Il Municipio di Centovalli risponde ai firmatari della petizione che chiede lumi sull’attuale disservizio delle cabine per Pila e Costa. Servono più soldi
"Non abbiamo lesinato risorse sia umane, sia in tempo, per venire incontro alle richieste e le esigenze degli abitanti e dei proprietari di case di vacanza delle frazione". È quanto afferma, nella sua risposta alla novantina di firmatari della petizione che chiedeva lumi sulle lungaggini e il futuro dell’impianto via fune, inoltrata a fine settembre, il Municipio centovallino.
Come noto, il progetto di rinnovo della funivia Intragna-Pila-Costa (Ipc) sta procedendo con un certo ritardo, complice anche la pandemia. "L’Esecutivo è ben conscio che la chiusura dell’impianto e la mancata realizzazione della nuova funivia in tempi brevi genera delle difficoltà agli abitanti e ai proprietari delle case di vacanza". Lo stesso Municipio biasima però alcune critiche mosse dai firmatari, ritenute ingenerose e, a dimostrazione del proprio impegno, fornisce alcune cifre che meglio consentono di capire quale sia la strategia adottata. Si tratta innanzitutto dei deficit accumulati dal collegamento: nel 2019, 286mila franchi; nel 2020, 296mila e lo scorso anno 223mila. Quanto agli introiti, mediamente si aggirano sui 100mila franchi (la metà della funivia Verdasio-Rasa, a titolo di paragone). Non da ultimo, si legge nella risposta dell’Amministrazione, "la tipologia dell’impianto, con la stazione intermedia e la necessità di avere personale sia nella stazione a monte sia in quella a valle, riduce la redditività, in quanto genera costi supplementari rispetto alla funivia di Rasa". Sin qui il discorso sulle cifre.
Per quanto attiene il futuro, l’Esecutivo precisa che da una recente analisi, si evince che per poterla riattivare (sempre in attesa del radicale rinnovo previsto) è necessario un investimento minimo di 300mila franchi, senza alcuna garanzia di continuità del servizio in quanto tutto l’impianto è vetusto e nel 2021 ha necessitato di continui interventi di picchetto e riparazioni.
Dal momento che il Cantone non è disposto ad assumersi questi deficit, il Municipio, obtorto collo, ha dovuto chiudere la funivia. "Ciò malgrado, ha garantito e garantisce tuttora il trasporto delle merci a titolo gratuito, senza chiedere alcuna partecipazione agli utenti. A nostro giudizio è già questa la soluzione più corretta ed equa rispetto alla vostra proposta di non fatturare indistintamente talune tasse causali". Da informazioni in nostro possesso, il costo di questo servizio montacarichi è di circa 15mila franchi all’anno.
Fatte queste premesse, l’autorità municipale ribadisce come "la strategia delineata nel 2019 appaia corretta. La concorrenza della strada, la bassa quota della stazione di Costa, la presenza della stazione intermedia a Pila inducono a lavorare sia sulle uscite sia sulle entrate. Per le uscite, l’automazione abbinata a un controllo e a una disciplina maggiore dell’utilizzo della funivia fuori orario pennette di ridurre i costi del personale, i costi variabili e quelli di usura. Evidentemente, i costi di manutenzione e di picchetto, per i primi dieci anni, relativi a un impianto nuovo saranno di molto inferiori se confrontati con la situazione attuale. Come indicato dallo studio di Flury-Giuliani-Canale, la cooperazione fra impianti di risalita e la rete di trasporto pubblico può permettere di raggiungere economie di scala sia per lavori di manutenzione sia per la promozione turistica con l’offerta di differenti proposte in questo settore".
Sul fronte delle entrate, "la funivia deve essere attrattiva e differenziarsi per avere un buon posizionamento nel mercato. Ad esempio, la tipologia dell’impianto con l’incrocio a sormonto permette di avere un carattere ‘unicità’ con un impatto forte a livello di marketing. Inoltre, questa soluzione tecnica non genera un investimento superiore a una funivia tradizionale senza alcun appeal. Contrariamente a Rasa, dove il villaggio, le passeggiate e l’attività del Bibelgroup sono elementi essenziali per avere maggiori utenti e quindi biglietti venduti, la Ipc necessiterà di essere accompagnata da ulteriori iniziative negli anni che attraggano sempre nuovi visitatori. Pensare di realizzare un impianto solo per i residenti e i proprietari di case secondarie è fallimentare. Se vogliamo mantenere un servizio di trasporto pubblico, dobbiamo contare sulle entrate generate dai turisti".
In conclusione, il Municipio conferma che si sta adoperando per ottenere la licenza edilizia – il dossier di approvazione è quasi completo – ed essere pronto per la sua costruzione. "Attualmente, il punto dolente è il budget concesso dal Cantone che, dopo la progettazione, è nettamente insufficiente. Su questo punto il Dipartimento del territorio ha chiesto degli approfondimenti che sono in fase di allestimento".