Posato il fondale artificiale, inizia la costruzione della parte galleggiante. Il Municipio cerca strategie per non superare i 21 milioni di franchi
Aperto nel maggio del 2020 con i lavori preparatori, il cantiere per la realizzazione del Porto del Gambarogno in zona Sass di Sciatt (San Nazzaro) è giunto al giro di boa. La struttura, che potrà ospitare 280 natanti, sarà pronta verso la metà del 2025. L’occasione è propizia per fare un punto della situazione con il sindaco Gianluigi Della Santa.
Una delle questioni più importanti è quella legata ai costi. L’investimento globale previsto (crediti accordati dal Consiglio comunale, con l’aggiunta di una parte suppletoria di 4,5 milioni di franchi votata dalla popolazione su referendum nell’aprile del 2019) ammonta a 20,4 milioni di franchi.
Riuscirete a confermare questa cifra? «È quella la nostra intenzione – risponde il sindaco –. Attualmente sono in corso degli incontri per capire se sia possibile apportare alcune modifiche all’edificio sulla riva, con capitaneria, ristorante e altri servizi. In linea di massima si può pensare ad aumentare la superficie aperta, con una terrazza, riducendo quella coperta e quindi, di conseguenza, il costo. Per ora non sono in grado di dire se ci riusciremo; nel caso in cui dovessimo superare i 21 milioni, come Municipio presenteremo al Consiglio comunale una nuova richiesta di credito».
Intanto il programma dei lavori prosegue. La posa del fondale artificiale da parte del Consorzio Ghidoni/Implenia, che era iniziata nel settembre del 2020, è terminata. Si tratta di una soluzione ingegneristica particolare, che in futuro permetterà di ridurre l’onere per la manutenzione del Porto. La parte galleggiante sarà ancorata a questa struttura, a una profondità decisamente minore rispetto al fondale del lago.
In questo periodo, segnala Della Santa, sono iniziati i lavori della ditta Muttoni per la realizzazione, sul posto, dei cassoni in cemento armato, che costituiranno la struttura galleggiante. «Per vederli tutti posati, completi di pontili e attracchi, ci vorrà circa un anno. Si procederà poi con la parte a terra. È prevista la costruzione di un grande edificio che ospiterà diversi contenuti, come la capitaneria, il ristorante e altro ancora. Sarà collegato alla parte a lago con una passerella. Non mancheranno i posteggi a ridosso della strada cantonale e, per quel tratto, una pista ciclopedonale parallela alla riva che si collegherà alla passerella, opera che rientra nel programma e nei crediti PaLoc».
Nel corso di quest’anno la cancelleria comunale procederà alla richiesta di conferme da parte di chi si è già dichiarato interessato ad affittare uno dei 280 posti barca. Nel corso degli anni sono giunte circa 300 prenotazioni. Alcuni posti saranno riservati a chi utilizza le barche per motivi professionali.
«Per tutti abbiamo previsto due tipi di contratto. Il primo, con il versamento di un deposito garanzia e perciò con costi di locazione annua agevolati. Il secondo, senza deposito e con tariffe annue più alte». Il deposito di garanzia, che inizialmente potrà contribuire al pagamento dei lavori, verrà poi restituito al momento della cessione del posto barca.
Sul sito del Comune ci sono tutti i dettagli per i proprietari di natanti intenzionati a farsi avanti. «Abbiamo ipotizzato di riuscire a riempire gli attracchi a disposizione nel giro di due o tre anni. In ogni caso, e sin dalle prime fasi progettuali, l’idea era che il Porto si autofinanziasse. Anzi, produrrà degli utili che andranno a favore del Comune».
Uno dei presupposti per la realizzazione della grande struttura, che diventerà una delle principali del bacino svizzero del Verbano, era il successivo riordino delle boe, sparse nel lago di fronte alla riviera gambarognese. Come procederete? «Alcune, verosimilmente, verranno tolte. Ma in linea di massima credo che la strategia migliore sia quella di riordinarle, concentrandole in campi boe».
Siete tuttora convinti della bontà del progetto? Cosa porterà all’economia e al turismo locale? «Il Porto del Gambarogno deve essere da un lato una fonte di reddito per il Comune per finanziare i propri servizi e dall’altro deve essere un richiamo turistico di alta qualità, un elemento virtuoso per altri investimenti privati nella regione. Attorno a un’infrastruttura del genere ruotano attività artigianali, di ristorazione eccetera, con ricadute economiche e fiscali positive per la comunità. Rimangono ancora voci scettiche e le rispetto, ma spero e credo che fra qualche anno tutti i gambarognesi saranno fieri di quest’opera. Per ora i lavori proseguono e noi abbiamo il mandato di completarli nei tempi previsti, per inaugurare la struttura nella primavera-estate 2025».