Locarnese

Tra i portici fantasma, una Farfalla rossa

In attesa della licenza edilizia (a febbraio) per il progetto Globus/botteghe Varenna di Artisa, la pregiata zona di Locarno sospesa tra passato e futuro

La Boutique Farfalla, tra ex Globus e botteghe Varenna (Ti-Press/Crinari)
19 gennaio 2023
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Tra un paio d’anni al massimo, la zona tornerà a essere una delle più vive e prestigiose di Locarno. Al momento però, è la desolazione il sentimento che ti assale quando la percorri. Stiamo parlando del tratto più a est dei portici di Locarno, quello che da Piazza Grande sale verso via Ramogna e la stazione di Muralto. Un comparto fantasma, sospeso tra un glorioso ma decisamente sbiadito passato e uno scintillante futuro, promesso da due progetti di rilancio importanti, quello più generale della Città (il "Nouvelle belle époque", che ridisegnerà lo spazio pubblico tra il Debarcadero e la Rotonda di Piazza Castello) e soprattutto quello privato del gruppo Artisa (già al centro del progetto di recupero del Grand Hotel di Muralto), che si concentra proprio sulla zona dell’ormai ex Globus e delle botteghe Varenna.

Un’opera che attraverso una ristrutturazione generale mira a valorizzare tutta l’area, ad esempio creando un percorso che, attraverso un’ampia scala, porterà dai portici alla grande (e rinnovata) terrazza affacciata su Largo Zorzi, per poi proseguire fino al complesso di Santa Caterina, che nel prossimo futuro accoglierà la nuova sede del Museo cantonale di storia naturale. Tutti gli spazi al piano terra (sotto i portici) verranno ristrutturati e accoglieranno commerci, bar e ristoranti, mentre ai piani superiori verranno in parte inseriti contenuti residenziali di diverse tipologie e dimensioni, compreso un boutique hotel. Il tutto per un investimento che dovrebbe essere superiore ai 70 milioni indicati per il rilancio del Grand Hotel.

C’è il preavviso cantonale, licenza probabilmente entro metà febbraio

Mica bruscolini, ragion per cui anche il rilascio della licenza edilizia per un progetto così imponente (e per certi versi complesso, visto il contesto particolare, se non unico, in cui si inserisce) necessita dei suoi tempi. Il gruppo Artisa ha depositato la domanda di costruzione lo scorso giugno e secondo nostre informazioni, proprio negli scorsi giorni è arrivato alla Divisione urbanistica e infrastrutture di Locarno l’imprescindibile preavviso del Cantone.

«Ora lo esamineremo, verificheremo la completezza dei nostri preavvisi interni e tra fine gennaio e inizio febbraio porteremo l’oggetto in Municipio per l’approvazione della domanda», ci spiega André Engelhardt, direttore di quello che era l’Ufficio tecnico comunale, sottolineando come solitamente i temi principali toccati dalle autorità cantonali sono legati a riscaldamento, misure energetiche e ambientali, rumori durante la fase di cantiere, eccetera. E ricordando inoltre che vista la particolare collocazione, non dovrebbe mancare anche qualche osservazione da parte dell’Ufficio beni culturali.

Quanto alle opposizioni al progetto (che potrebbero diventare ricorsi al Consiglio di Stato nel caso in cui il Municipio rilasciasse la licenza), ne sarebbe rimasta solo una che «non sembrerebbe insormontabile». In un primo momento anche la Società ticinese per l’Arte e la Natura (Stan) si era messa di traverso, ma poi, come ci ha confermato il vicepresidente Benedetto Antonini, «c’è stata una negoziazione e Artisa ha accettato le nostre proposte di miglioramento, per cui viste le modifiche di progetto effettuate non siamo andati avanti».

Tradotto, secondo Engelhardt «se tutto va bene la licenza dovrebbe uscire verso l’inizio di febbraio».

Tanti hanno già chiuso, tra chi è rimasto regna un misto di incertezza e speranza

In attesa del via libera e dell’inizio dei lavori – in un primo momento previsto per metà gennaio, difatti i commercianti interessati avevano ricevuto la richiesta di liberare gli spazi entro la fine del 2022 –, la zona compresa tra via Pannelle e via delle Monache rimane sospesa in una sorta di limbo, con la maggior parte dei negozi e bar che ha progressivamente abbassato le serrande. A cominciare dallo stesso Globus, che ha lasciato un grande vuoto (amplificato dalla sparizione di tavolini e avventori del Caffè Paolino) e un laconico messaggio sulla facciata: "Arrivederci Locarno".


L’addio di Globus (e del Caffè Paolino) ha lasciato un grande vuoto

Tra chi è rimasto, a regnare è soprattutto l’incertezza. Le commesse di Marionnaud (profumi e cosmetici) e C&A (abbigliamento), ad esempio, ci confidano di essere preoccupate dopo «aver letto da qualche parte che anche il nostro negozio è incluso nel progetto». Le abbiamo rassicurate, quello stabile rappresenta proprio il confine a est del progetto Artisa e non verrà (per ora) toccato, mentre dal lato opposto, a ovest, a segnare l’inizio della zona che sarà rivoluzionata è la Confiserie Al Porto, insediatasi piuttosto recentemente e che dovrebbe rimanere così com’è (lo stesso non dovrebbe valere per il piano superiore dell’edificio, ma è uno dei punti ancora aperti del progetto).

Poco più in là un altro locale che i clienti li prende per la gola, la storica pasticceria Fontana, chiusa da fine dicembre (a differenza dell’attiguo bar) ma che dovrebbe poter continuare a vivere anche nel "nuovo" comparto.

«La pasticceria è chiusa dallo scorso 31 dicembre e inizialmente avremmo dovuto chiudere anche il bar per quella data, ma ci hanno concesso di tenere aperto ancora un po’ – ci conferma Nicola Villan, uno dei due gerenti (dal 2016) del locale attivo ormai dagli anni 50 –. Tra un paio di settimane dovremmo incontrarci con i rappresentanti di Artisa per discutere della nostra possibile permanenza in questi spazi, ovviamente rinnovati, dopo i lavori, che dovrebbero durare un annetto».

Una prospettiva quest’ultima decisamente più allettante rispetto all’incertezza iniziale… «Effettivamente quando abbiamo saputo del mega progetto, un po’ di timore riguardo al futuro c’è stato, però poi abbiamo trovato disponibilità al dialogo e ci siamo tranquillizzati, credo che anche gli investitori abbiano compreso e vogliano preservare il valore storico delle botteghe di questa zona. Certo dover tener chiuso così a lungo non è il massimo, ma è anche vero che i locali avrebbero in ogni caso avuto bisogno di una ristrutturazione, per cui ci adeguiamo e saremo contenti se potremo portare avanti la nostra attività all’interno del comparto rinnovato».

Secondo nostre informazioni, lo stesso destino dovrebbe toccare altri storici commerci della zona, come la Boutique King e la gioielleria Tettamanti.

La casa rossa rimarrà al suo posto, ‘in mezzo alla bufera’

Chi invece il suo "fiore" proprio non lo vuole né abbandonare, né piegare al nuovo che avanza, è la Farfalla. Il negozio d’abbigliamento di lusso è infatti inserito in uno stabile che si erge su più piani proprio nel bel mezzo (tra l’edificio ex Globus e le botteghe) della zona acquistata dal gruppo guidato dall’imprenditore Stefano Artioli per il suo mega progetto, che dovrà quindi… girarci attorno.

«Posso confermare che la casa rossa, come è stata ribattezzata, rimarrà al suo posto, in mezzo alla "bufera" – ci spiega il proprietario, Franco Marcollo –. Nello specifico, al pian terreno proseguirà l’attività della boutique Farfalla, mentre al piano superiore sono presenti quattro appartamenti».

Una questione (anche) «di principio. Già in passato ci è stato chiesto di vendere l’immobile di proprietà della mia famiglia, ma non abbiamo mai voluto e anche in questo caso ci sono state delle discussioni che però non ci hanno fatto cambiare idea. Un oggetto del genere in Piazza Grande non si trova certo tutti i giorni, ma soprattutto ci tengo, sono ormai 43 anni che la Farfalla esiste e sono molto contento che i miei eredi possano portare avanti l’attività (nello specifico una delle due figlie, ndr)».

Marcollo ci conferma comunque di non aver inoltrato opposizione contro il mega progetto che rivoluzionerà l’area attorno alla sua "casa rossa"... «Diciamo che abbiamo trovato un accordo, litigare non fa bene a nessuno e in questo modo potranno concretizzare il loro progetto senza toccare il nostro edificio».

Se e in che misura questo abbia portato Artisa a dover apportare delle modifiche al progetto, non è dato saperlo, in quanto da noi contattata, la società attiva nello sviluppo e nella gestione di investimenti immobiliari ha preferito non rilasciare dichiarazioni. Quel che è certo è che non sarà una Farfalla, a fermare un investimento multimilionario che sta già cambiando volto a una delle zone più pregiate di Locarno.

Nouvelle belle époque: iniziata la progettazione definitiva, obiettivo partire con i lavori nel 2025

Il progetto di Artisa s’interseca giocoforza con quello del Comune di Locarno, che nei prossimi anni procederà alla sistemazione dello spazio pubblico tra il Debarcadero e la Rotonda di Piazza Castello, ridisegnando l’intero centro urbano – una superficie di oltre 43mila metri quadrati che ha quale fulcro la Piazza Grande – secondo il progetto "La nouvelle belle époque", elaborato dalla comunità di lavoro composta dallo studio WE Architetti di Lugano, unitamente a Pool Architekten, al consorzio Rotzler, Land e Linea Landscape architecture e allo studio d’architettura Guscetti. Prevede, oltre al risanamento ("soft", in modo da preservarne il carattere distintivo che la rende unica) di Piazza Grande, il rinnovamento dei suoi estremi, ossia la piazzetta Remo Rossi (quella del Palacinema) e soprattutto Largo Zorzi, che si vuole trasformare in uno spazio d’incontro pregiato. Questo attraverso, ad esempio, la formazione di una fascia alberata che dalla magnolia della Posta giungerà fino al Debarcadero, o ancora con la posa di una grande panca monolitica completata da una fontana a livello della pavimentazione e con getti verticali, in maniera da non ostacolare l’utilizzo dell’area per manifestazioni.

«Proprio recentemente mi sono trovato con i progettisti degli spazi pubblici», afferma Bruno Buzzini, titolare del dicastero Opere pubbliche, lanciatissimo nel progetto dopo l’approvazione, a dicembre, da parte del Consiglio comunale locarnese del credito di 1,3 milioni di franchi per la progettazione definitiva. «L’obiettivo è completarla ancora quest’anno, per passare poi all’elaborazione dei messaggi sui primi crediti di costruzione, iniziando da Largo Zorzi e dalla piazzetta Remo Rossi per poi convergere verso la Piazza Grande. Un percorso a tappe (della durata stimata in 8-10 anni e un costo di circa 20 milioni, ndr) che spero possa iniziare, perlomeno per quel che riguarda Largo Zorzi, nel 2025, momento in cui immagino che saranno ormai conclusi i lavori del progetto Globus, in modo da non sovrapporre i cantieri. In ogni caso ci sarà un po’ di movimento e siamo consci che per commercianti e popolazione potrà comportare dei disagi, ma è un prezzo accettabile per poter in seguito godere di un centro urbano rinnovato grazie a dei progetti che rappresentano una bella boccata d’ossigeno».