All’assemblea patriziale si è parlato d’interventi di miglioria lungo i camminamenti escursionistici e al vecchio manufatto a propulsione idrica
Valorizzare il vecchio mulino di Palagnedra (ex Fenacci), risalente al 1856, ristrutturato nel 2004, incastonato nella stretta vallata di Niun che separa il paese da Rasa, testimonianza della civiltà rurale centovallina di un tempo. Come tutti i mulini ad acqua sparsi in Ticino, anche questo edificio racconta un periodo della nostra cultura storica e, dunque, un momento di vita dell’uomo che, con laboriosità, ha sviluppato tappe evolutive delle tecniche costruttive e della civiltà contadina. Di questa antica invenzione si è discusso anche in occasione dell’Assemblea ordinaria del Patriziato di Palagnedra e Rasa, tenutasi il 23 aprile scorso. Seduta che ha portato, tra le altre cose, all’approvazione dei conti consuntivi 2021 e preventivo 2022, alla nomina della commissione della gestione e al riconoscimento dello statuto di patrizio a un residente di Palagnedra.
Agli eventuali, il presidente dell’ente, Claudio Simoni, ha riferito della collaborazione tra l’Organizzazione turistica lago Maggiore e valli e il Comune delle Centovalli nella costruzione del ponticello che attraversa il riale di Capol, in zona fornace. Si tratta di agevolare e rendere più sicuro un passaggio importante nel percorso escursionistico sulla sponda destra delle alte Centovalli.
Sempre in materia di collaborazioni con il Comune l’Assemblea ha sottolineato il lavoro puntuale e competente della squadra comunale nel taglio degli alberi pericolanti, in zona mulino, area alquanto impervia. Un intervento apprezzato dai presenti. Nelle prossime settimane l’Amministrazione interverrà con una manutenzione straordinaria dell’immobile di sua proprietà, con lavori mirati di mantenimento e con la copertura della grande ruota esterna (3,2 metri di diametro) a movimento idraulico. Il funzionamento dei mulini ad acqua rappresenta una vera e propria scienza idraulica, soprattutto per le ingegnose tecniche d’impiego e sfruttamento dell’acqua corrente quale principale fonte di energia meccanica. Già nel 2005 l’allora Amministrazione patriziale aveva provveduto a un restauro conservativo dell’immobile per restituirgli una seconda vita anche a scopo divulgativo (far scoprire a curiosi e alle nuove generazioni i mestieri produttivi e rurali di un tempo).
Due parole, per concludere, anche sui bilanci: i conti del 2021 chiudono con un attivo di pochi franchi. Non vi sono state uscite particolari. Le spese amministrative sono state contenute al massimo e lo stesso organo direttivo ha rinunciato a qualsiasi compenso, agendo in modo volontario.
La liquidità del Patriziato si mantiene sui livelli di quella degli anni precedenti, con un capitale di poco più di 68mila franchi. A livello di stime di spesa, invece, l’ente fornirà il suo contributo (con 3mila franchi) alla costruzione di un ponte in zona Fornace. Una ventina di anni or sono si era ipotizzata la posa di una passerella e, in seguito, la sistemazione di massi per consentire l’attraversamento del riale di Capol. Soluzioni giudicate non soddisfacenti.
Nel frattempo il sentiero è rientrato nella rete di quelli ufficiali, motivo per cui l’Otlmv ha ritenuto opportuna la realizzazione di un ponte, con un preventivo di spesa che si aggira sui 35mila franchi. I lavori hanno subito ritardi a causa della pandemia. Nella stessa area, ma a monte, è già stato costruito un ponticello in legno che consente il passaggio agli escursionisti.