Adele e Dana, due studentesse dello Scientifico, hanno realizzato un murale all’interno dell’Istituto
Sbuca dalla superficie bianca, anzi spacca la muratura per farsi vedere e dire ‘io ci sono!’. Una grande tartaruga marina è affiorata da qualche tempo sulla parete al secondo piano del blocco due – sperando di non sbagliare – del Liceo cantonale di Locarno; la cui “geografia” mi è sempre risultata incomprensibile. A memoria le pareti sono sempre state per lo più bianche, di un bianco “sfarfallato” a causa dell’illuminazione, intervallato da grandi campiture di colore a seconda del blocco in cui ci si trova. Ma la memoria è spesso fallace e alcune cose tende ad appiattirle.
Ma torniamo alla rappresentazione, nella tromba delle scale, della testuggine di notevoli dimensioni che quotidianamente accompagnerà il saliscendi degli studenti: l’opera è il frutto del desiderio e dell’intraprendenza di Adele Allievi e Dana Bilello, due studentesse al terzo anno di Bic, l’indirizzo scientifico con biologia e chimica quali discipline regine. Il progetto nasce però dalle lezioni di educazione visiva, materia scelta come opzione complementare nel biennio conclusivo.
«Quest’anno, il corso, tenuto dalla docente Veruska Herrmann, prevedeva l’elaborazione di un progetto personale – raccontano Dana e Adele, visibilmente felici per quanto concretizzato –. Abbiamo quindi pensato alla realizzazione di un murale. Ne abbiamo già dipinto uno a casa di un’amica e quindi ci siamo dette che avremmo potuto pensarne uno per il liceo».
Le due amiche sviluppano e mettono a punto il progetto dal soggetto naturalistico (anche grazie al supporto della loro insegnante) e lo sottopongono alla direzione del liceo, che «lo ha accolto bene». Ma per poter cominciare il lavoro con pennelli e colori «la direzione ha inoltrato la richiesta formale al Cantone», spiegano. E come un dono natalizio, l’autorizzazione cantonale a mettere in cantiere la rappresentazione del rettile arriva il 23 dicembre 2021: «Dopo le vacanze di Natale ci siamo messe all’opera. Abbiamo dedicato al murale le nostre ore buche e pause pranzo, per tre settimane consecutive», ricordano.
Tempere, matite colorate e pennarelli indelebili alla mano, a poco a poco, la testuggine ha preso forma: «Abbiamo deciso di raffigurare una tartaruga perché è un animale in pericolo, sensibilizzando quindi anche sul tema ambientale, climatico… ma alla fine ciascuno può darci la propria personale lettura». Oltre alla soddisfazione per il murale concretizzato, le due ragazze ricordano soprattutto con particolare trasporto l’interazione che si è generata durante le ore trascorse a dipingere: «Eravamo sotto gli occhi di tutti e ci sono arrivati sia complimenti, sia critiche, ma anche suggerimenti». Entrambe non nascondono il desiderio di poter realizzare qualcos’altro, ma per il momento – dicono – tutto è ancora allo stato embrionale.