Locarnese

Collaborazione tra Eoc e Santa Chiara, insorgono Ps e Mps

Strategie ospedaliere nel Locarnese, interpellanze al governo sui vantaggi per il privato e sugli svantaggi per il settore pubblico

L’ospedale regionale La Carità a Locarno
(Ti-Press)
4 ottobre 2022
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Suscita dubbi e perplessità l’annunciata collaborazione nel Locarnese fra l’ospedale La Carità (dell’Eoc) e la clinica Santa Chiara. I due istituti, sotto l’occhio vigile del Dipartimento sanità e socialità (Dss), avvieranno un progetto pilota per approfondire la possibilità di una futura suddivisione dei compiti in ambito ginecologico e ostetrico. In sostanza, verranno accentrate tutte le nascite all’ospedale regionale, mentre la ginecologia operatoria sarà concentrata alla clinica privata. Obiettivo, stando a un comunicato dell’Eoc: "Migliorare la qualità della presa a carico e valorizzare le competenze presenti nella regione".

A insorgere, con due interpellanze, sono Ps e Mps. Per i quattro granconsiglieri socialisti (prima firmataria Laura Riget) "l’importanza del progetto impone di approfondire alcuni concetti di fondo. Una strategia spesso usata dal settore privato (a ragione, dal loro punto di vista) è quella di specializzarsi nei settori più redditizi, abbandonando, o meglio scaricando, al settore pubblico quelli più onerosi. Il progetto locarnese, di primo acchito, sembra esattamente questo: la privatizzazione degli utili agli azionisti della clinica con un comparto redditizio, quello della ginecologia operatoria, e lo scarico del settore con meno margine al pubblico, ossia l’ostetricia. Mal si capisce questa strategia da parte del settore pubblico, che semmai dovrebbe migliorare la sua offerta rafforzando le sinergie al suo interno e non esternalizzando servizi importanti".

E ancora: "Un aspetto strategico che lascia quasi basiti, è che a prima vista siamo di fronte a un chiaro indebolimento dell’Ente ospedaliero cantonale, a tutto vantaggio del partner privato. La strategia dell’Eoc, di concentrare le offerte altamente specialistiche garantendo nel contempo la presa a carico di base su tutto il territorio anche nel campo della ginecologia e ostetricia, è condivisibile. Non si capisce quindi, come mai l’ospedale pubblico dovrebbe cedere una parte delle proprie attività, frammentando di fatto ulteriormente l’offerta, senza sicuri benefici dal punto di vista della qualità delle cure, della sicurezza delle e dei pazienti e dei costi sanitari. Qual è il vantaggio per l’Eoc in questa strategia di salvataggio? Si vedono chiaramente quelli per il privato, ma per l’ente pubblico, quali sono?". Il Ps chiede pure dettagli sui termini dell’accordo e sulle basi giuridiche su cui si fonda il progetto, ma anche come s’inserisce nella nuova pianificazione ospedaliera e se l’Eoc ha già discusso la possibilità di acquisire la Santa Chiara. Più in generale, "qual è la visione strategica? Assumersi i cattivi rischi e lasciare libero il campo nei settori più redditizi?".

L’Mps: ‘Il lupo perde il pelo ma non il vizio!’

Toni accesi nell’interpellanza sullo stesso tema presentata da Mps-Pop-Indipendenti (Matteo Pronzini, Simona Arigoni, Angelica Lepori). Il titolo: "Il lupo perde il pelo ma non il vizio!". Il testo: "Passano gli anni, cambiano i consiglieri di Stato, ma la solfa è sempre la stessa. Non si può aggiungere altro nel leggere il pomposo comunicato stampa redatto dalla Clinica Moncucco e fatto firmare e spedire all’Ente Ospedaliero Cantonale in relazione al cosiddetto progetto pilota in ambito ginecologico e ostetrico nel Locarnese. Tale progetto, leggendo il comunicato stampa e l’articolo commissionato al Corriere del Ticino, ci fa ritornare ai discorsi e ai metodi messi in atto dal Dss nella prima parte degli anni 2010 a margine della discussione sulla pianificazione ospedaliera e al successivo referendum contro la modifica della Legge ospedaliera cantonale". Legge che, ricordano gli interpellanti, "voleva di fatto aprire la strada a una collaborazione in ambito ospedaliero tra pubblico e privato", ma che fu bocciata alle urne. E già allora uno dei temi centrali del dibattito riguardava il settore dell’ostetricia e ginecologia. Il gruppo punta il dito sul fatto che con il progetto pilota si sta "mettendo il Legislativo cantonale davanti al fatto compiuto". Il Gran Consiglio (a eccezione dell’Mps), pochi mesi fa ha votato una modifica di legge "con la quale di fatto ha rinunciato alle proprie competenze in ambito di pianificazione ospedaliera. Sintomatico, a tal proposito, che la commissione sanità e socialità non abbia dato comunicazione dell’incontro avuto con la direzione della Clinica Moncucco. Si lascia ai ‘tecnici’ l’iniziativa d’informare, con evidenti vantaggi, l’opinione pubblica. Non può inoltre essere dimenticato che proprio in questi giorni circolano voci sempre più insistenti sul fatto che la Clinica Moncucco abbia proceduto alla disdetta, per il 31 dicembre 2022, del contratto collettivo di lavoro valido per i dipendenti della Clinica Santa Chiara. Tale Ccl prevedeva, soprattutto per il personale meno qualificato, migliori condizioni contrattuali (ad esempio salario e vacanze). Proprio un bell’inizio".

L’Mps, infine, segnala che "l’ostetricia sia meno redditizia della chirurgia ginecologica". Tra le domande al governo: "Non ritiene che questo progetto sia in contraddizione con il parere espresso dalla popolazione ticinese nella votazione popolare del 2016? Conferma le voci sempre più insistenti che l’attuale Ccl in vigore presso la Santa Chiara sia stato disdetto per il 31 dicembre 2022? È stata fatta una proiezione, per i prossimi 10 anni, del fabbisogno di cure ginecologiche e delle potenziali nascite? Se sì, chiediamo che venga illustrata. Quali sono i rispettivi fatturati per i due settori di Eoc e Santa Chiara e quali sono i tassi di redditività?".

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