Nel processo alle Criminali di Locarno (a Lugano) del 18 novembre, una storia di detenzione e spaccio secondo particolari modalità ‘indoor’
La nuova tendenza nell’ambito dell’importazione e dello spaccio di sostanze stupefacenti in Ticino è quella dei cosiddetti "cavallini": giovani che dall’estero vengono inviati in Svizzera, via Italia, per essere ospitati a casa di consumatori, dove si installano per qualche mese, facendone la base dei loro traffici. Un "cavallino", di nazionalità albanese, verrà processato dalle Criminali di Locarno (in Lugano) venerdì 18 novembre. Giunto nel Locarnese nel dicembre del 2021, aveva operato in tre diversi appartamenti. Dopo averla fatta franca a Gordola e a Locarno, in quello di Tenero era stato arrestato l’8 marzo di quest’anno, e da allora è in stato di arresto.
L’uomo, difeso dall’avvocata Ludovica Bernaschina di Locarno, dovrà rispondere in aula di infrazione aggravata alla Legge federale sugli stupefacenti, ripetuto riciclaggio di denaro, infrazione alla Legge federale sugli stranieri e la loro integrazione, nonché di ripetuta contravvenzione alla Legge federale sugli stupefacenti. Fra cocaina detenuta al momento dell’arresto e alienata in precedenza, si parla di circa 800 grammi.
L’inchiesta di polizia e Magistratura – condotta dal procuratore pubblico Pablo Fäh – ha permesso di effettuare 8 arresti; il giovane albanese sarà il primo a finire in aula, poi seguiranno gli altri, tutti di nazionalità svizzera. La Corte delle Assise criminali di Locarno sarà presieduta dal giudice Amos Pagnamenta, che sarà affiancato dai giudici a latere Emilie Mordasini e Renata Loss Campana. Non è prevista la presenza di assessori giurati. Il dibattimento prenderà avvio alle 9.30.
Sette giorni dopo, venerdì 25 novembre, sempre a Lugano e sempre dalle Criminali di Locarno, un ragazzo siriano classe ’93 verrà invece giudicato (fra l’altro) per una rissa della quale è stato protagonista il 20 novembre del 2021 in Piazza Grande, unitamente al fratello minorenne. Rissa e tentate lesioni gravi sono le imputazioni per questa fattispecie. Poi vi sono da aggiungere i reati di ripetuta rapina (per fatti avvenuti nel Luganese), ripetuta infrazione e contravvenzione alla Legge federale sugli stupefacenti (consumo di erba).
Dell’inchiesta penale si è occupata la procuratrice pubblica Chiara Buzzi, mentre la difesa dell’imputato è stata assunta dallo studio legale di Filippo Ferrari a Lugano. La Corte delle Assise criminali di Locarno sarà presieduta in questo caso dalla giudice Francesca Verda Chiocchetti, spalleggiata dai giudici a latere Fabrizio Monaci e Monica Sartori-Lombardi.