Locarnese

Per la Protezione civile un 2020 quasi tutto anti-covid

Locarnese, presentato il consuntivo del Consorzio. Sul fronte dell'attività, forze concentrate nella lotta alla pandemia, a supporto del personale sanitario

27 aprile 2021
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Un anno, il 2020, a tutta emergenza covid per il Consorzio Protezione civile di Locarno e Vallemaggia (PCi), impegnato su più fronti nella lotta alla pandemia. Un operato, quello dei militi, degli istruttori e dei vertici dell'ente, iniziato a fine febbraio e proseguito, fatta eccezione per una breve parentesi estiva, incessantemente fino a oggi. Lo ha ricordato Lorenzo Manfredi, comandante dell'organizzazione, nel consueto incontro di presentazione ai media dei conti. Dall'apertura dei primi presidi si è passati ai check point, al trasporto dei tamponi per arrivare alle vaccinazioni nelle varie sedi designate a tale scopo. Ciò che ha richiesto un impegno 7/7 giorni per la macchina della PCi e il suo personale. Finita la prima ondata, vero e proprio banco di prova, ha fatto seguito la seconda, altrettanto impegnativa a livello di condotta, benché il “nemico” fosse" conosciuto. «Ci ha tuttavia sorpreso nei numeri, visto che è stata più invasiva della precedente. Però abbiamo saputo meglio gestirla, in modo pianificato a medio-lungo termine» - commenta Manfredi- «Non bisogna dimenticare che nella seconda fase non abbiamo vissuto un lockdown e questo ha comportato maggiori difficoltà nel reperire i militi, professionalmente impegnati». Da notare che per la prima volta dalla sua esistenza, la Pci di Locarno ha visto mobilitati i propri effettivi anche il giorno di Natale, cosa mai successa in passato. Fortuna vuole che il 2020 non abbia portato eventi meteorologici estremi; unica eccezione il nubifragio di fine agosto sul Piano, con militi dislocati a Gordola, nel Gambarogno e a Vogorno a supporto della popolazione. Anche una parte dei corsi di ripetizione, indispensabile per tenere aggiornata la truppa, ha potuto essere recuperata nella seconda metà dell'anno.

Un impegno che prosegue incessantemente

Per quanto riguarda il 2021, il lavoro nella campagna di lotta alla pandemia prosegue. A fine marzo i militi della PCi sono stati chiamati a dar man forte nelle vaccinazioni della popolazione ticinese, con i primi Centri destinati a tale scopo nei quali sono stati somministrati 2000 dosi alla popolazione over 80. «Molti dei nostri uomini lavorano a supporto del personale infermieristico e dei medici. Per loro si tratta di un'esperienza umanamente arricchente, che non scorderanno certo». Dal 29 marzo, intanto, al Palazzetto Fevi è stato istituito il primo vaccicentro dove fino a mille persone al giorno possono ricevere il medicamento. «A luglio - prosegue Manfredi - dovremo sgomberare la struttura, perché servirà al Festival del Film. Se necessario cercheremo, con i nostri partner, una soluzione alternativa per il periodo estate-autunno. Visti i ritardi nella fornitura dei vaccini, è possibile che i nostri uomini rimangano operativi 7/7 ancora per parecchi mesi. Sono comunque militi preparati, selezionati, istruiti. I loro colleghi, nel limite del possibile, proseguiranno invece con i corsi di ripetizione».

Finanze sane, i Comuni risparmiano

Detto dell'attività, due parole vanno spese anche a favore della situazione economica del Consorzio. Alex Helbling, presidente del Consiglio consortile, è sereno: «Le cifre del 2020 si commentano da sole. Abbiamo chiesto ai Comuni una partecipazione di 1,91 milioni, con un minor onere di 189mila franchi rispetto al preventivo. Avendo questi ultimi già versato un accredito, la differenza di circa 50mila franchi verrà bonificata e restituita in base a una chiave di riparto che tiene conto della forza finanziaria dei singoli enti. Un anno da inquadrare, quindi, nonostante la rinuncia a diverse attività previste dal programma».
Quanto agli investimenti, la PCi ha usufruito del credito di 190mila franchi per svecchiare il proprio parco veicoli con mezzi più efficienti dal punto di vista energetico e dei consumi; altri 85mila franchi sono stati destinati a migliorie informatiche all'impianto di condotta di Piazza Castello; infine per l'ampliamento dei sistemi telematici nei vari impianti protetti erano a disposizione 300mila franchi. Tutte voci di spesa che, al tirar delle somme, hanno comunque portato a dei risparmi.