In vista del voto di ballottaggio del 16 maggio, confronto fra il sindaco uscente (e di quindicina) Plr e il municipale Ppd che punta al grande salto
A Gordola il 16 maggio la sfida per la poltrona più ambita sarà fra il sindaco uscente (e di quindicina) Damiano Vignuta (Plr e Verdi liberali) e il municipale René Grossi (Ppd-Gg-SosteniAMO Gordola). Li abbiamo incontrati.
Come definireste i vostri attuali rapporti all'interno del Municipio?
Vignuta: Li definirei cordiali e costruttivi. Abbiamo lavorato assieme su diversi temi e l'intesa si è sempre trovata. Va detto che dal 2016 il Municipio di Gordola si è organizzato, per i grossi progetti, su dei gruppi di lavoro. Con René abbiamo seguito assieme quello della sede di polizia e stiamo lavorando sul risanamento della casa comunale. Quando si entra sui temi concreti, che in politica comunale sono poco ideologici e molto pratici, l'intesa è buona.
Grossi: I rapporti sono abbastanza buoni, con visioni talvolta differenti. Abbiamo appunto portato avanti e realizzato assieme alcuni progetti concreti. Per altri, non di nostra stretta competenza, in genere con Damiano c'è una condivisione d'intenti piuttosto marcata, ma non assoluta, com'è giusto e normale che sia in un Municipio.
Grossi, in che misura la scelta di andare al ballottaggio le è stata dettata dalla sezione di partito?
In minima parte. È stata una decisione sostanzialmente mia, basata in primo luogo sul risicato margine nei voti personali: ne ho raccolti 99 meno di Damiano. Va anche detto che l'invito a lanciare la sfida mi è arrivato da diversi cittadini, e non soltanto del mio partito. Diciamo che così facendo mi tolgo un po' il dente; poi, succeda quel che succeda, si potrà tirare una riga e continuare a lavorare bene durante i 3 anni della legislatura corta.
Grossi, lei ha 29 anni, 10 in meno del suo avversario: non sono oggettivamente troppo pochi per gestire un Comune ostico, impegnativo e oltretutto spesso litigioso come Gordola?
L'età è relativa. Negli ultimi 5 anni credo di aver dimostrato le capacità di dirigere il mio Dicastero e di portare avanti temi importanti per il Comune. Credo conti di più l'esperienza fatta in Municipio e quella in ambito associativo su scala cantonale, dove interagisco bene anche con persone più anziane di me.
Si è detto di Gordola quale Comune particolarmente ostico nel panorama politico del Locarnese. È uno “stigma” risolvibile, e se sì come?
Vignuta: È una domanda che mi rivolgono spesso. Credo che un cambio d'orientamento dipenda dalla volontà di tutti di voltare pagina e lavorare assieme senza andare sempre a ritroso verso antiche dinamiche. Non credo comunque che il litigio sia nel Dna dei gordolesi.
Grossi: Il problema, non solo a Gordola, riguarda secondo me persone molto legate al partito di riferimento e alle vicende di paese, che mobilitano. A Gordola c'è magari una maggiore tendenza a far emergere le problematiche e renderle pubbliche. Per evitarlo servirebbe una vera comunità d'intendi da parte del Municipio, del Consiglio comunale e della popolazione.
Vignuta, Lega-Udc e Sinistra le imputano particolari demeriti nella gestione del personale dell'Amministrazione comunale, dove mancherebbe la necessaria serenità. Riconosce il problema?
Vignuta: la gestione del personale è di competenza del Municipio tutto, quindi se vi sono delle responsabilità da assumere, sono del collegio, fermo restando che il sindaco è quello che ci mette la faccia più degli altri. Non credo che Gordola abbia problemi diversi rispetto ad altri Comuni. Ci sono settori che vanno molto bene ed altri che hanno avuto difficoltà legate a motivi diversi. Abbiamo oltre 80 impiegati e le singole situazioni vanno contestualizzate, così come va relativizzato un quadro negativo che qualcuno può fare dell'insieme.
Grossi: Di alcuni correttivi che io avrei posto abbiamo discusso a lungo con Damiano. Abbiamo riscontrato visioni differenti e non mi è restato che appoggiare la scelta del capodicastero. È chiaro che l'andirivieni di personale in alcuni settori mi preoccupa.
Vignuta: L'andirivieni di cui parla il collega è legato essenzialmente all'Ufficio tecnico. Negli altri, il tasso di “turnover” è assolutamente normale.
Non è passato inosservato il consuntivo 2020 in rosso per 2 milioni di franchi. Alcune rinunce sono inevitabili in fatto d'investimenti, considerando in più la questione pandemica che dal profilo economico non promette nulla di buono?
Vignuta: Ricordo che Gordola ha investito 22 milioni di franchi in 5 anni, mantenendo il moltiplicatore d'imposta all'84% e con un bilancio che apre oggi con 7 milioni di capitale proprio. La situazione finanziaria è quindi positiva. È vero che non bisogna sottovalutare le conseguenze della pandemia dal profilo economico, ed è necessario che Municipio e Consiglio comunale abbiano il coraggio di fare delle scelte e darsi delle priorità.
Grossi: Sono d'accordo. Il Covid determina il presente e anche il futuro, e in più abbiamo avuto dei franamenti che hanno generato costi importanti. Ritengo comunque che l'ente pubblico debba continuare a investire per dare linfa alle aziende locali. Se il primo tira eccessivamente i remi in barca, lo faranno anche le seconde. La politica dovrà essere lungimirante, ma se necessario anche concreta, eventualmente soprassedendo ad alcune opere, anche se già avallate dal Consiglio comunale e purtroppo ferme da anni. Fra queste certamente non le scuole, che per andare in cantiere hanno richiesto 5 anni. Quanto al palazzo comunale, si dovrà avere la volontà di decidere sul prosieguo, e se del caso giustificare le spese fatte. A me piace vedere la scrivania vuota, non piena d'incarti. A volte delle scelte si impongono, purché siano giustificate con chiarezza. Penso che nessuno voglia portare il moltiplicatore al 100%.
Il voto sul Burio, vinto dai sostenitori del risanamento, può almeno in parte essere considerato come un referendum personale che il sindaco ha affrontato e vinto. Vignuta, è d'accordo con questa visione e vede un possibile parallelismo con il ballottaggio?
Vignuta: C'è stato un momento in cui ho ritenuto che quel referendum fosse troppo legato alla mia persona e si perdesse di vista il tema, che era il "sì" o il "no" al risanamento delle scuole. A conti fatti il voto ha visto la popolazione dividersi e il mio timore è che chi ha votato “no” voglia dare un ulteriore segnale, non sostenendomi al ballottaggio.
Grossi: Le cose secondo me vanno distinte. Devo dire che nella campagna del referendum ho visto un certo accanimento contro il sindaco – che per anni aveva portato avanti la tematica – e la cosa non mi è piaciuta. Credo comunque che le due votazioni vadano ben distinte perché molto differenti erano le dinamiche. Io vedo lo scrutinio per il ballottaggio come un'occasione per la popolazione di valutare il lavoro svolto negli scorsi 5 anni e scegliere chi meglio la potrà rappresentare come sindaco.
Vignuta: Aggiungo che il tema del risanamento delle scuole rappresenta il mio modo di far politica: il problema era sul tavolo dal 2007 e sebbene sapessi che era ed è fortemente divisivo, ho ritenuto che bisognasse andare fino in fondo per arrivare a una scelta definitiva. Su determinate tematiche questo atteggiamento può creare malumori, ma se uno viene eletto dev'essere capace di affrontarle, se necessario anche di petto.
Il voto del 16 maggio comporta per Vignuta il rischio di perdere un ruolo e un modo di sentirsi nel contesto del Comune, mentre per Grossi la prospettiva è ambivalente: essere catapultato sulla poltrona più rappresentativa, oppure cadere, con il rischio di farlo in modo anche rovinoso. Il vostro stato d'animo attuale?
Vignuta: Inizia te...
Grossi: Mi sento come 5 anni fa, quando mi ero messo in lista. Vivo la situazione con positività e non sento un'ansia particolare, almeno fino ad ora.
Vignuta: Sereno, perchè so di aver cercato di fare del mio meglio in questi 5 anni. E anche fiducioso, perchè spero di raccogliere il risultato del lavoro fatto e dell'impegno messo nei tanti dossier.
Un merito che riconoscete al vostro avversario?
Vignuta: L'impegno.
Grossi: Idem, unitamente alla conoscenza dei dossier.
Vignuta, se dovesse perdere il sindacato potrebbe pensare di lasciare il Municipio?
Se non dovessi essere confermato significa che la maggioranza della popolazione ha bocciato il mio operato in 5 anni come sindaco e in 9 come membro dell'esecutivo. Dal profilo umano, una bocciatura non sarebbe semplice da affrontare. Per altro, provo talmente tanta passione per il fare politica nel mio Comune – come dimostra la rinuncia a tentare altre carriere – che non credo possa arrivare a lasciare. È vero in ogni caso che cambierebbe in modo significativo il mio ruolo all'interno dell'esecutivo e immaginarmi senza la mia attività quotidiana mi risulta difficile.
Grossi, in caso di sconfitta continuerebbe tranquillamente a fare il municipale?
Bisogna prima vedere che tipo di eventuale sconfitta sarebbe, ma al di là di questo credo che nei 3 anni di legislatura rimanente potrei dimostrare di essere capace a portare avanti diversi temi per il bene del Comune.
L'ultimo appello agli elettori?
Vignuta: Credo che i prossimi 3 anni richiederanno soprattutto uno sforzo importante per affrontare le conseguenze della pandemia dal profilo economico e sociale. Il mio impegno in prospettiva come sindaco è offrire ascolto alle tante situazioni di disagio e fare in modo che l'ente pubblico possa dare delle risposte. Passeremo da una fase in cui si è parlato molto di progetti, ad una in cui il focus andrà messo in primo luogo sulle persone.
Grossi: Un grosso tema è quello del lavoro: se il Comune vuole generarlo, deve continuare ad investire. Un altro investimento che dovremo fare è sulla collegialità in Municipio e in Consiglio comunale, riportando il cittadino al centro del paese e rendendo più solida l'Amministrazione.