Gordola, la dinamica dell’incidente dell’elicottero è ormai chiarita. Il dolore dei colleghi sul posto della disgrazia. ‘Questo è un cantiere maledetto!’
Il dolore, le lacrime trattenute a stento, l’incredulità. Difficile per i colleghi assistenti di volo trovare le parole per spiegare questa disgrazia costata la vita al 49enne Gabriele Mossi. Qualche centinaio di metri più a monte, si scorge ancora del fumo salire dalla stretta valle. La ricetrasmittente gracchia qualche suono. Poi il rumore dell’elicottero della Rega in avvicinamento, proveniente da Magadino, per il recupero della salma del pilota, solo a bordo. Preceduto, qualche minuto prima, da alcuni lanci d’acqua da parte di un velivolo della Eliticino-Tarmac SA sul luogo della disgrazia. Per impedire alle fiamme che hanno avvolto quel che resta dell’Ecureuil H125 AS 350 B3e della Heli-Tv, alimentate dal carburante fuoriuscito dal serbatoio, di estendersi alla vegetazione circostante. L’esperienza e le tante ore di volo alle spalle nulla hanno potuto. All’origine dell’incidente aviatorio, è appurato, il contatto del rotore principale del mezzo con il cavo più basso del traliccio dell’alta tensione che attraversa la vallata. Un’errata manovra. Una fiammata, il mezzo perde l’asse e diventa incontrollabile, una caduta a piombo di alcune decine di metri nel dirupo e la fine di tutto. Difficili le operazioni di soccorso.
Il pilota sapeva della presenza di quei cavi, affermano gli assistenti, comprensibilmente scossi per l’accaduto. Prima del volo tutto viene pianificato. Una dozzina, le rotazioni con materiale (legname e altro nel tragico volo) previste mercoledì mattina. Il cantiere è quello dell’acquedotto comunale di Gordola. Una disattenzione, purtroppo fatale, nell’avvicinamento al luogo di scarico, particolarmente impervio. Non certo facile anche se sei un pilota esperto: le pareti dei due versanti sono ripide e strette, con alberi d’alto fusto che rappresentano ostacoli naturali da tenere d’occhio. Quelli messi dall’uomo, invece, sono i cavi dell’alta tensione, segnati sulle carte di volo, che nel caso specifico corrono sopra il punto di sgancio. La visibilità in quel momento era comunque buona, non soffiava vento.
«Questa è una valle maledetta!» – aggiunge un ex assistente di volo giunto di lì a poco, che ci ricorda che nel dicembre del 2017 un altro incidente aviatorio aveva interessato quel canalone. Allora un elicottero dello stesso modello di quello impiegato mercoledì, appartenente alla stessa azienda di Lodrino, mentre si trovava al suolo aveva urtato un ostacolo sul terreno e si era rovesciato sul fianco. Il pilota era uscito illeso, ma la macchina aveva subito danni assai rilevanti. Stavolta è andata purtroppo peggio. «In quel caso ricordo che lavoravamo con gancio al cavo da circa 60 metri; qui sicuramente meno, ma resta davvero un cantiere infelice».
Dal Piano, c’è chi ci contatta telefonicamente per dirci di aver visto il velivolo pochi istanti prima, dirigersi alla piazza di scarico in quota: «Ho ancora la pelle d’oca. Stavo facendo un lavoro e ho notato l’elicottero avvicinarsi con il carico. Mi sembrava un po’ basso ma da qua sotto la prospettiva inganna. Il tempo di girare le spalle per un secondo e quando ho alzato la tesa il velivolo non c’era più, ma ho visto del fumo salire. A quel punto ho temuto il peggio».
Giovanni Frapolli, direttore della Heli-Tv di Lodrino, scosso per la disgrazia e la perdita di un valido dipendente di lunga data, oltre che di un amico, ricorda come «la prudenza, in questo mestiere, non sia mai troppa. Bisogna sempre essere concentrati ai comandi, una piccola distrazione, una valutazione errata, possono essere fatali. Soprattutto in presenza di ostacoli come i fili o a poca distanza da rocce e piante. Il minimo errore non perdona e se urti un ostacolo non riesci più a recuperare la macchina. Purtroppo i rischi del lavoro aereo sono sempre dietro l’angolo».
Sul posto sono intervenuti agenti della Polizia cantonale e, in supporto, della Polizia intercomunale del Piano, i pompieri di Locarno e di Tenero-Contra, addetti dell’Azienda Elettrica Ticinese (Aet), uomini del Soccorso alpino svizzero (Sas), i soccorritori del Salva e della Rega. Un’inchiesta per stabilire l’esatta dinamica dell’accaduto è stata subito avviata dal Sisi, il servizio d’inchiesta svizzero sulla sicurezza. Secondo l’articolo 98 della Legge federale sulla navigazione aerea, il Ministero pubblico della Confederazione è responsabile dei procedimenti penali e coordina le misure da adottare con la Polizia cantonale. Per prestare sostegno psicologico ai familiari dello scomparso è stato richiesto l’intervento del Care Team.