La rete locarnese (e bellinzonese) ha bisogno più tempo (e denaro) per unirsi a quella sottocenerina e offrire così un servizio unico
Una pedalata che ha costantemente acquisito vigore ma che ora ha bisogno di un ulteriore deciso colpo di pedale per scollinare oltre l’ostacolo forse più impegnativo, il Monte Ceneri. Si può riassumere in questi termini l’evoluzione del bike sharing del Locarnese (e ormai Bellinzonese), che dalla sua introduzione nel 2016 quale progetto pilota sul territorio di Locarno non ha mai smesso di crescere, estendendosi dapprima a praticamente tutta la regione del Lago Maggiore e Valli e in seguito al Bellinzonese.
«La rete che la Fondazione il Gabbiano gestisce ha avuto una crescita che va ben oltre le aspettative e oggi raggiungiamo il Locarnese e il Bellinzonese con 167 postazioni e 734 biciclette (228 meccaniche e 506 ebike) – ci spiega Luigi Conforto, coordinatore del progetto nonché caposervizio dell’Ufficio energia della Città di Locarno –. Nel 2016 si erano introdotte le prime 15 postazioni e 100 biciclette meccaniche a Locarno, in seguito il progetto si è esteso al resto del Locarnese (quasi 500 bici e un centinaio di postazioni nel 2018) e infine al Bellinzonese. Nella capitale, dopo l’approvazione da parte del Consiglio comunale del relativo credito d’investimento (di 638mila franchi ma con il costo netto a carico del Comune di 136mila, grazie ai sussidi, ndr), a partire dal mese di ottobre sono state progressivamente introdotte le nuove 28 postazioni che porteranno ad avere una fitta rete anche nella capitale. Nel mese di marzo saranno inaugurate e in totale si potrà contare su 38 postazioni e 147 ebike in ogni quartiere della Città».
Una crescita che si riscontra anche nell’utilizzo degli utenti… «L’idea iniziale era di raggiungere 1’500 abbonamenti nell’arco di 3 anni e oggi possiamo affermare che questo obiettivo è stato largamente raggiunto ed è in continua crescita. Abbiamo un numero sempre crescente di abbonamenti (annuali e giornaliere) che si attesta per il 2022 a 3’650 unità rispetto ai 3’300 del 2021 e ai 2’700 del 2020. Dalla prima estensione della rete avvenuta nel 2018 la crescita è costante, come evidenziato anche dagli utilizzi che nel 2022 sono arrivati a 90’000. Sì, il sistema di bike sharing del Locarnese e Bellinzonese è in salute e i dati lo dimostrano».
Sin dagli inizi del progetto, non si è mai nascosta l’intenzione di farlo crescere a tal punto da coinvolgere tutto il territorio cantonale. Un importante passo in questa direzione è stato compiuto recentemente con la fusione tra le due aziende fornitrici del sistema di bike sharing del Sopra (Velospot) e del Sottoceneri (PubliBike, una rete che conta 101 stazioni e 720 mezzi, 360 elettrici e altrettanti meccanici) in un’unica società, che ha mantenuto il nome di PubliBike. Per l’obiettivo di unificare anche il servizio, in particolare fornendo un unico abbonamento per tutto il cantone, bisognerà però aspettare un po’ più del previsto (si ipotizzava di poter partire già all’inizio di quest’anno, poi si è parlato della prossima primavera)… «Si sta lavorando all’adattamento dei due sistemi, affinché si possa offrire un sistema unico non solo in Ticino, ma in tutta la Svizzera (dove i due attuali sistemi sono presenti). Purtroppo, al contrario di quanto comunicato, questa armonizzazione non è fattibile nel 2023, ma sarà possibile solo a partire da gennaio 2024 a causa delle elevate spese anche di hardware e di infrastrutture che essa comporta. Per rendere questo cambiamento operativo saranno pertanto necessari importanti investimenti che PubliBike, con l’auspicato sostegno della Confederazione e del Cantone, spera di poter garantire il più presto possibile, al fine di proseguire nel solco di quanto auspicato da più parti e soprattutto da tutti i Municipi (Lugano, Locarno e Bellinzona) e dalle regioni coinvolti nel bike sharing».
A proposito di politica, a inizio 2023 i Cantoni sono obbligati a pianificare le reti di piste ciclabili e le superfici per lo stazionamento delle due ruote, con i progetti che dovranno essere conclusi entro la fine del 2027 e attuati entro il 2042... «Si tratta di un ulteriore impulso che la politica introduce per migliorare la mobilità nel nostro territorio. Questo è certamente un dato positivo, anche se per il bike sharing non genererà modifiche sostanziali in quello che è l’approccio intermodale legato soprattutto al percorso dell’ultimo chilometro, dove il sistema di bike sharing si inserisce».
In un contesto in continua evoluzione, la risposta deve essere sempre pronta… «Oltre al sistema di gestione (software) anche le biciclette e i lucchetti elettronici si evolvono e per noi vuol dire adeguarsi continuamente. A volte il sistema non risponde a causa di problemi informatici, che non dipendono da noi e che creano delle difficoltà agli utilizzatori. In questo senso cerchiamo di rispondere in tempi brevi alle esigenze e ai problemi che sopraggiungono, mostrando sempre attenzione e sensibilità. Recentemente è stato promosso un sondaggio anche per valutare la bontà del nostro lavoro e del servizio che offriamo grazie ai nostri ragazzi (della Fondazione il Gabbiano, ndr) che lo ricordo, sono giovani adulti in difficoltà e a beneficio dell’assistenza sociale o dell’AI. La rispondenza emersa dal sondaggio è stata estremamente positiva e ne siamo felici. Vuol dire che stiamo facendo un buon lavoro e soprattutto per i nostri ragazzi è motivo di grande soddisfazione».