Locarnese

‘Ad Ascona uso del suolo pubblico da ripensare’

Interpellanza del Centro (Ppd) chiede di rivedere l’ordinanza del 2009, coinvolgendo nel dialogo commercianti e ristoratori

Via Borgo
(Ti-Press)
25 ottobre 2022
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L’occupazione dell’area pubblica ad Ascona da parte di commercianti e ristoratori va ripensata, togliendo alcuni ostacoli presenti nell’attuale regolamento. A pensarla così è il Centro (Ppd) che sul tema ha inoltrato un’interpellanza (prima firmataria è Simona Pelloni).

"L’ordinanza municipale concernente il disciplinamento dell’occupazione di area pubblica da parte di esercizi pubblici e negozi in genere è del 1º settembre 2009 e ha ormai più di dodici anni. Negli ultimi tempi, soprattutto a causa della pandemia, le esigenze sono mutate e riteniamo importante uno scambio con chi è sul campo (commercianti, ristoratori e altri) per prendere atto dei bisogni attuali".

Stando agli interpellanti, alcune limitazioni sono troppo rigide. In particolare, l’ordinanza prescrive che è possibile una sola insegna menu (bacheca / leggio) per attività, di dimensione massima di un metro quadro. Cavalletti e lavagne non sono ammessi. E ancora: "È esclusa l’esposizione di merce in vendita, tranne per i generi alimentari. L’esposizione di merce campione dev’essere limitata al 10 per cento della lunghezza della facciata dell’edificio occupato dall’attività commerciale. È ammesso un solo stander/campione di merce per attività. Attrezzature accessorie, quali pianerottoli, recinzioni, gazebi, paraventi, baretti, grill, elementi "artistici", boxes per diffusione del suono, eccetera non sono ammessi".

Nel periodo pandemico e post pandemico "abbiamo preso atto che il Municipio ha permesso un’applicazione meno restrittiva dell’ordinanza in questione, così da non creare ostacoli aggiuntivi in un momento molto incerto e preoccupante. Alcuni esempi: la merce esposta, ad esempio in via Borgo, non è esclusivamente costituita da generi alimentari; la merce-campione occupa in genere più del 10 per cento della lunghezza della facciata dell’attività commerciale; sono stati concessi maggiori spazi esterni per i ristoranti in modo da garantire la distanza sociale e così via".

Insomma, l’autorità comunale "ha chiuso un occhio in questo senso a beneficio delle attività commerciali. Un bel gesto per chi fa impresa e mantiene vive le vie del borgo. I bisogni di un periodo particolare e precario hanno portato a una risposta che ha avuto ed ha come risvolto positivo di vedere le vie di Ascona più vive e dinamiche.
Sarebbe altresì auspicabile, più in generale, ripensare agli spazi a disposizione dei commerci asconesi come successo per il periodo precario dei ristoranti in piazza".

Con l’interpellanza il gruppo chiede al Municipio di aprire un tavolo di discussione con i commercianti locali per capire i loro bisogni e le loro richieste attuali. Ma anche che lo stesso Esecutivo "valuti, sulla base di un dialogo con chi è sul campo, delle modifiche all’ordinanza del 1º settembre 2009 tenendo presenti le mutate esigenze delle attività economiche presenti nel borgo".