Locarnese

Locarno, Alvad: ‘Equilibrio finanziario consolidato’

Si è tenuta questa sera la seconda assemblea ordinaria del servizio: presentato il preventivo 2022 e due nuovi membri di comitato Cotti e Donati-Genet

Il polso Alvad è buono
(archivio Ti-Press)
23 novembre 2021
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Il Locarnese demograficamente è la regione più vecchia della Svizzera e quella con uno fra i tassi più elevati di longevità (non a caso è eletta da molti come “buen retiro”). Queste condizioni demografiche implicano la necessità di servizi specifici e specializzati che si occupino degli anziani con diverse casistiche (spesso polimorbidi) e in frangenti disparati. L’abbiamo presa larga, ma la contestualizzazione per sommi capi (con la fallacia del caso) è necessaria alla comprensione di lavoro ed evoluzione delle prestazioni (qualitativamente e quantitativamente) offerte dal servizio Spitex regionale alla luce di fenomeni quali l’invecchiamento della popolazione e la relativa esigenza di servizi specifici, così come la pandemia da Covid.

Si è tenuta questa sera la seconda assemblea ordinaria 2021 dell’Associazione locarnese e valmaggese di assistenza e cura a domicilio (Alvad) nella sala dei congressi di Muralto, cui hanno preso parte fra gli altri la direttrice sanitaria Alessandra Viganò, il direttore amministrativo Gabriele Balestra (nonché vicepresidente dell’Associazione svizzera Spitex) e il presidente Stefano Gilardi (coordinatore della Conferenza Sacd Ticino). All’ordine del giorno i temi principali sono stati: le nomine statutarie per il triennio 2021-2024, l’approvazione del preventivo 2022 e l’andamento delle attività, nonché gli sviluppi di progettualità in atto e future.

Interventi in aumento

I dati statistici parziali del 2021 dicono che finora le ore di prestazione erogate dal servizio sono state 147mila (in media un intervento dura circa mezz’ora) per ben 2’130 casi totali (di cui 1’800 destinati a persone con più di 65 anni), con un numero di interventi per utente che si attesta a 276mila. Le ore erogate dal 2000 sono triplicate, stesso destino per i numeri di intervento (rilevati dal 2003). Un’utenza che diventa sempre più esigente e in alcuni casi anche insofferente (comportamenti che si sono acuiti con la pandemia), con conseguenze sul personale che, per il carico di lavoro (a livello percettivo), sempre più frequentemente chiede riduzione delle ore.

Dietro ai numeri, che sicuramente mettono in luce il lavoro quantitativo dell’associazione, ci sono gli aspetti qualitativi dei servizi che diventano sempre più specifici per poter rispondere a richieste sempre più specialistiche che necessitano tecniche aggiornate. Perfezionamento che richiede una formazione continua (ad esempio nell’assistenza psichiatrica e oncologica), su cui il Servizio di assistenza e cure a domicilio (Sacd) punta molto e che richiede sforzi finanziari non indifferenti.

Preventivo con utile d’esercizio

Scrivendo di finanze arriviamo al messaggio sul Preventivo 2022, in cui si prevede un incremento dell’attività. “Grazie alla consolidata organizzazione gestionale interna, nonché al buon livello di produttività raggiunto, confidiamo di poter mantenere senza particolari difficoltà l’equilibrio finanziario. Questo nonostante qualche incertezza legata alla pandemia”, si legge. Sulla base quindi del contratto di prestazione di quest’anno integrato all’analisi interna, il messaggio riporta un contributo per il 2022 che ammonta a 6’450’000 franchi. Un preventivo, si sottolinea, che presenta un risultato d’esercizio positivo (con un utile di 29’700 franchi), seppur i costi globali si prevede crescano del 2,7 per cento.

Sul fronte della realizzazione del nuovo centro socio-residenziale con la nuova sede a Muralto – fra i progetti che verranno portati avanti l’anno venturo –, si è in attesa dell’evasione del ricorso pendente, che permetterà di procedere alla pubblicazione del concorso per gli investitori.

Un apripista per le reti di cura integrate

«Il Sacd locarnese – è stato rilevato – ha sopportato molto bene l’impatto del Covid, tenuto conto che l’ospedale regionale si è svuotato e ciò ha comportato più pressione sul nostro servizio con la richiesta di far fronte a casistiche complesse e specialistiche, come i pazienti oncologici». A detta del presidente Alvad, la pandemia è stata la prova del nove «su cui gettare le basi del progetto di cure integrate». Quest’ultimo è il lavoro “politico” dell’Alvad, che proprio per la peculiarità del contesto in cui opera è un vero e proprio apripista, nonché laboratorio di analisi per il progetto di rete. Ricordiamo che il Dipartimento della sanità e della socialità aveva avviato una procedura di consultazione (scaduta a fine settembre) per la Pianificazione integrata anziani e cure a domicilio 2021-2030, il cui esito è stato discusso con i rappresentanti dei Comuni. La consultazione è servita al Consiglio di Stato a definire il documento che sarà oggetto del messaggio governativo indirizzato al parlamento entro al fine del 2021.

L’iniziativa in grandi linee propone una pianificazione integrata di tre settori: strutture stazionarie (le case per anziani), assistenza e cure a domicilio, e servizi d’appoggio (come i centri diurni). Ciò che rimane da definire è la sua gestione: poiché ogni regione ha le sue specificità, sarebbe opportuno istituire un ente regionale autonomo che strutturi e gestisca il lavoro facendo riferimento al contesto in cui opera.

Cotti e Donati-Genet in Comitato

Eccoci infine al rinnovo dell’organo di gestione con nomine statutarie per il triennio 2021-2024. Hanno lasciato il comitato Luigi Gnesa – già sindaco di Gerra-Piano e Cugnasco-Gerra, attivo dalla costituzione del Alvad nel 1999 – e Claudio Caldelari, «pilastro della prima ora dell’aiuto domiciliare, quando era ancora un consorzio», si è ricordato. A loro sono subentrati il vicesindaco di Locarno, nonché capodicastero Educazione e Istituto per anziani Giuseppe Cotti e la dottoressa specialista in pediatria e neonatologia Petra Donati-Genet.