Locarnese

Tegna, nuova fase di ricerche al Castelliere

Ha preso avvio stamane un progetto di studio interdisciplinare che vede all'opera anche studenti di archeologia dell'Università di Losanna. A settembre le porte aperte

((Ti-Press))
30 agosto 2021
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Il Patriziato di Tegna è ancora una volta promotore – dopo il successo dei lavori di riqualifica del sito archeologico del Castello, terminati nel 2018 – di un’iniziativa volta alla valorizzazione del patrimonio storico e archeologico della regione.
Infatti, grazie alla fruttuosa raccolta fondi che ha ottenuto il sostegno finanziario di numerosi enti pubblici e fondazioni private (e previa concessione di scavo rilasciata dal Consiglio di Stato), da oggi entra nel vivo un nuovo progetto di ricerca e di valorizzazione del Castello, il piccolo tesoro archeologico adagiato sulla collina, dal quale è possibile godere una piacevole panoramica della zona. Pochi metri quadrati sui quali una prime comunità sedentarie dell’area scelse d'insediarsi stabilmente, costruendo quello che è forse uno dei più antichi, e sicuramente più intriganti, nuclei rurali fortificati dell'Età del Bronzo (2200-950 a.C) e della successiva Età del Ferro (950-15a.C). La postazione sopraelevata svolgeva una funzione strategica di avvistamento, a controllo delle principali vie di comunicazione (lacustre o pedestre, attraverso il Verbano, la Vallemaggia e le Centovalli). Una sorta di punto di controllo delle porte d'accesso oggi diventato parco archeologico da studiare e valorizzare, in modo da avvicinare un pubblico più ampio alla sua scoperta. E chissà che le nuove ricerche nelle prossime settimane non forniscano altre sorprese e novità importanti su queste lontanissime pagine di storia. 

Le due fasi del progetto

Il progetto è articolato su due fasi. La prima comprende la ricerca archeologica svolta dall’Università di Losanna, alla quale vi parteciperanno degli studenti di archeologia. Lo scavo, oltre a far luce sul passato della collina che si erge all’imbocco di Valle Maggia e Centovalli, avrà quindi anche finalità didattiche e formative. Saranno indagati alcuni edifici di tardo romani, epoca alla quale sul promontorio è edificata, come detto, una fortificazione a difesa degli accessi ai passi alpini e la Pianura Padana. In quel periodo, infatti, la regione ticinese, come tutta quella alpina, diventa zona di frontiera, sempre più sotto pressione delle popolazioni germaniche provenienti da nord. Epoche cruciali della più antica storia della nostra realtà e dell'Europa in generale.
Già a durante questi scavi, che dureranno un mese, prenderà forma la seconda fase del progetto, quella di mediazione culturale. A metà settembre sarà organizzata una giornata di porte aperte sugli scavi, al fine di divulgare le recenti scoperte e di mostrare ai visitatori le tecniche di scavo archeologico applicate.

Nella primavera del 2022 sarà invece inaugurato un percorso di visita. Grazie a nuovi supporti didattici, il visitatore sarà accompagnato alla scoperta del sito e delle popolazioni che hanno abitato la regione nei millenni passati. Il nuovo percorso sarà destinato e adattato alle varie tipologie di visitatori, dai due cicli scolastici agli adulti. Sarà inoltre messo l’accento sull’aspetto ludico, al fine d'imparare divertendosi e godendosi il contesto naturale di eccezionale bellezza. Un modo sicuramente efficace per fornire un quadro chiaro e nel contempo in grado di suscitare l’interesse dei giovani, ma non solo, sui vari aspetti della vita che gli uomini conducevano nel territorio. Forse da lì in poi tutti noi guarderemo con occhi diversi e maggior consapevolezza la terra che è stata, prima che nostra, dei nostri antenati.

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