L’obiettivo è sfruttarne le potenzialità e la posizione centrale all’interno del comparto cittadino, garantendo nel contempo la massima flessibilità
Nel complesso serviranno 450mila franchi: è all’albo della Città di Locarno il messaggio municipale con la richiesta di credito per l’acquisto della Rotonda, di proprietà del Canton Ticino, e il relativo concorso di idee per capire quali contenuti destinare allo spazio; di cui avevamo già riferito lo scorso 18 febbraio. La cifra è quindi suddivisa in acquisto (310mila franchi più diecimila di spese notarili, tasse di iscrizione eccetera) e procedura di workshop per la valorizzazione della superficie interna (140mila franchi). L’obiettivo del Municipio, si legge nel documento, è sfruttare il più possibile "le potenzialità e la posizione centrale all’interno del comparto cittadino, garantendo nel contempo la massima flessibilità" di un’area pregiata.
Tale importo, è sottolineato nel messaggio, non è "inserito nel piano finanziario e nel preventivo per l’anno 2022, poiché al momento del loro allestimento non vi erano ancora sufficienti elementi utili", circa il potenziale acquisto dell’opera, il cui iter progettuale iniziò dopo la metà degli anni Ottanta. Già allora, la Città aveva espresso la volontà di partecipare al concorso di idee al fine di valorizzare il grande spazio; purtroppo però, si ricorda, "i mezzi finanziari disponibili non hanno permesso di concretizzare la proposta". Fu definita quindi una sistemazione minima di quello ch e oggi è un "percorso pedonale e ciclabile che mette in collegamento i quartieri della Città" (percorsi vincolati a livello urbanistico), con pumptruck, trasformandosi in estate in "dépendance" del Locarno film Festival con il suo villaggio dove abitano per una decina di giorni diverse offerte culturali e ricreative, nonché culinarie, per la popolazione.
"Il Municipio intende affrontare la definizione delle potenzialità d’uso del sedime tramite una procedura di messa in concorrenza, che dovrebbe essere aperta a più proposte d’uso nonché il più possibile partecipativa (workshop)" e di dialogo con più realtà, aggiungendo che "ci si propone anche di invitare alcuni studi di architettura (possibilmente anche giovani studi) che dovranno formare dei gruppi interdisciplinare a loro scelta in base all’impostazione che avrà la propria ‘visione’".