Aperto un procedimento penale nei confronti dell’ex consigliere comunale ed ex presidente della sezione Ppd di Locarno
Guai giudiziari per l’ex presidente della sezione Ppd di Locarno ed ex consigliere comunale Alberto Akai. Nei suoi confronti è stato infatti aperto un procedimento penale per non meglio definite irregolarità finanziarie, a quanto pare legate all’ottenimento degli aiuti Covid. Si tratterebbe quindi di irregolarità commesse ai danni dello Stato.
I contorni della vicenda non sono chiari e dal Ministero pubblico non giungono né conferme, né smentite, con la giustificazione però di “esigenze istruttorie” da osservare. Ne consegue che un procedimento penale è stato effettivamente aperto. Non si conosce l’entità delle presunte irregolarità, né ci sono indicazioni riguardanti il modus operandi. L’ipotesi più plausibile è che il tutto si sia svolto in relazione all’attività di ristorazione condotta da Akai. Purtroppo, i ripetuti tentativi della nostra redazione di raggiungere il diretto interessato o il suo legale sono risultati vani.
La notizia dell’inchiesta penale è avvalorata dalla visita di alcuni agenti di polizia al domicilio dell’accusato, avvenuta una decina di giorni fa, finalizzata al sequestro di materiale il cui esame potrà permettere di ricostruire quanto effettivamente successo.
Assume in questo modo un senso pratico il repentino abbandono delle cariche pubbliche annunciato da Akai pochi giorni fa: parliamo sia della presidenza della sezione locarnese del Partito popolare democratico, sia del ruolo di consigliere comunale. In legislativo le dimissioni sono state accettate dai colleghi all’inizio della seduta di lunedì scorso. I motivi addotti erano stati di carattere personale, legati ad un momento di particolare difficoltà e alla necessità di «mettere ordine nella mia vita e ritrovare me stesso», come aveva dichiarato Akai. La decisione smentiva quanto comunicato a fine ottobre, ovverosia l’intenzione di confermare il mandato alla testa della sezione per partecipare al suo rilancio dopo la tornata elettorale dello scorso aprile in cui il Ppd aveva perso uno dei suoi due rappresentanti in Municipio.
A questo proposito si ricorderà che Akai era considerato fra i favoriti, in casa Ppd, per consentire al partito la conferma del secondo seggio nell’esecutivo cittadino accanto all’intoccabile Giuseppe Cotti, dopo la rinuncia da parte dell’ex vicesindaco Paolo Caroni. In campagna elettorale la candidatura di Akai era stata accompagnata dalla disponibilità a rinunciare ai circa 30mila franchi di emolumenti annui percepiti come municipale, per risanare progressivamente il debito contratto a suo tempo nei confronti del Comune, quantificato fra i 150mila e i 170mila franchi. Si tratta di un debito legato a quello che il diretto interessato, intervistato nel febbraio scorso dalla ‘Regione’, aveva definito «uno scivolone finanziario indipendente dalla mia volontà, verificatosi quando nell’ultimo periodo di gestione del ristorante Debarcadero si era accavallato il “buco” della malaugurata esperienza all’ex Magistrale nell’ambito della Rotonda del Festival». Una situazione nella quale Akai si era esposto come persona fisica, non giuridica, aveva precisato, facendo ricadere tutti i debiti sulle sue spalle. Ciò era comunque accaduto «dopo aver riconosciuto alla Città, in 9 anni, affitti annui superiori ai 250mila franchi», aveva sottolineato l’imprenditore della ristorazione, aggiungendo di non avere invece arretrati di imposte comunali.
L’apertura del procedimento penale non equivale naturalmente ad una condanna: vale sempre la presunzione d’innocenza fintanto che non vi sia una sentenza definitiva che decreti la colpevolezza di chi viene accusato.