Con una lettera aperta al CdS si ricordano gli sforzi profusi nella valorizzazione del territorio e l’impossibile convivenza tra predatori e allevatori
Dopo l’ennesima predazione in Ticino, avvenuta a Corippo nelle ultime settimane, nella quale 5 pecore sono state uccise o ferite dal lupo, i continui avvistamenti notturni e diurni e una lunga serie di attacchi di questo predatore in tutto il Ticino e non solo, considerando l’aumento esponenziale di presenze, l’Associazione Comuni Valle Verzasca e Piano non se la sente di stare alla finestra a guardare. Scende in campo e invia al Consiglio di Stato una presa di posizione a favore degli allevatori e di tutto il settore primario. "Quale Associazione che raggruppa i diversi Comuni del comprensorio non vogliamo essere retorici ma ci vediamo costretti a una presa di posizione che vuole rappresentare la nostra responsabilità a sostegno di tutte le attività del territorio, i posti di lavoro e le famiglie che quassù ricavano il necessario per poter vivere in modo dignitoso, o perlomeno in modo sostenibile. In Valle Verzasca fortunatamente operano ancora una trentina di aziende agricole che gestiscono pascoli e prati di sfalcio che, considerata la morfologia del territorio, obbligano questi ultimi a fatiche notevoli per racimolare il poco fieno che questi campi possono offrire (...) Da sempre i nostri avi hanno praticato la transumanza per poter "sfruttare" quel poco che il territorio poteva offrire e con grande passione hanno saputo mantenere e tramandare questo alle nuove generazioni che, nonostante le limitazioni causate dal grande impegno di lavoro e del poco ricavato, fortunatamente hanno voluto proseguire sulle orme dei genitori. Nella convinzione che abbia ancora molto da offrire, in particolare in un momento storico dove la pressione dei centri, la globalizzazione, le difficoltà imposte al settore e non da ultimo ora la presenza dei predatori, portano purtroppo a metterne in discussione il proseguimento".
Ricordando come il territorio verzaschese proprio per quel suo paesaggio di pregio rappresenti un’attrattiva turistica e come l’agricoltura "debba rimanere presente e radicata nel nostro tessuto sociale per mantenere un equilibrio di grande importanza per le persone, il territorio e la gestione dello stesso", l’Associazione dei Comuni si dice convinta che "la convivenza di questi animali con il bestiame da reddito delle aziende non possa esistere. Le proposte formulate dai diversi ambienti, in particolare per il sostegno dei predatori da alcuni uffici cantonali, non possono entrare in discussione. Di fatto la recinzione o il pascolo custodito non sono possibili visto che il nostro territorio non lo permette e inoltre causa il proliferare di malattie trasmesse tra gli esemplari, ad esempio zoppina, vermicolosi e altre patologie. I cani di protezione non permettono il controllo assoluto delle greggi e sono fonte di pericolo per i turisti di passaggio dalle zone di pascolo (lungo i sentieri alpini) e il controllo tramite pastori risulta troppo oneroso rispetto ai benefici o alle dimensioni ridotte delle aziende di allevamento".
Sempre a detta dell’Associazione, "le continue affermazioni sull’importanza dei predatori per la regolazione della selvaggina, in particolare degli ungulati, espresse da chi forse la realtà alpina non la conosce, non trovano riscontro nella realtà dei fatti, in effetti essa andrebbe pianificata in altri modi e tramite regolamenti di caccia diversi (come peraltro già da decenni richiesto dai cacciatori); solo così riteniamo si possa garantire una gestione controllata degli effettivi senza introduzione di predatori".
Da queste considerazioni i rappresentanti degli enti vallerani e del Piano formulano all’attenzione del Consiglio di Stato delle precise richieste: la valutazione effettiva della presenza di lupi in Valle Verzasca (quantificazione); una proposta concreta per il contenimento/eliminazione della presenza di lupi; un maggior riconoscimento delle perdite economiche degli allevatori (uccisione di capi, misure per il contenimento del problema ecc.); l’espressione della volontà politica di sostegno all’agricoltura di montagna attraverso contributi mirati alla gestione del territorio e dell’allevamento; la definizione di un programma di misure a favore dell’agricoltura di montagna; la definizione di una tempistica chiara per l’eliminazione del lupo in Canton Ticino.
Il presidente dell’Associazione, Damiano Vignuta il segretario, Saverio Foletta, auspicano infine "risposte altrettanto concrete che dovranno giungere nel minor tempo possibile, evitando alle Valli di assistere a un abbandono repentino delle attività agricole e di gestione del territorio."