Nonostante le forti raffiche, il perimetro dell’incendio non si è sviluppato all’esterno. Continuano le operazioni di lanci d’acqua e protezione a terra
«L’incendio a livello perimetrale non è avanzato molto rispetto a questa mattina (il fronte del fuoco gestito dai pompieri misurava oltre due chilometri; ndr). Tuttavia, a causa delle raffiche di vento, alcuni focolai interni al perimetro hanno ripreso vigore». È l’aggiornamento riferito a ‘laRegione’ da Samuele Barenco capitano del Corpo pompieri di Bellinzona e coordinatore delle operazioni di spegnimento dell’incendio che da quasi quaranta ore tiene in scacco una vasta area boschiva sui Monti del Gambarogno, dall’alpe di Neggia scendendo a valle fin sopra la frazione di Indemini.
L’incendio è divampato domenica mattina, attorno alle 4, e ha imposto l’evacuazione di 45 persone (13 dalle frazioni di Ri, Pezze e Boè e 32 da Indemini); sfollamento resosi necessario a causa del denso e acre fumo sprigionato dalla combustione.
Le previsioni meteorologiche si sono irrimediabilmente concretizzate. Già in mattinata il capitano Barenco aveva spiegato al nostro giornale che a preoccuparlo sarebbero state le forti raffiche di vento tempestoso provenienti da nord, annunciate per il primo pomeriggio. Vento feroce che non si è fatto attendere e, poco dopo pranzo, ha iniziato a soffiare violentemente, imponendo una valutazione della tattica d’intervento (ripreso all’alba di questa mattina): «Visto che il vento e le raffiche erano previste ci siamo preparati organizzando una serie di operazioni preventive volte alla protezione, soprattutto del fianco sinistro dell’incendio, quello verso l’Italia, che essendo sottovento è la zona di estensione del rogo – spiega Barenco –. Nel pomeriggio, una volta iniziate le raffiche, abbiamo quindi concentrato le forze in quel settore», aggiunge il coordinatore dell’intervento.
Nonostante le condizioni meteorologiche avverse, gli elicotteri stanno continuando a lanciare acqua: «Possono continuare a volare, ma sono un po’ meno efficaci, perché in questo contesto devono rimanere più distanti. Insomma devono operare con sicurezza accresciuta per non essere coinvolti dal vento», chiarisce.
I mezzi aerei continueranno a volare sino a che non sopraggiungerà il buio, a quel momento spegneranno i motori e sul terreno rimarrà la squadra notturna. «Il dispositivo terreno prevede una squadra che rimarrà in protezione della strada e dell’abitato della frazione di Indemini e delle altre più piccole. Gli uomini rimarranno in quei punti da cui è facile raggiungere sia gli abitati e intervenire, sia la strada e quindi scappare qualora la situazione dovesse peggiorare. Questa squadra di pompieri rimarrà qui tutta la notte a sorvegliare e proteggere».
«Considerato che le previsioni meteo hanno annunciato che il vento perdurerà anche durante la notte, la preoccupazione maggiore è che l’incendio acquisisca più vigore allargandosi ulteriormente. Se dovesse invece prendere forza all’interno del perimetro, la notte passa e domani si affronterà una nuova giornata», chiude Samuele Barenco.
Allo spegnimento partecipa una quarantina di unità del personale di terra (dieci in più nel corso della giornata) dei Corpi pompieri di Gambarogno e Bellinzona, mentre i mezzi aerei sono rimasti invariati (sei), fra cui elicotteri Superpuma dell’Esercito svizzero (da nostre informazioni, sembra che siano autorizzati a prelevare acqua dal Lago Delio, appena Oltreconfine).
Sulle cause del rogo non ci sono ancora informazioni, la Polizia cantonale ha aperto un’inchiesta al fine di definire le responsabilità.