Locarnese

Alvad, col progetto Ril cure qualitative a costi sostenibili

La messa in rete dei servizi sociali e sanitari è la sfida futura per gli operatori pubblici e privati del settore delle cure a domicilio

17 maggio 2022
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Reti integrate del Locarnese (Ril). È questo il progetto al quale sta lavorando l’Alvad, Spitex Locarnese e Vallemaggia, in collaborazione con i vari partner pubblici e privati impegnati nel settore dell’assistenza e delle cure all’anziano della regione, riuniti attorno a un tavolo di lavoro per vedere in che modo riuscire a fornire prestazioni di alta qualità a costi sostenibili. Una sfida non facile, quella che attende i vari responsabili, chiamati – per dirla con parole del dottor Stefano Gilardi, presidente dell’Alvad – a «inserire l’utenza in un percorso sociosanitario il più adeguato possibile alla situazione socio-clinica, fornendole le persone giuste nelle strutture giuste». Dietro tutto ciò, vi è il concetto di razionalizzazione più volte ribadito in occasione della conferenza stampa dell’Alvad, voluta per presentare tre eventi: l’assemblea ordinaria, l’assemblea straordinaria e il terzo simposio di portata cantonale/transfrontaliera sulle reti integrate di prossimità, svoltosi nella Sala dei Congressi di Muralto.

Oltre 7 milioni riversati nelle casse del Cantone

Andiamo con ordine: per quanto riguarda l’assemblea dei delegati comunali, piatto forte sarà il consuntivo 2021, che chiude con un bilancio positivo malgrado gli importanti ristorni che l’Alvad versa allo Stato. Dal 2009 a oggi, qualcosa come oltre 7 milioni di franchi. «Le cifre contano, ma dietro ci sta il lavoro, l’impegno e la sofferenza dell’utente, non dimentichiamolo mai» ha sottolineato Gilardi. Utenti che si attestano sulle 2’100 unità, con un incremento dei casi complessi, strettamente collegato all’invecchiamento della popolazione, a sua volta da relazionare alla capillarità dei servizi specialistici sempre più richiesti. «Il nostro prodotto non è male – ha assicurato il sindaco di Muralto –. Le richieste sono in aumento e riusciamo a soddisfarle anche appaltando, laddove possibile, ad altri servizi».
Il lavoro non manca, ma i costi di gestione per caso risultano, comunque, più bassi rispetto ad altre analoghe realtà ticinesi e svizzere. Al contrario di quanto, invece, avviene per il contributo (sussidio) per caso, dove invece il nostro Cantone risulta più salato rispetto al resto della Svizzera (oltre Gottardo l’anziano in generale rimane meno a lungo al proprio domicilio, si fa più ricorso ai servizi dei gerontocomi e alle spitex private).
Per vincere la difficile sfida con l’asticella dei costi, il segreto sta tutto nell’organizzazione/pianificazione del lavoro. La parola d’ordine in questo caso è razionalizzare. Ciò comporta meno equivoci (leggasi sovrapposizione dei servizi), maggiore rapidità, minori spese.

La criticità delle sfide: ecco cosa è cambiato

Il paziente "fragile" sarà sempre più al centro della sanità territoriale di domani. Questo perché i termini del problema sono cambiati negli ultimi decenni. «La presa a carico dell’utente, ad esempio – ha riferito Alessandra Viganò, direttrice sanitaria dell’Alvad – è destinata a prolungarsi nel tempo (in pratica fino alla sua morte); il ruolo dei familiari che si prendono cura del loro congiunto è venuto a cadere; le risorse del vicinato sono anch’esse andate perse rispetto al passato; l’aspetto sociale con situazioni di precarietà finanziaria della persona assistita sono in aumento; non da ultimo è spuntata una componente psichiatrica (esacerbata dalla pandemia) che prima era meno manifesta. Tutti questi cambiamenti hanno imposto all’Alvad di definire percorsi di cura indicati con un occhio di riguardo alle uscite».
«Alvad è infatti un’azienda di servizi e come tale ha dovuto ottimizzare le risorse e puntare molto sul ruolo formativo, molto importante. Evolve il quadro delle necessità, evolvono i desideri dell’utenza, evolve la qualità», ha aggiunto Gilardi.

L’informatizzazione e il lavoro in rete

Importante alleato in casa Alvad è l’informatica. Come riferito da Gabriele Balestra, direttore amministrativo, «le performance lato efficienza ed economicità sono frutto dell’informatizzazione. Il cambiamento di sistema operativo ci ha consentito di migliorare la gestione dei collaboratori. Ma non è la sola chiave di volta. Un alleato indispensabile è il lavoro in rete. Occorre agire dal basso, con tutti gli attori presenti nella regione su temi comuni che possano condurre a un accordo ‘win-win’. Penso ad esempio alla contabilità o alle risorse umane. Se ognuno tira dritto per la propria strada non è certo l’optimum. Creare sinergie anche a livello d’intervento è il miglior modo per rispondere alla crescente multidimensionalità dei bisogni».

I simposi, occasione d’incontro e di scambio di esperienze

Per migliorare la governance sociosanitaria extra ospedaliera vengono promossi, dal 2020, dei simposi, come quello Interreg in questione, sotto il nome di progetto "Reaction: Reti di assistenza comunitaria per la fragilità", che si concluderà a fine anno. «Si cerca d’imparare cosa si fa altrove con le reti di prossimità, nel caso specifico in Piemonte, portando nel contempo il nostro contributo – osservano Gilardi e Balestra –. Esistono delle differenze sostanziali dalle due parti del confine. Se da noi il servizio di assistenza all’anziano non indipendente è più professionale, da loro l’approccio è un tantino migliore grazie al volontariato reperibile nei Comuni. Una risorsa della quale anche noi disponiamo, ma che andrebbe recuperata».
Un’ultima annotazione riguarda la mancanza di personale. Oggi l’Alvad impiega circa 150 collaboratori, ma incontra difficoltà a reperire personale giovane motivato e qualificato. Scarseggiano gli apprendisti in campo sociosanitario benché ci siano interessanti prospettive di carriera.