Locarnese

Lupi in Rovana, si teme ‘seguano’ le prede al piano

Incontro a Bellinzona tra mondo agricolo, istituzioni locali, Associazione contro i grandi predatori e Cantone per cercare possibili soluzioni al problema

5 ottobre 2022
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I lupi della Rovana si aggirano per i nuclei abitati, indisturbati, anche in pieno giorno. Foto e filmati lo documentano in modo chiaro. E c’è da scommettere che con l’arrivo della stagione fredda e l’abbassamento delle loro prede naturali (ungulati in primis), presto gli avvistamenti saranno musica quasi quotidiana. Così da far crescere la paura tra i residenti. Per ora osservano incuriositi e se ne vanno. Il canide selvatico, si sa, teme l’uomo. Ma se dovesse accadere l’irreparabile, come l’aggressione a un bambino? In bassa Vallemaggia, notizia di questi giorni, il lupo avrebbe predato una pecora sui monti di Maggia; una seconda, invece, addirittura sulla piana dei Ronchini di Aurigeno. La prova che già si sono messi a rincorrere il bestiame sul fondovalle. «Quello del predatore è diventato un problema molto serio – sentenzia il sindaco di Campo Vallemaggia, Mauro Gobbi – Per questo abbiamo rivolto un appello alle autorità e competenti perché assumano finalmente i provvedimenti più idonei». L’occasione per richiamare l’attenzione delle istituzioni politiche e dell’Ufficio caccia e pesca l’ha offerta, giovedì scorso, un incontro tra istituzioni della Valle Rovana, rappresentanti del mondo agricolo valmaggese, dell’Associazione svizzera territorio senza grandi predatori e funzionari del Dipartimento del territorio. «Purtroppo da questo incontro non abbiamo cavato il classico ragno dal buco – prosegue Gobbi – Siamo dell’idea che non spetti a Berna decidere sul da farsi. Temiamo per l’incolumità delle persone, la gente inizia ad aver paura. A breve, con i colleghi sindaci di Cerentino e Bosco Gurin, avremo un incontro con i consiglieri di Stato Christian Vitta e Claudio Zali per rilanciare il discorso».

‘Impossibile chiudere il bestiame nei recinti, gli animali soffrono’

L’imperversare de i grossi predatori nella zona non è quindi più solo esclusivamente un problema del mondo agricolo. Anche se è quest’ultimo ad averne fatto le spese negli ultimi anni: «Le aziende agricole, dopo le innumerevoli predazioni alle greggi e al bestiame in generale, minacciano di chiudere. I sistemi di protezione sono efficaci si e no – commenta Marzio Coppini, presidente della Società agricola valmaggese – Costringere il bestiame a vivere all’interno dei recinti non è nemmeno salutare per pecore e capre. Mi stupisce che le Società di protezione animali non abbia ancora fatto sentire la sua voce al riguardo. Ora si tratta di capire se il mondo politico è pronto a sostenerci o se dovremo assistere alla lenta agonia del settore agricolo. Purtroppo i tempi decisionali di Berna sono lenti...».

‘Una delusione profonda’

Promotore dell’incontro nella capitale è stato Armando Donati, presidente dell’Associazione protezione del territorio dai grandi predatori: «Lo spunto per questa riunione l’ha offerto l’ultima predazione, stavolta di asini, in valle Rovana, una quindicina di giorni fa. Ho percepito grande scoramento tra gli agricoltori, da qui l’idea di attivarmi, anche perché il bestiame ha lasciato gli alpeggi e ora si trova nei boschi, ed è quindi maggiormente vulnerabile – osserva – Dal Cantone, attraverso la Sezione dell’agricoltura, ci aspettavamo messaggi di sostegno, che però non sono arrivati. E questo, non lo nascondo, mi ha profondamente deluso. Ripetere, come fa l’Ufficio caccia e pesca, che si sta facendo il possibile per trovare una soluzione non ci è di conforto. Sappiamo che i funzionari cantonali si stanno adoperando e che sperano di ottenere da Berna il nullaosta all’abbattimento del lupo. Ma è chiaro che sinché Berna non cambia parere, non si andrà mai da nessuna parte».

I fondi inutilizzati per l’estivazione vengano impiegati in autunno

Un’altra richiesta giunta alle autorità cantonali durante la riunione è quella d’impiegare la parte inutilizzata del credito stanziato dalla Confederazione (5,7 milioni, ndr) quale misura di sostegno all’estivazione del bestiame per aiutare i contadini e allevatori ticinesi nel periodo autunnale. «Si tratta, nel caso del Ticino, di grossomodo 500mila franchi che potrebbero servire alla prevenzione degli attacchi del lupo nelle nostre valli. Tuttavia c’è un problema da risolvere: quei fondi erano destinati alla stagione estiva e quindi bisognerà convincere Berna ad accettare questa proposta di ‘prolungo’. La domanda è stata inoltrata, dalla capitale non è però ancora giunta risposta. La situazione per i nostri agricoltori, intanto, rimane critica e questo a mio modo di vedere è inaccettabile» – conclude Donati..