Locarnese

A2-A13, il Municipio di Locarno deluso per lo stop

Lettera all'Ustra per esprimere il rammarico del blocco della progettazione e per chiedere soluzioni celeri

La soluzione non prima del 2044 (Ti-Press)
16 luglio 2021
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Primo: delusione. Secondo: l'auspicio che la soluzione, attesa da decenni nel Locarnese, arrivi in tempi celeri. Sullo stop alla progettazione del collegamento veloce A2-A13 il Municipio della Città di Locarno ha deciso d'intervenire e di scrivere una lunga lettera all'Ufficio federale delle strade (Ustra).

L'Ustra, anche sulla base di un parere dell’Ufficio federale dell’ambiente (Ufam), ha rimesso in discussione la sostanza del progetto denominato “Bozza Verde”, elaborato in più anni, condiviso con i vari attori locali e cantonali e costato ai cittadini ticinesi 9,6 milioni di franchi. Di più: i disegni per il nuovo tracciato (in gran parte in galleria), sono stati inviati a berna già due anni fa.

Il sindaco Alain Scherrer e il capo del dicastero sviluppo economico e territoriale Nicola Pini, rappresentanti della Città nel Gruppo di accompagnamento politico del progetto, specificano: “Il problema del traffico nel Locarnese e della sua accessibilità è una seria e assoluta priorità per tutto l’agglomerato, l’unico in Svizzera a non essere collegato alla rete autostradale. Esso incide sul turismo, sull’economia, sull’attrattiva, e soprattutto sulla vivibilità e la qualità di vita della nostra regione. Vedere vanificato un lungo e dispendioso lavoro di concerto, e sentire improvvisamente un orizzonte al 2044 è quantomeno deludente. Abbiamo quindi formalizzato in una lettera alcune delle perplessità già espresse nel Gruppo di accompagnamento politico, nella speranza che le autorità federali riesaminino la questione”.

Attraverso la lettera, il Municipio ha scelto di unirsi a quanto espresso negli scorsi giorni anche dalle autorità cantonali, come il Dipartimento del Territorio: da un lato vengono espresse la delusione e il rammarico per la rimessa in discussione di un progetto approfondito e fortemente condiviso a livello cantonale grazie al coinvolgimento di attori locali, istituzionali, politici e della società civile come agricoltori e associazioni ambientaliste; mentre dall’altro viene lanciato il costruttivo auspicio che “l’iter procedurale sia ora celere nel risolvere uno dei problemi prioritari per la regione Locarnese, ovvero il traffico e l’accessibilità”.

La lettera del Municipio si sofferma su quella che sembra essere la “pietra d'inciampo” del progetto, ovvero la larghezza del ponte che attraversa il Ticino, considerata dall’Ufam di qualche metro troppo ampia; ciò porterebbe a una lapidaria chiusura sull’intero progetto citata dalle autorità federali: “Dato che la larghezza della nuova infrastruttura è un aspetto fondamentale del progetto, l’Ufam si rifiuta di valutarlo nel dettaglio”. A tal proposito, il Municipio si dice deluso del fatto che ci si concentri su pochi metri, a fronte di un eccessivo consumo del territorio che peraltro una revisione del progetto imporrebbe. Allo stesso modo, mal si comprende la rimessa in discussione del secondo comparto (concernente il Comune di Sant’Antonino). Infine, il Municipio di Locarno esprime preoccupazione pure riguardo al nuovo orizzonte temporale paventato dalle autorità federali per l’opera, ovvero il 2044 (quindi tra oltre 20 anni): “Esso non solo vanifica un importante lavoro di concerto (che tra gli altri aveva coinvolto anche rappresentanti Ustra), e non solo annulla l’impiego d'ingenti risorse cantonali già spese per il progetto, ma soprattutto ritarda per tutto il Locarnese e la sua popolazione la possibilità di far capo a un collegamento stradale che renda la mobilità nella propria regione più vivibile. Infatti, il traffico attuale sulle due sponde del Ticino – oltre a mettere in difficoltà turismo ed economia – compromette la qualità di vita delle zone residenziali che si affacciano sulle due strade cantonali, oltre a penalizzare anche lo sviluppo e la promozione e la fruizione del Parco del Piano di Magadino, importante comparto paesaggistico, turistico e agricolo”.

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