Inaugurato sabato a Fusio lo strarodinario percorso pedestre che lungo 200 chilometri si inerpica sulle creste e si collega con il piano
“Chi più in alto sale, più lontano vede. Chi più lontano vede, più a lungo sogna”. È con queste parole, prese in previsto dal celebre alpinista e scrittore Walter Bonatti, che il sindaco di Lavizzara, Gabriele Dazio, ha aperto sabato il suo discorso durante la cerimonia di inaugurazione della Via Alta Vallemaggia.
Alla celebrazione, svoltasi a Fusio, ultimo paese della vallata, oltre al sindaco di Lavizzara hanno preso Michele Rotanzi, coordinatore del progetto e della giornata, Efrem Foresti, presidente onorario dell'Associazione Via Alta Vallemaggia, Matteo Zanoli, che ricopre la carica di nuovo presidente dell'Associazione, Raffaele Sartori, vicepresidente del Consiglio regionale di Coop Ticino e Christian Vitta, consigliere di Stato. Malgrado la pioggia copiosa e le nubi scure, il pubblico - circa un centinaio di persone - non si è fatto attendere, a riprova dell’attaccamento e dell'affetto che le popolazioni locali provano per il loro territorio.
Una via che porta l'uomo in alto, e poi lo lascia sospeso fra cielo e terra, fra passato e presente, in piena e totale armonia. Un percorso lungo duecento chilometri e suddiviso in diciannove tappe, che parte a Locarno, arriva fino a Fusio e poi – da oggi – ritorna di nuovo a Locarno, toccando diverse vallate e capanne della regione. Un vero e proprio sogno per gli amanti del trekking, ma anche per gli stessi fautori del progetto.
«Correva l’anno 2008 quando, un po’ per passione, un po’ per gioco e forse un pizzico di incoscienza, iniziavamo questa avventura. All'epoca non sapevamo dove saremmo arrivati e quanto ci avremmo messo. L’unica cosa certa era l’amore per la montagna e il desiderio di far rivivere i vecchi sentieri segnati dai nostri avi, dal passaggio delle capre e dai balzi degli stambecchi», ha dichiarato Efrem Foresti, presidente onorario dell’Associazione Via Alta, nel suo discorso introduttivo. Un percorso durato tredici anni, che getta la prima pietra dalla tratta Cardada-Fusio, inaugurata nel 2009 e lunga originariamente 50 chilometri, fino all’ultimo ambizioso progetto: creare un circuito in grado di circumnavigare e abbracciare il più grande distretto del Canton Ticino, la Vallemaggia, passando anche per le vicine valli Verzasca, Bedretto, Formazza e Onsernone.
«Con l’inaugurazione dell’ultima tratta, il cerchio si chiude, e ci permette così di vivere ed esplorare questa valle a 360 gradi», ha continuato il presidente onorario. Durante i loro discorsi tutti gli oratori hanno voluto sottolineare l’importanza turistica, naturalistica e culturale di una simile offerta, il tutto unito da «uno stimolo per la nostra comunità e un regalo al viandante che potrà scoprire ed emozionarsi attraverso questi spazi, un po’ come successo a noi promotori dell’iniziativa. Lavorare su queste montagne per renderle sicure e accessibili a tutti ci ha permesso di riscoprire il territorio attraverso un’altra angolazione – ha detto Zanoli –. Ma il nostro lavoro non finisce di certo qui. Abbiamo anche il compito di mantenere puliti questi sentieri, per preservarli a favore delle generazioni future. Ma, ancora più importante, dobbiamo mantenere l’equilibro fra la nostra presenza e quella della fauna e della flora».
Riguardo quest’ultima affermazione, alla manifestazione era presente lo stand del progetto cantonale Territorio e montagne pulite, nonché l’azienda d’abbigliamento Ficufish che, in collaborazione con l’Associazione Via Alta Vallemaggia, ha prodotto una linea di indumenti creata interamente utilizzando materiale tessile riciclato ed ecosostenibile.
Dopo il taglio del nastro, la parte ufficiale della giornata è proseguita con un aperitivo e una cena a base di polenta e altre delizie culinarie della regione, cucinati dallo chef dello Sci club Lavizzara (che si è occupata di tutta la parte organizzativa); il tutto allietati dalla musica di Pipis Canela.
Quello che più ha colpito gli organizzatori, e non solo, è stato il folto pubblico giunto da tutta la valle per seguire la cerimonia. Una possibile spiegazione di questa “devozione” per la montagna l'ha data il sindaco di Lavizzara: «Questo itinerario ha riunito tutti i popoli della Vallemaggia sotto un unico cappello, non solo perché la Via Alta tocca tutti da sud a nord, da est a ovest, ma perché per favorire questo progetto ci siamo ritrovati e abbiamo lavorato e sudato tutti insieme». La pioggia non ha cessato di cadere neanche per un momento lungo tutto l'arco della giornata. Le nubi e la nebbia non permettono di vedere le creste delle montagne, ma nonostante questo, la gente non ha smesso di vedere lontano, e di sognare più a lungo.