Locarnese

Locarnese, il diesel perde l’autobus delle Fart

Entro il 2030 l’azienda mira a decarbonizzare il trasporto pubblico su gomma. Addio ai combustibili fossili, largo all’elettrico. Così cambia la mobilità

(Ti-Press)
5 maggio 2022
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Accelerare la decarbonizzazione del settore trasporti pubblici, il più grande emettitore di gas a effetto serra in Svizzera, secondo una programmazione che tenga in considerazione l’evoluzione tecnologica e la sostenibilità finanziaria dell’operazione. L’appello a una riduzione delle emissioni di CO2 delle principali associazioni ambientaliste, fatto suo da anni a questa parte dalla classe politica, non poteva non trovare ascolto in casa Fart. L’azienda locarnese, con la sua imponente flotta di autobus circolanti, è molto attenta alle riduzioni delle emissioni di gas inquinanti e quale obiettivo si è data proprio il loro azzeramento da qui al 2030.
Occorre dunque andare oltre il motore a combustione interna alimentato a fossili. Le alternative possibili sono oggi i motori ibridi, compresa l’opzione plug-in e i sistemi 100% elettrici. Del tema si è parlato nel corso di una conferenza stampa indetta dalle stesse Fart per presentare questa sfida. Paolo Caroni, presidente del Cda, ha ricordato come il progetto sia partito da una visione culminata in uno studio affidato alla Supsi nel 2019. Prima, cioè, dell’importante investimento resosi necessario per potenziare e rinnovare la flotta (avviato nel 2020, con un parco attuale di 63 mezzi). Dal 2024, ha ricordato Caroni, si assisterà all’introduzione progressiva di questi veicoli a zero emissioni, con la messa in servizio della nuova officina e deposito di Riazzino. Autorimessa che, tra l’altro, disporrà di pannelli fotovoltaici sul suo tetto.

Nel 2021 l’incremento dei viaggiatori, bilancio in utile

Caroni ha pure fornito qualche anticipazione relativa al bilancio aziendale 2021. Il trasporto su gomma ha fatto registrare una marcata crescita di viaggiatori (+18,9% rispetto al 2019, +45% rispetto al 2020 sulle linee regionali, +13,9% rispetto al 2019 e +59% rispetto al 2020 sulle linee urbane). Il risultato d’esercizio delle autolinee è tornato in attivo per circa 417mila franchi. A questo risultato positivo si aggiunge tutto il discorso relativo all’assunzione di 67 nuovi conducenti, alle migliorie apportate al servizio in più ambiti (formazione personale, aggiornamento delle fermate, introduzione codice etico aziendale, marketing ecc...).
Presente all’incontro, anche il direttore del Dipartimento del territorio, Caudio Zali. Il nuovo presidente del governo ha dapprima evidenziato l’importante ruolo svolto dalla mobilità pubblica in Ticino (cantone pioniere nella promozione dell’elettrificazione nel settore della mobilità) e dei tangibili risultati che gli sforzi portati avanti dal Cantone stanno dando in questo ambito. Un impegno che ha, tra l’altro, fatto scuola in altri cantoni svizzeri. Ha pure posto l’accento sulla necessità di sostituire il carburante fossile con propulsori di altro tipo e di un approccio totalmente ‘carbon free’, salutando con soddisfazione l’arrivo, in casa Fart, dei primi modelli completamente elettrici. Non a caso, nel programma di legislatura vi è l’obiettivo di procedere verso una società rinnovabile al 100% e tra le varie azioni figura il sostegno e la promozione della mobilità sostenibile, favorendo la mobilità collettiva e i veicoli a emissioni nulle di CO2 e incentivando una rete di stazioni di ricarica capillare e di qualità.
Certo, oggi il gap di prezzo dei veicoli elettrici rispetto a quelli a combustione interna è evidente (i nuovi bus articolati costano oltre 800mila franchi a unità, il doppio di uno diesel). Ma ciò non può comunque scoraggiare le Fart dall’introduzione, progressiva, di questi mezzi ‘puliti’.
Soffermandosi sullo studio della Supsi e sul progetto di decarbonizzazione, il direttore delle Fart, Claudio Blotti, ha precisato che a questa fase di valutazione stanno prendendo parte pure altri partner (Amsa, At e Tpl Sa), al fine di giungere a un approccio comune e all’introduzione, per tappe, dei motori elettrici. Contatti sono già intanto stati avviati anche con Aet e Ses per l’impianto fotovoltaico di Riazzino e la questione dei costi di fornitura dell’energia. La fase di analisi dovrà permettere, infine, di stabilire il tipo di trazione scelto a titolo definitivo, l’eventuale fabbisogno d’infrastrutture, il loro acquisto e la loro messa in esercizio entro la scadenza del 2030.

La fame ‘energivora’

Più tecnico l’intervento di Vasco Medici, docente all’Istituto sostenibilità applicata all’ambiente costruito della Supsi, il quale ha ripercorso i contenuti e gli obiettivi del progetto: vale a dire stilare una roadmap per l’elettrificazione della flotta di trasporto su gomma delle Fart che l’aiuti a ottimizzare i costi, riducendo nel contempo anche l’impatto sulla rete di distribuzione elettrica. Stando alle stime, le vendite di bus a zero emissioni in Europa quadruplicheranno da qui al 2030. I vantaggi toccano anche il problema dell’inquinamento fonico, visto che i modelli elettrici sono molto più silenziosi, mentre a far da contraltare sul piatto della bilancia vi è il costo (esploso negli ultimi tempi) dell’approvvigionamento energetico (gli autobus come quelli presentati ieri hanno un’autonomia di circa 320 km e si ricaricano completamente, nei luoghi di permanenza, in 5-6 ore). L’incontro si è concluso con un giro di prova in città a bordo del nuovo autobus prodotto dalla Man tedesca.
Consapevoli di come non sia affatto facile scommettere su una tecnologia vincente come scelta esclusiva (quindi dell’opportunità di tenersi aperti anche ad altre opzioni possibili), Fart, partner e Cantone sono certi che per la riduzione delle emissioni climalteranti, le soluzioni tecnologiche basate sull’elettrificazione risultano attualmente quelle più promettenti per diversi comparti, soprattutto quello del trasporto su strada. Si tratta di un significativo ed efficace messaggio che viene dato alla collettività, ha evidenziato Zali nel suo intervento, in direzione di una continua e costante sensibilità nei confronti del rispetto della salute dell’ambiente e della popolazione.