semplificando la procedura e la portata della variante, risulti possibile giungere rapidamente alla meta, contando naturalmente sul fondamentale supporto dei competenti Uffici cantonali. Un approccio dettato anche da non trascurabili motivi di spesa, dal momento che la revisione generale comporta studi e approfondimenti onerosi".
Quindi arriva un credito contenuto che servirà per atti pianificatori, di fondamentale importanza e di urgente necessità: l’inventario degli edifici situati fuori zona edificabile (inventario dei rustici); l’adeguamento delle norme di attuazione e delle schede tecniche; la valutazione stalle con vincolo e rinuncia al vincolo.