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Bignasco, la piscina diventa lido... d’amore

Rane e rospi hanno trasformato la vasca in un luogo di riproduzione. L’unica soluzione: aspettare che se ne vadano sulle loro zampe

(laRegione/FJ)
21 giugno 2022
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"Galeotta fu la piscina e chi la costruì", direbbe qualcuno prendendo in prestito – e parafrasando – Dante. Protagonisti di questa storia d’amore "bestiale" una colonia, anzi due, di anfibi gracidanti, alcuni con la pelle grinzosa e tutti con grandi occhi sporgenti. Parliamo di rane e rospi che, da inizio maggio, hanno fatto la loro comparsa nella vasca della piscina comunale di Bignasco, luogo in cui hanno trovato le condizioni ideali per riprodursi e deporre le uova.

Una vicenda che, come tutti i melodrammi che si rispettino, ha un punto d’inizio, uno svolgimento costellato di ostacoli e una fine (che – concedeteci la "spoilerata" – arriverà presto, per buona pace di chi non vede di buon occhio la presenza di queste bestiole). Ma soprattutto una vicenda, più unica che rara, che narra di come la natura, quando vuole e se vuole, si riprende i suoi spazi.

Un habitat ideale per flora e fauna

La piscina, di proprietà del Comune di Cevio, lo ricordiamo, non è più in servizio da due anni a questa parte. Due i fattori che hanno portato il Municipio del capoluogo valmaggese a mettere i lucchetti alle porte della struttura. Il primo riguardava le condizioni in cui versava – e versa tutt’ora – l’impianto, che necessita di un importante risanamento. E poi, a mettersi in mezzo, anche la pandemia e le stringenti misure sanitarie in vigore per contrastare la diffusione del Coronavirus.

La piscina è rimasta chiusa, con l’impianto tecnico fermo, ma con la vasca ancora piena d’acqua. Senza più filtraggio, bagni di cloro e ricambi, l’acqua è diventata stagnante, e questo ha permesso la formazione di un clima e di un ecosistema simile a quello di uno acquitrino. Un habitat ideale per piante, ma anche per piccoli animali, come gli insetti. Non solo; la zona è anche al riparo da eventuali pericoli, come lo possono essere i predatori, dato che tutto il perimetro della struttura balneare è ricoperto da recinzioni. È questa somma di fattori, combinata con temperature miti e ricchezza di cibo, ha attratto rane e rospi, appena usciti dal letargo. Hanno preferito la piscina alla vicina cascata di Bignasco, eleggendola a luogo ideale per la ricerca di un compagno o di una compagna, per poi procreare. In un paio di settimane gli anfibi si sono moltiplicati, arrivando forse a cinquecento o alle mille unità. Con la deposizione delle uova e la nascita dei piccoli girini, il numero è lievitato esponenzialmente.

Un fenomeno inaspettato

Non appena si è reso conto degli insoliti ospiti, il Comune di Cevio si è subito mosso per cercare di trovare una soluzione. Come prassi vuole, quando ci si interfaccia con animali o gruppi di animali selvatici, gli enti non possono provvedere autonomamente a spostarli, ma bisogna far notifica al Cantone, anche perché se le rane sono considerate una specie comune, i rospi sono invece protetti (quelli scoperti a Bignasco vivono solo nelle zone attorno alle località di Cevio e di Lodano).

Varie le proposte studiate dalle autorità comunali e cantonali, ma tutte impraticabili. Si è pensato all’inizio alla possibile creazione di un biotopo, scartata però da subito, poiché le specie coinvolte erano due e non tre, numero necessario per la nascita di un’area delimitata e protetta. Allora, è stato proposto di spostare i gracidanti inquilini dalla piscina alla vicina pozza, ma anche questa via è stata dichiarata non percorribile, poiché andava a togliere la possibilità alla gente del posto, così come anche ai turisti, di fare il bagno sotto la cascata grande. In più, prelevare le uova e i girini, comporterebbe gravi rischi per il loro sviluppo e la loro sopravvivenza.

Che fare quindi? La riposta è sotto gli occhi di tutti (anche se a qualcuno potrebbe causare malumore): lasciar fare alla natura il suo corso. Aspettare quindi che siano gli animali stessi, una volta completato il ciclo di sviluppo, a uscire dalla vasca, per saltellare alla ricerca di un nuovo habitat. Questione, a detta del Comune, di un paio di settimane, dato che ad oggi le uova sono tutte schiuse e i girini stanno già perdendo la coda e mettendo le zampette. Insomma, finita la stagione dell’amore alla piscina di Bignasco, e una volta che i piccoli avranno lasciato il nido (o meglio il lido), ci sarà il ritorno alla normalità, con una struttura chiusa, ancora in cerca di un futuro.