A chiederlo al Municipio è una raccolta firme sottoscritta da 90 proprietari di abitazioni e frequentatori della frazione centovallina. L’impianto è fermo
Niente tasse d’uso e consumo fino a quando la funivia che da Intragna sale a Pila e Costa non verrà rimessa in funzione per il trasporto delle persone. A chiederlo, in una petizione consegnata venerdì scorso al Municipio di Centovalli, sono 90 proprietari d’immobili e turisti estimatori e frequentatori della piccola frazione che sovrasta il capoluogo. Cittadini che, essendo l’impianto fuori uso dal dicembre 2021, ovviamente non hanno modo di raggiungere le abitazioni se non salendo a piedi lungo il sentiero. La frazione, come noto, non è servita da strade carrabili. E il ritardo accumulato (complice anche la pandemia) nella progettazione del nuovo collegamento via fune (la cui consegna dovrebbe avvenire nel corso del 2024, parallelamente alla messa in funzione della nuova teleferica Verdasio-Rasa) non fa che peggiorare le cose. "Purtroppo per noi le notizie in questo senso non sono assolutamente buone – si legge nel testo consegnato alla Cancelleria –. Dopo le presentazioni alla popolazione interessata di alcuni anni fa (con indicazioni di tempistiche e rassicurazioni per tutti noi) stiamo osservando, impotenti, quanto (non) stia succedendo". Pur riconoscendo le "difficoltà incontrate dal nuovo Municipio (tecniche, finanziarie, aumento dei costi delle materie prime ecc.) siamo convinti del fatto che l’autorità dovrebbe dare maggiore importanza al caso. Siamo naturalmente delusi perché la tempistica dei lavori promessi si sta decisamente allungando e il nuovo inverno è alle porte. Nessuno, al momento, ci sa dare un’indicazione certa sull’inizio dei lavori". Indicazioni in tal senso, a dire il vero, erano giunte in luglio dall’Esecutivo centovallino che, rispondendo a un’interpellanza di un conigliere comunale che chiedeva lumi in merito alla tabella di marcia, aveva indicato la consegna all’utenza dei due nuovi impianti per fine 2023-inizio 2024. "Non abbiamo soluzioni da darvi – scrivono ancora i firmatari rivolgendosi all’autorità – ma sicuramente potreste rivalutare l’investimento (11,7 milioni di franchi per le due funivie, ndr) optando per una soluzione più economica". In attesa di vederci un po’ più chiaro, le abitazioni sulla montagna restano vuote. Questo significa che i vari servizi (allacciamenti alle reti elettriche, idriche ecc.) che i proprietari sono tenuti a pagare non vengono affatto sfruttati. Come è il caso per i rifiuti e l’acqua potabile. Da qui la richiesta al Municipio, affinché congeli il pagamento di queste tasse fino al momento in cui le cabine saranno nuovamente agibili. "Speriamo vivamente che l’esecutivo prenda a cuore anche queste piccole frazioni, dando loro l’importanza che meritano. Il nostro desiderio è che le promesse fatte siano mantenute nel più breve tempo possibile".
La funivia venne collaudata e messa in esercizio nel 1953. Naturalmente col passare degli anni si dovettero apportare delle migliorie all’infrastruttura. Nel 1992 le Fart comunicarono di aderire alla decisione di cessione, come da accordi presi a suo tempo, tra la Società cooperativa che la gestiva e lo Stato. Dagli anni 60 il Cantone ha sempre coperto il disavanzo annuale di esercizio delle cabine. Sulla base di una convenzione stipulata tra Consiglio di Stato, Comune di Centovalli e Fart, il Cantone 5 anni fa ha deciso di prendersi a carico l’investimento per il rinnovo completo degli impianti. La proprietà è stata assunta dal Comune così come il finanziamento dell’esercizio, da cui il Cantone viene di conseguenza liberato.
Sono poche le persone che abitano tutto l’anno nella località servita dalle cabine. La quasi totalità delle abitazioni è a uso secondario. A Pila-Costa, durante la bella stagione è però attivo l’Ostello Al Forno, che ha una media di 6’000 pernottamenti all’anno. La presenza e il passaggio di molti frequentatori della località, oltre a generare ricadute economiche positive, garantisce la cura del paesaggio, attraverso lo sfalcio e la pulizia dei fondi. Inoltre proprio da Pila e Costa si snodano i sentieri destinati agli appassionati di camminate. Molti di loro partendo proprio dalla zona raggiungono Comino, per poi spostarsi con la funivia a Verdasio. Un giro che ovviamente permette anche ai ristoranti in quota di trarre beneficio. La mancanza di questo impianto penalizza, dunque, l’intera economia della montagna centovallina. «Per noi – spiega una portavoce di Pila – l’assenza di questa funivia è un servizio alla comunità che viene meno. Salire a piedi, soprattutto per gli anziani, è faticoso. Sono quasi del tutto assenti pure i posteggi pubblici dove lasciare l’auto a Costa e Calezzo (stalli blu). Se aspettiamo ancora tutto questo tempo prima di rimettere in funzione il collegamento, francamente temo che la situazione peggiorerà ulteriormente».
Al Comune, che due giorni la settimana, a orari precisi, assicura l’arrivo in quota della merce tramite la funivia chiusa al trasporto delle persone, i firmatari chiedono anche una migliore informazione: «Sarebbe il caso organizzassero un incontro con l’ingegnere che ha progettato il nuovo impianto, in modo da capire cosa succede. Anche i turisti di passaggio non sono messi al corrente della situazione e questo non è certo il modo di accoglierli».
Secondo i piani dell’ingegner Reto Canale, responsabile del progetto, le posizioni delle stazioni di partenza e arrivo, così come dei piloni rimarranno invariate. La funivia avrà una sola linea lungo la quale le cabine si incroceranno secondo un’innovativa tecnica "a incrocio" delle cabine: una soluzione che ottimizzerà l’accesso alla stazione intermedia di Pila (niente più rampa) e che consentirà di ridurre le dimensioni delle fermate. Una tecnologia in prima mondiale che potrà attirare più visitatori. Ma che, al momento, sembra presentare qualche problema di ordine tecnico (e di costi). «Ci fosse stata la strada che da Intragna portava a Pila, tutti questi problemi non sarebbero sorti» – commenta, con un sorriso amaro, un’interessata. Quei maledetti 870 metri di strada che separano Pila da Costa, più volte rivendicati nei decenni passati, mai costruiti.