Due anni di detenzione e 5 fuori dalla Svizzera. Vittime dei furti del 59enne, i turisti che transitavano con mezzi di grande valore
Per 5 anni si era sdoppiato fra il rubare biciclette in proprio e comprarne (di rubate) da una banda di ladri romena per rivenderle. Per questo è stato condannato ad una pena di 2 anni di detenzione, più 5 di (ulteriore) espulsione dalla Svizzera. Ulteriore perchè un primo allontanamento era già stato pronunciato tempo fa e l'uomo era appena rientrato nel nostro Paese. I reati ritenuto sono furto aggravato, danneggiamento e ricettazione per mestiere. L'imputato in questione è un 59enne muratore di origini italiane che aveva imperversato fra Ticino e Vallese fra il 2015 e il 2020. Secondo l'accusa, sostenuta oggi a processo dal procuratore pubblico Pablo Fäh, il valore del maltolto complessivo si situa sui 300mila franchi. Grazie ad un buon lavoro difensivo, la legale dell'uomo, Sara Bassan dello Studio Gilardi di Muralto, ha convinto la Corte che soltanto una sessantina delle 130 bici contestate erano state effettivamente rubate; le altre, “solo” ricettate. Parliamo comunque di mezzi di un certo valore, fra i quai “mountain bike” di alta gamma, con un valore medio sui settemila franchi. Vittime di turno, specialmente i turisti che si godevano momenti nella natura della Vallemaggia e della Lavizzara, e più in generale nel Locarnese. L'ultimo colpo si era verificato ad Avegno pochi mesi fa. Era stato sventato grazie ad un'operazione mirata di polizia, condotta dopo ampia indagine. Presidente della Corte di Assise criminali di Vallemaggia in Lugano era il giudice Marco Villa, con Renata Loss Campana e Luca Zorzi in qualità di giudici a latere.
In carcere da un anno per l'espiazione anticipata della pena, l'imputato condannato dovrà rimanervi per un'altra quindicina di giorni. Poi potrà tornare a piede libero, ma come detto fuori dal territorio svizzero.