Domani sera al Fevi il presidente della Società Storica Locarnese Rodolfo Huber terrà una conferenza sulla storia dei musei della città
‘Una storia dei musei di Locarno’ è il titolo della conferenza che il presidente della Società Storica Locarnese, nonché direttore dei Servizi culturali cittadini Rodolfo Huber terrà domani, mercoledì 23 marzo, alle 18 al Palexpo di Locarno.
La storia dei musei civici di Locarno si ricollega ai festeggiamenti del primo centenario del Cantone Ticino (1903). L’intento di allora era costituire una collezione di cimeli patriottici e didattici per illustrare la gloria e la storia patria. Tra i fondatori della Società del Museo vi furono Emilio Balli e Alfredo Pioda.
La prima sede dell’esposizione erano due aule scolastiche; solo più tardi il museo si trasferì al Castello Visconteo. Col passare del tempo, la Società del Museo perse slancio e della sua gestione continuò a occuparsi il solo, anziano, Emilio Balli. Venne fondata una nuova società diretta da Aldo Crivelli che si concentrò sull’archeologia. Poi, nel castello furono presentate esposizioni d’arte ticinese e la mostra curata da Virgilio Gilardoni sulla cultura popolare. Nel 1965, una sala del museo fu dedicata all’arte contemporanea, esponendo la donazione Arp e una mostra sul Patto di Locarno. Negli anni 1980 furono restaurati dapprima Casa Rusca per farne la pinacoteca comunale e poi Casorella, che grazie a un nuovo recente intervento è ora dedicata alle collezioni d’arte cittadine.
Le vicende di questi musei si intrecciano con quella di altri progetti culturali come la Casa del Negromante e la Biblioteca cantonale a Palazzo Morettini. Invece, il Museo cantonale d’archeologia e il Museo del Territorio non hanno potuto essere realizzati.
Nel corso di un secolo e mezzo non sono cambiati solo i contenuti espositivi, bensì anche i concetti, passando da "raccolta erudita di curiosità", a mostra didattica, a "white cube". La storia dei musei di Locarno illustra in modo esemplare l’evoluzione nel tempo del concetto di museo.