Ha vissuto ad Ascona e per testamento voleva cedere la proprietà alla natia Cannobio: da Municipio e Legislativo ‘no grazie’
Il gioco non vale la candela: locuzione utilizzata quando si vuole esprimere la propria riluttanza a compiere un sacrificio che non farà ottenere un utile proporzionato, che il Consiglio comunale di Cannobio ha fatto propria per rinunciare a un’eredità, contenuta nel lascito testamentario di un settantasettenne nativo di Falmenta, poi trasferitosi in Ticino, ad Ascona. L’uomo era proprietario di aree boschive in un alpeggio a Socraggio, sulle alture della valle Cannobina, che ha voluto lasciare al Comune. I motivi della rinuncia in Consiglio comunale sono stati illustrati da Gianmaria Minazzi, sindaco di Cannobio: «Non avremmo potuto ricavarci niente. Ci saremmo trovati ad affrontare i costi dell’atto notarile e poi quelli di gestione, per interventi di pulizia e messa in sicurezza. Sarebbe stata una scelta difficile da giustificare secondo le logiche di una corretta azione amministrativa». La maggioranza consiliare si è espressa per un "no, grazie", la minoranza si è astenuta, altri due hanno votato contro la rinuncia. A questo punto che fine faranno i boschi che nessuno vuole? Entrano a far parte dei beni demaniali, ovvero un bene dello Stato italiano.